DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA…
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Nei vicoli della Capitale l'inciucio romano dentro al Pd è già stato ribattezzato il "patto del capitone": bersaniani ed sbardelliani uniti durante le feste natalizie per un accordo che spartisce le prossime poltrone che contano in vista delle elezioni.
I risultati delle primarie di "San Silvestro" per scegliere i parlamentari democrat non sono, infatti, passati inosservati. A Roma il campione delle preferenze è stato l'ultra-bersaniano Stefano Fassina. A seguire, però, neanche un esponente ex Margherita, ma solo una lunga sequenza di ex diessini: la veltroniana Argentin, la giovane organizzatrice delle Feste dell'Unità , Micaela Campana, i dalemiani Marroni e Orfini, la neo "giovane turca" Marianna Madia, il veltroniano Morassut e la moglie del diessino Montino nonché ex verde, Monica Cirinnà .
Poi il renziano Giachetti (primo ex dl in lista), i bersaniani Miccoli e Coscia, e così via. Insomma, nelle posizioni che contano si sono piazzati (quasi) tutti bersaniani di rito diessino. E che fine hanno fatto gli ex popolari da sempre campioni di preferenze nella Capitale? Basti ricordare le ultime regionali del 2010, quando l'ex ppi Franco Dalia portò a casa da solo, nella sola Capitale, oltre 7mila preferenze.
Possibile che il segretario regionale in carica, l'ex dc Enrico Gasbarra, non abbia piazzato neanche un suo candidato? Il mistero è presto svelato, come scrive Laura Serloni su "Repubblica - Roma": "Forte dell'appoggio delle varie anime degli ex-popolari e di una parte dei bersaniani, il responsabile dell'Economia del Pd, Stefano Fassina, è il primo dei votati con 11.762 preferenze".
Insomma, a far vincere il piddino più amato dalla Cgil sono stati niente meno che i signori delle preferenze epigoni dello "Squalo" Vittorio Sbardella. Anche perché altrimenti il risultato di Fassina, mai presentato a nessuna competizione elettorale, sarebbe stato difficilmente spiegabile. A farne le spese sono stati i pochi ex popolari che hanno deciso comunque di gareggiare, vicini a Dario Franceschini. Roberto Di Giovanpaolo, fedelissimo del capogruppo Pd alla Camera, a Roma è addirittura arrivato ultimo, con 1074 preferenze.
Ma per quale motivo i fioroniani vicini a Gasbarra hanno acconsentito al ruolo di portatori d'acqua (e di voti) per esponenti, come Fassina, che in linea teorica dovrebbero pensarla al loro opposto? Ecco svelato il "patto del capitone": ai bersaniani sono stati garantiti tutti i posti in parlamento, agli ex popolari viene data in cambio la poltronissima di sindaco di Roma, proprio per Gasbarra. Con tanti saluti (dalemiani) per Alfio Marchini...
Enrico Gasbarra
STEFANO FASSINA jpeg
MARIANNA MADIA INCINTA
Roberto Morassut
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