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IL METODO TRUMP PER TROVARE UN ACCORDO È UNA TRUFFA: L’IMPORTANTE È CONCLUDERE LA TRATTATIVA, NON IMPORTA COME – IL CAPO DELL’INTELLIGENCE RUSSA HA PARLATO CON IL NUMERO UNO DELLA CIA, ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI UN INCONTRO – GLI USA VOGLIONO COSTRINGERE L’UCRAINA AD ACCETTARE UNA RESA TOTALE: LA CRIMEA E LE ZONE OCCUPATE ANDRANNO A PUTIN, E AL POVERO ZELENSKY MANCO UNA GARANZIA DI SICUREZZA…
1. UCRAINA: CAPO INTELLIGENCE RUSSA, COLLOQUIO COSTRUTTIVO CON DIRETTORE CIA
IL NEGOZIATO DI TRUMP SULL UCRAINA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
(LaPresse) - Il direttore del Servizio di intelligence estero (Svr) russo, Sergei Naryshkin, ha riferito di avere avuto un colloqui telefonico con il capo della Central Intelligence Agency (Cia) degli Stati Uniti, John Ratcliffe, annunciando la possibilità di un incontro.
"Abbiamo avuto una conversazione telefonica" con "il direttore della Central Intelligence Agency. È stata una conversazione molto costruttiva. Pertanto, non escludo che si possa tenere un incontro entro breve tempo", ha detto Naryshkin all'agenzia di stampa Tass.
Con l'arrivo a Washington dell'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, il dialogo russo-americano si è intensificato, scrive l'agenzia russa ricordando che il 19 febbraio si sono svolti a Riad i negoziati russo-americani sull'Ucraina.
2. ZELENSKY SULLA CRIMEA RICORDA LE PAROLE DI POMPEO NEL 2018
(ANSA) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto alle critiche di Donald Trump sulle sue dichiarazioni riguardanti la Crimea e ha ricordato le parole del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo della sua prima amministrazione in merito al non riconoscimento dell'annessione russa.
Lo scrive l'Ukrainska Pravda. Sui social media, Zelensky ha ricordato l'incontro tra i rappresentanti di Ucraina, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania a Londra, aggiungendo che "oggi c'erano in gioco molte emozioni". "Siamo grati ai nostri partner. L'Ucraina agirà sempre nel rispetto della sua Costituzione e siamo assolutamente certi che i nostri partner, in particolare gli Stati Uniti, agiranno in conformità con le loro ferme decisioni", ha aggiunto il capo dello Stato.
Al suo post su X, Zelensky ha allegato uno screenshot della Dichiarazione di Crimea, una nota del Segretario di Stato Mike Pompeo durante la prima amministrazione Trump nel 2018, che confermava il non riconoscimento dell'annessione della penisola da parte della Russia.
3. USA, LA FRUSTRAZIONE DI TRUMP VERSO ZELENSKY STA CRESCENDO
(ANSA) - "La frustrazione" di Donald Trump verso Voldymy Zelensky "sta crescendo". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ai gionalisti al seguitto che le chiedevano se il presidente se ne andrà se Zelensky non si siederà al tavolo delle trattative entro la fine della giornata: "Non entro la fine della giornata di oggi, ma il presidente ha detto che la sua frustrazione sta crescendo e ha bisogno che questa cosa finisca".
"Purtroppo, il presidente Zelensky ha cercato di contestare questi negoziati di pace sulla stampa, e questo è inaccettabile per il presidente. Questi dovrebbero essere negoziati a porte chiuse", ha aggiunto.
4. ZAZO, 'GLI UCRAINI DETERMINATI A NON CEDERE ALTRI TERRITORI'
(ANSA) - "La popolazione ucraina è sicuramente stanca ed estenuata da tre anni di guerra. Sono anche pronti a prendere una cessione de facto, non giuridica, sia della Crimea che del Donbass.
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Però sono fermamente determinati a non cedere altri territori. Sicuramente difenderebbero strenuamente le loro città. Sicuramente non cederebbero mai a quello che è il vero obiettivo della Russia: procedere a una russificazione forzata dell'Ucraina e cancellare l'identità nazionale ucraina".
Lo ha detto parlando con i giornalisti Pier Francesco Zazo, dal 2021 al 2024 ambasciatore italiano in Ucraina, a margine dell'incontro organizzato dall'associazione Eucraina alla biblioteca comunale a Trento. In questa situazione, ha spiegato Zazo, "gli europei hanno il dovere di aiutare l'Ucraina, che sta combattendo una battaglia non solo per la sua sopravvivenza, ma anche per i valori europei".
Il rischio, ha aggiunto l'ex ambasciatore italiano in Ucraina, è quello di "sprofondare in un sistema internazionale dove prevale la legge del più forte anziché quella del diritto". Ma "un'eventuale futura adesione dell'Ucraina all'Unione Europea non sarà facile. L'allargamento riguarderà anche i candidati dei Paesi balcanici. Richiederà tempo e una serie di condizioni da attuare. Però io vedo più i vantaggi che gli svantaggi", ha concluso Zazo.
5. ZAZO, 'SI PROFILA IL DISIMPEGNO AMERICANO DALL'UCRAINA'
(ANSA) - "Si profila soprattutto un disimpegno americano dall'Ucraina. E il Cremlino sa bene che gli europei non saranno in grado di sostituirsi completamente agli americani. Soprattutto dal punto di vista militare".
Lo ha detto l'ex ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo, invitato a Trento dall'associazione Eucraina. "L'ottimismo di Trump è stato assolutamente fuori luogo. Abbiamo avuto la tragedia di Sumy e questa finta tregua pasquale. La mia impressione è che Putin stia cercando di irretire Trump e tergiversare, prolungando all'infinito i negoziati.
VLADIMIR PUTIN - ELON MUSK - DONALD TRUMP - MEME
La novità è la presentazione del nuovo Piano di pace americano, sul quale Trump si professa ottimista. È chiaramente un Piano che non piace all'Ucraina" che, ha aggiunto Zazo, si trova in una posizione "molto debole". "Gli americani stanno spingendo sulla parte più debole, e quindi sugli ucraini. Il famoso vertice che si sarebbe dovuto tenere tra oggi e domani è stato rinviato. Quello che vorrei sottolineare è che a mio avviso sarà sempre e solo Putin a dettare i tempi, e non Trump. Ricordo che la Russia, a differenza dell'Ucraina, non ha accettato una proposta di tregua di 30 giorni", ha concluso Zazo.
6. GLI STATI UNITI E L'ARTE DEGLI PACE-TRUFFA
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
[…] Mosca ha capito che Trump non è interessato a quale tipo di accordo stringere, basta averne uno.
MEME VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP
Lo stesso principio Mosca lo ha insegnato all’Iran e i risultati si vedono: alla Casa Bianca importa poco se un accordo sul nucleare rimanga un rischio per Israele e tutto il medio oriente, se le garanzie di sicurezza e di sorveglianza sul progetto del nucleare iraniano sono reali o fittizie. Come va contro le priorità di Israele, lo sta facendo con l’Ucraina.
Il presidente americano, ascoltando Steve Witkoff, l’inviato speciale mandato a risolvere tutte le crisi e che negozia anche con gli iraniani, ha approvato un piano di pace che prevede la cessione da parte dell’Ucraina dei territori occupati da Mosca e il riconoscimento americano della Crimea come Russia.
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Questo piano non prevede garanzie di sicurezza per Kyiv e gli americani erano pronti a imporlo agli ucraini durante il vertice di Londra, se non fosse che Volodymyr Zelensky li ha preceduti dichiarando che l’Ucraina non avrebbe mai riconosciuto la sovranità russa sulla Crimea, è anche una questione costituzionale.
Anziché vedere l’errore di un accordo punitivo e poco lungimirante, Trump ha accusato il presidente ucraino di “mandare avanti lo sterminio” con il suo rifiuto di cedere la Crimea.
Steve Witkoff e Vladimir putin
“Può avere la Pace – scrive Trump sulla sua piattaforma Truth – oppure continuare a combattere per altri tre anni e perdere l’intero paese”. E conclude: “Siamo molto vicini a un accordo, ma l’uomo ‘che non ha le carte’ (autocitazione dall’incontro con Zelensky nello Studio ovale) adesso deve finalmente concludere”.
La logica di Trump e Witkoff è semplice: non negoziano per impedire in futuro che Putin attacchi di nuovo l’Ucraina o un altro paese ai suoi confini, non negoziano per evitare che Teheran venga privato della capacità di avere armi nucleari.
L’arte dell’accordo sta tutta nel concluderlo, indipendentemente dai costi futuri, dai tradimenti nei confronti degli alleati come Israele o come l’Ucraina, che in questo momento l’Amministrazione americana vede come dei piantagrane, “sabotatori” (come direbbe Araghchi) nel mezzo della sua strada facile e sbrigativa verso una pace ingiusta.
Steve Witkoff con la mano sul cuore davanti a Vladimir putin
Gli Stati Uniti si sono mossi alle spalle di Kyiv, dalle parole di Trump emerge che un’intesa generale con Mosca esiste già. Anche il negoziato con Teheran è iniziato alle spalle di Israele, che su un accordo ora non ha voce in capitolo.
Steve witkoff con il ministro degli esteri dell oman al busaidi
emmanuel macron steve witkoff marco rubio foto lapresse
VIGNETTA ELLEKAPPA - IL VERO SUCCESSO DI TRUMP
LA TELEFONATA PUTIN TRUMP SECONDO OSHO
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