morsi dietro le sbarre

PRESO A MORSI – L’EX PRESIDENTE EGIZIANO, IL PRIMO ELETTO IN MODO DEMOCRATICO, VIENE CONDANNATO A MORTE PER L’EVASIONE DAL CARCERE INSIEME AD ALTRI ESPONENTI DEI “FRATELLI MUSULMANI” NEL 2011

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Fabio Scuto per “la Repubblica”

 

Ex Presidente Morsi in gabbia durante il processo Ex Presidente Morsi in gabbia durante il processo

In piedi, dietro una gabbia di metallo con indosso la divisa carceraria blu, Mohammed Morsi leva i pugni in aria e sorride in segno di sfida mentre, nell’auditorium di questa scuola di polizia trasformata in tribunale, il giudice Shaban el-Shami legge la sentenza che lo condanna a morte per la fuga dal carcere e l’uccisione di alcuni agenti penitenziari durante una delle prime notti della rivoluzione del 2011.

 

Ma la sfida di Morsi, il primo presidente eletto democraticamente in Egitto che sognava una rinascita islamica, appare sempre più irrilevante. Da quando è stato deposto nell’estate del 2013, dopo che milioni di egiziani erano scesi in piazza per chiederne la cacciata, sugli islamisti si è abbattuta la repressione più dura della storia d’Egitto. E la presa sulla piazza della Confraternita non è più quella di un tempo.

 

MORSI DIETRO LE SBARREMORSI DIETRO LE SBARRE

Altre cellule hanno invece scelto la strada della jihad e si sono unite alle bande filo-Califfato nel Sinai. Mentre i microfoni diffondevano la voce del giudice Shabaan el-Shami che comminava le 105 condanne a morte, dalla gabbia il gruppo di imputati ha iniziato a scandire slogan contro il “governo militare” del presidente Al Sisi. Qualche ora dopo la sentenza, una prima risposta dei jihadisti del Sinai. Un mini-bus del ministero della Giustizia diretto alla città di Al Arish è stato attaccato e nella sparatoria sono stati uccisi tre magistrati.

 

sostenitori di Morsi aiutano un ferito al Cairo sostenitori di Morsi aiutano un ferito al Cairo

L’evasione che è all’origine della condanna di ieri risale ai primi giorni del gennaio 2011 quando Morsi e altri esponenti della Fratellanza erano stati arrestati insieme a migliaia di altri egiziani travolti nei disordini. Morsi era stato detenuto solo per due giorni a Wadi Natroun, una prigione tra il Cairo e Alessandria. L’attacco e l’evasione avvennero la notte del 28 gennaio 2011, dopo una giornata cruciale di scontri per le strade durante la rivoluzione.

 

Sit in per Morsi Sit in per Morsi

Nel caos della rivolta, alcune delle guardie carcerarie avevano già abbandonato i loro posti. Uomini armati attaccarono 3 diverse prigioni uccidendo le rimanenti guardie carcerarie, liberando migliaia di detenuti, tra cui Morsi e altri leader islamici. Secondo quanto stabilito dai giudici, in quei giorni oltre 800 uomini armati di Hamas passarono da Gaza in Egitto usando i tunnel del contrabbando per attaccare le carceri. Per questo tra i condannati a morte ci sono anche 70 palestinesi, molti dei quali in contumacia. Per essere esecutiva, la sentenza deve passare al vaglio del Gran Muftì, Morsi può comunque presentare appello e la Corte si pronuncerà in modo definitivo il 2 giugno.

 

SCONTRI IN EGITTO DOPO LA DEPOSIZIONE DEL PRESIDENTE MORSI SCONTRI IN EGITTO DOPO LA DEPOSIZIONE DEL PRESIDENTE MORSI

Con Morsi, ieri, in un altro troncone del processo, è stato condannato anche gran parte del “gotha” della Fratellanza musulmana, primo fra tutti Mohammed Badie, il “murshid”, la Guida suprema della Confraternita, e il suo vice Khairat al-Shater. Si tratta delle accuse di spionaggio e collusione con potenze straniere (Hamas, Hezbollah e Iran) per destabilizzare l’Egitto, il tribunale ha emesso 16 condanne a morte, anche per una donna. Adesso tutte queste sentenze di primo grado devono passare al vaglio, come stabilisce il codice penale egiziano, del Gran Muftì di Al Azhar prima di essere giudicate valide. Solo dopo questo parere, non vincolante, gli imputati potranno presentare appello.

 

MANIFESTANTI ACCOLGONO LA SCONFITTA DEL PRESIDENTE MORSI A PIAZZA TAHRIR MANIFESTANTI ACCOLGONO LA SCONFITTA DEL PRESIDENTE MORSI A PIAZZA TAHRIR

Il portavoce ufficiale della Confraternita Amr Darrag, riparato in Turchia, ha condannato il verdetto dei giudici, definendolo «una decisione politica, un crimine che deve essere bloccato dalla comunità internazionale». Contro la sentenza si è espresso anche il presidente turco Erdogan che della Fratellanza, durante l’anno di governo, fu sponsor e alleato di Morsi. Anche Hamas da Gaza ha voluto dire la sua. Per Sami Abu Zuhri, portavoce del gruppo, «la sentenza si basa su informazioni false e errate».

SUPPORTER DEL DEPOSTO PRSIDENTE MORSI AL CAIRO IN EGITTO SUPPORTER DEL DEPOSTO PRSIDENTE MORSI AL CAIRO IN EGITTO