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L'AGO DELLA BILANCIA NEL NUOVO ORDINE MONDIALE SARA’ L’INDIA – NELLO SCONTRO COMMERCIALE TRA WASHINGTON E PECHINO DIVENTA FONDAMENTALE IL RUOLO DI NEW DELHI – NON A CASO JD VANCE È CORSO A INCONTRARE NARENDRA MODI, CON L’OBIETTIVO DI AVERLO DALLA PROPRIA PARTE NELLA SFIDA ALLA CINA – URSULA VON DER LEYEN AVEVA INCONTRATO IL PRIMO MINISTRO INDIANO A FEBBRAIO, PER IMPOSTARE UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON L’UE – MA DELHI NON VUOLE ABBANDONARE LA SUA “AUTONOMIA STRATEGICA” IN POLITICA ESTERA: COMMERCI E ACCORDI ECONOMICI SÌ; ALLEANZE FORMALI, NO...

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Estratto dell’articolo di Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

JD VANCE E NARENDRA MODI

Perché scegliere tra America e Cina quando c’è l’India? La battuta (di un imprenditore) è un po’ forzata ma evidenzia una falla nella discussione del momento, tutta focalizzata sullo scontro tra Washington e Pechino. In realtà, difficilmente il nuovo ordine che governerà il mondo sarà disegnato senza New Delhi. I governi lo sanno e corrono a incontrare Narendra Modi.

 

L’originale politica estera indiana, però, spesso sfugge, soprattutto in Occidente. L’ultima visita a Delhi è quella in corso del vicepresidente americano JD Vance: l’obiettivo dell’Amministrazione Trump è quello di tenere l’India dalla propria parte nel confronto con la Cina. Ursula von der Leyen aveva incontrato il primo ministro Modi, sempre nella capitale indiana, in febbraio, per impostare i colloqui per un accordo di libero scambio tra la Ue e l’India.

 

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Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è stato a Delhi in aprile: colloqui su commercio, ricerca, corridoio indo-mediterraneo, investimenti. E Meloni aveva firmato un accordo strategico tra i due Paesi lo scorso novembre. […]

 

Ma cosa pensa davvero l’India? Non solo l’attuale governo ma tutto l’establishment? L’opinione che si ha in Occidente è che il Paese sia un bastione contro la Cina, con la quale ha dispute territoriali e competizione egemonica nell’Oceano Indiano: che sia quindi un alleato naturale. In realtà, chiunque sia al governo, Delhi non intende derogare dalla sua «autonomia strategica» in politica estera.

 

JD VANCE E NARENDRA MODI

Commerci, accordi economici e buone relazioni, sì; alleanze formali, no. A Xi Jinping e ai vertici cinesi, questo è molto chiaro. Infatti, a Pechino la conversazione è diversa da quella in Occidente: assieme Cina e India hanno 2,8 miliardi di abitanti, quasi il 40% della popolazione del pianeta; e una è la seconda economia del mondo, l’altra è la quinta e presto sarà la terza. L’ordine del futuro non sarà stabilito senza il consenso di queste due potenze, si dice a Pechino. [...]

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