DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Marco Zatterin per “la Stampa”
Nessun litigio, non s’è visto nemmeno il veto brandito dal governo Tsipras. I ministri degli Esteri dell’Ue hanno trovato l’unanimità necessaria per dare un’altra stretta alle sanzioni contro la Russia nel nome dell’Ucraina. Hanno deciso mantenerle sino a settembre, allungato la lista dei soggetti da colpire e assicurato «d’esser pronti ad adottare altre misure» qualora ce ne fosse bisogno.
«Andiamo avanti perché la situazione sul terreno continua a deteriorarsi», riassume Federica Mogherini, capo della diplomazia europea. «A Mosca non vedo l’apertura al dialogo che chiediamo», le fatto da sponda l’italiano Gentiloni. Il vertice del 12 febbraio dirà sino a dove si vuole e si può arrivare.
PROVOCAZIONI
La compattezza a Bruxelles è il minimo in un momento davvero difficile. Invita all’azione il bagno di sangue di Mariupol, ulteriore testimonianza della guerra in Ucraina. La tensione è in cielo e in terra. Il governo britannico ha convocato l’ambasciatore russo a Londra dopo che due bombardieri russi sono stati intercettati dalla Raf mentre volavano sopra il Canale della Manica, al limite dello spazio aereo inglese. Secondo il ministero della Difesa, lo scorso anno sono stati intercettati oltre 100 aerei russi vicino alle coste del Regno Unito, circa tre volte il numero del 2013.
vladimir putini leader visti dall'artista cristina guggeri
Provocazione? Di certo lo è quella dell’inviato russo presso l’Ocse, Andrei Kelin, che suggerisce all’Europa di «smettere di stare dalla parte dell’Ucraina», perché «un comportamento che provocherà solo catastrofi». A modo loro, i ministri degli Esteri europei gli hanno risposto per le rime, stabilendo di non retrocedere sulle sanzioni. «Non so cosa possa minacciare Mosca - nota Gentiloni - l’ovvia realtà è che noi siamo con Kiev».
AIUTI RUSSI AD ATENE?
Putin e i suoi cercano di innervosire gli europei, altro che dialogo. Il ministro delle Finanze Anton Siluanov ha detto alla Cnbc che se Atene lo chiedesse sarebbe pronta a darle aiuto finanziario. Questione complessa, questa, perché Mosca soffre pesantemente crisi e sanzioni. Oltretutto, la prima uscita a Bruxelles di un uomo di Tsipras ha animato la discussione ma con spirito proeuropeo. Il ministro Nikos Kotzias ci ha scherzato sopra. «Sono stato a Mosca una volta, altro che marionetta russa», ha assicurato.
Bruxelles dimostra di avere un’anima battagliera e una più cauta che, però, non fermano il convoglio: nelle conclusioni del Consiglio, «ulteriori misure» è diventato «lavoro preparatorio per azioni appropriate», formula che non cambia la sostanza. «Bene il mantenimento delle sanzioni - chiude Gentiloni - e che non si siano prese decisioni premature». Il riferimento è alla stretta economica. Che non è nel testo, precisa il ministro, ma resta sul tavolo. In attesa di vedere cosa farà Putin.
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