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Nei vicoli della Capitale l'inciucio romano dentro al Pd è già stato ribattezzato il "patto del capitone": bersaniani ed sbardelliani uniti durante le feste natalizie per un accordo che spartisce le prossime poltrone che contano in vista delle elezioni.
I risultati delle primarie di "San Silvestro" per scegliere i parlamentari democrat non sono, infatti, passati inosservati. A Roma il campione delle preferenze è stato l'ultra-bersaniano Stefano Fassina. A seguire, però, neanche un esponente ex Margherita, ma solo una lunga sequenza di ex diessini: la veltroniana Argentin, la giovane organizzatrice delle Feste dell'Unità , Micaela Campana, i dalemiani Marroni e Orfini, la neo "giovane turca" Marianna Madia, il veltroniano Morassut e la moglie del diessino Montino nonché ex verde, Monica Cirinnà .
Poi il renziano Giachetti (primo ex dl in lista), i bersaniani Miccoli e Coscia, e così via. Insomma, nelle posizioni che contano si sono piazzati (quasi) tutti bersaniani di rito diessino. E che fine hanno fatto gli ex popolari da sempre campioni di preferenze nella Capitale? Basti ricordare le ultime regionali del 2010, quando l'ex ppi Franco Dalia portò a casa da solo, nella sola Capitale, oltre 7mila preferenze.
Possibile che il segretario regionale in carica, l'ex dc Enrico Gasbarra, non abbia piazzato neanche un suo candidato? Il mistero è presto svelato, come scrive Laura Serloni su "Repubblica - Roma": "Forte dell'appoggio delle varie anime degli ex-popolari e di una parte dei bersaniani, il responsabile dell'Economia del Pd, Stefano Fassina, è il primo dei votati con 11.762 preferenze".
Insomma, a far vincere il piddino più amato dalla Cgil sono stati niente meno che i signori delle preferenze epigoni dello "Squalo" Vittorio Sbardella. Anche perché altrimenti il risultato di Fassina, mai presentato a nessuna competizione elettorale, sarebbe stato difficilmente spiegabile. A farne le spese sono stati i pochi ex popolari che hanno deciso comunque di gareggiare, vicini a Dario Franceschini. Roberto Di Giovanpaolo, fedelissimo del capogruppo Pd alla Camera, a Roma è addirittura arrivato ultimo, con 1074 preferenze.
Ma per quale motivo i fioroniani vicini a Gasbarra hanno acconsentito al ruolo di portatori d'acqua (e di voti) per esponenti, come Fassina, che in linea teorica dovrebbero pensarla al loro opposto? Ecco svelato il "patto del capitone": ai bersaniani sono stati garantiti tutti i posti in parlamento, agli ex popolari viene data in cambio la poltronissima di sindaco di Roma, proprio per Gasbarra. Con tanti saluti (dalemiani) per Alfio Marchini...
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