“AVANTI!” C’È LAVITOLA - E MENO MALE CHE ALL’INIZIO DELL’INCHIESTA SI DICEVA CHE IL GIORNALISTA PESCIVENDOLO NON ERA RIENTRATO DAL 5 AGOSTO - PRIMA LA VACANZA A PROCIDA, ORA “IL FATTO” SPIATTELLA LA VISITA A VILLA CERTOSA COL PATONZA E IL PRESIDENTE PANAMENSE MARTINELLI TRA IL 18 E IL 20 AGOSTO - LA SOCIETÀ AGAFIA E L’“AMICA” KAREN, ANELLI DI CONGIUNZIONE CON GLI AFFARI PANAMENSI DI FINMECCANICA - INTANTO L’AVVOCATO DI TARANTINI PROVA A SPOSTARE IL PROCESSO A LECCE: “È STATO LAVITOLA A DIRMI CHE POTEVA AIUTARMI CON BERLUSCONI”…

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1 - MARTINELLI IN SARDEGNA DA B. MA TUTTI NEGANO - IL PRESIDENTE DI PANAMA DAL PREMIER PRIMA DELLA FUGA DI NOTIZIE SU LAVITOLA
Francesca Biagiotti e Antonio Massari per "Il Fatto Quotidiano"

Due presidenti e un uomo prossimo alla latitanza: lo scenario dell'incontro è quello delle splendide coste della costa Smeralda. I protagonisti: Silvio Berlusconi, il presidente panamense Ricardo Martinelli e il faccendiere Valter Lavitola. La data oscilla tra il 18 e il 20 agosto. Bisogna tenere d'occhio il calendario. Mancano circa tre giorni allo scoop di Panorama che, con un'anticipazione siglata il 24 agosto, rivela che Lavitola è indagato a Napoli, con Gianpi Tarantini, per estorsione ai danni di Berlusconi.

Di più: Panorama annuncia che i pm napoletani hanno formulato delle richieste al gip, Amelia Primavera, che sta studiando l'incartamento. E chi conosce il linguaggio giudiziario lo sa bene: tra le "richieste" esiste anche quella d'arrestare l'indagato. Un ultimo dettaglio: Panorama - che è edito dalla Mondadori e quindi appartiene alla famiglia Berlusconi - ha chiuso l'ultimo numero in edicola il 16 agosto.

La settimana in cui lavora sullo scoop è quella tra il 17 e il 23 agosto. E nell'articolo si precisa che l'indagine parte da un'inchiesta napoletana su Finmeccanica. Parliamo del colosso dell'industria italiana che, proprio a Panama e attraverso Lavitola, pochi mesi prima ha chiuso un affare da 180 milioni di euro. Alla luce di queste notizie, lo scenario si può ricostruire in tutt'altra luce, visto che all'incontro in Sardegna partecipano nell'ordine: Silvio Berlusconi (che in quel momento, dalla procura di Napoli, viene considerato l'estorto), Valter Lavitola (all'epoca considerato l'estorsore) e Martinelli (il presidente panamense, che con Berlusconi, ha firmato l'accordo che dà il via libera all'affare di Finmeccanica chiuso da Lavitola).

Il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare l'esistenza di quest'incontro perché ha incrociato le testimonianze di più fonti. Abbiamo provato a chiederne conto, attraverso il suo avvocato Gaetano Balice, allo stesso Valter Lavitola. Abbiamo provato a contattare Claudia Ioannucci, ex parlamentare di Forza Italia e consigliera delle Poste Italiane che, proprio in quei giorni, chiuse un memorandum d'intesa con Martinelli e le Poste Panamensi.

"Per discrezione non posso dirle dove ci siamo incontrati", ci rispose Ioannucci due settimane fa, ieri le abbiamo lasciato un messaggio: avremmo voluto chiederle se c'era anche Berlusconi e se l'accordo è stato chiuso in Sardegna. Mentre scriviamo non siamo stati contattati. Stesso risultato con la segreteria del presidente Martinelli e con il suo portavoce Adolfo de Obarrio. Perché tanto riserbo e tanto mistero su quest'incontro? Perché, di una visita tra due capi di Stato, non c'è traccia nell'agenda ufficiale?

Il passaggio di Martinelli in Italia viene registrato da due notizie. La prima: il memorandum chiuso con le Poste Panamensi, la domenica del 21 agosto, con l'a.d. di Poste Italiane, Massimo Sarmi, che Martinelli non incontra di persona, ma ci parla soltanto per telefono. La seconda: un articolo del quotidiano La Prensa. Tutto qui. Eppure anche la figura di Ioannucci è interessante. Fino a pochi mesi fa, infatti, la società Irec era nelle sue mani. Poi passa a una donna brasiliana di 27 anni: Danielle Louzada. È la stessa Danielle Louzada che risulta "tesoriera" di un'altra società, questa volta panamense, che si chiama Agafia .

Una società che, in questa storia, bisogna tenere a mente: è l'anello di congiunzione con Finmeccanica e gli affari panamensi chiusi attraverso Lavitola e il ruolo attivo del governo Berlusconi. Vedremo perché. Intanto annotiamo che il presidente della Agafia è un'altra donna: Karen Yzell de Gracia Castro.

Una donna molto vicina a Lavitola: al Fatto Quotidiano risulta che il 21 agosto - proprio mentre Martinelli, per il tramite di Ioannucci, chiude l'intesa con le Poste Italiane - Lavitola prenota un viaggio per Barcellona: biglietto di sola andata per due persone: Valter prenota il volo anche per Karen de Gracia. La partenza è prevista per il 28 agosto. Siamo al 21 agosto: Lavitola ha già incontrato Martinelli e Berlusconi in Sardegna ma per lo scoop di Panorama, alla sua pubblicazione, mancano ancora tre giorni.

L'Agafia - nata appena una settimana dopo l'accordo tra Martinelli e Berlusconi - doveva occuparsi operativamente della commessa sul sistema di contrasto al narcotraffico a Panama per le tre società italiane controllate da Finmeccanica: Agusta Westland per gli elicotteri, Telespazio per la cartografia dal satellite e Selex sistemi integrati per i sistemi radar. In base alle regole interne a Finmeccanica, la società panamense che fa da interfaccia, non deve avere al suo interno soci italiani. E infatti non ne ha. Ma presidente e tesoriere dell'Agafia - che sulla commessa da 180 milioni può guadagnare circa il 10 per cento - figurano Karen e Danielle.

Karen è molto vicina a Lavitola - alcuni la indicano come sua compagna - e passa per essere la nipote del presidente Martinelli. Di lei - in un interrogatorio ai pm napoletani - parla anche Nicla Tarantini, la moglie di Gianpi, che riferendosi a Lavitola dice: "So era amico del presidente di Panama, è stato fidanzato con la nipote del Presidente, tale Karen e mi sa che lavora pure con lui questa Karen". E infatti dalle intercettazioni Karen sembra davvero l'interfaccia tra Lavitola e Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica.

Dice Lavitola: "Bisogna mandare a questo sia la lettera di AGASIA ... che gliela manderà KAREN, sia la lettera mia ...che è la lettera di VI ELLE (VL è la società di Lavitola, ndr)... dopo di che ...bisogna mandare a ... POZZESSERE... la copia della ..delle lettere firmate da KAREN ...".

Karen però si lega anche a Danielle Louzada che, oltre a essere tesoriere della Agafia - e amministratore della Irec, società un tempo gestita da Ioannucci - è collegata ad altri due uomini vicini a Lavitola. Parliamo di Enzo Valori e Alexander Herodoto de Campos. Il primo - socio di Danielle nella Green World Group e Latina Media Corporation - pare collegarsi ai 500mila euro che dovrebbero girare, attraverso Berlusconi, da Lavitola a Tarantini: dalle intercettazioni si scopre che 50mila, dei 100mila euro ricevuti da Lavitola, vengono dati "a Enzo Valori che dovrà conservarli per la pescheria".

Herodoto è invece segretario della Agafia. E per Herodoto e Danielle Louzada, Lavitola chiede, all'ambasciatore italiano in Brasile, il 5 agosto, il rinnovo del passaporto e una dichiarazione del titolo di studio. E definisce Herodoto - segretario della Agafia, che punta al 10 per cento della commessa di Finmeccanica da 180 milioni - come il suo "partner commerciale". Un partner commerciale, l'Agafia, che per l'affare chiuso da Lavitola - consulente di Finmeccanica per soli 35mila euro - avrebbe potuto guadagnare diversi milioni.

2 - LA MOSSA "SEGRETA" DI GIANPI
Rita Di Giovacchino per "Il Fatto Quotidiano"

Otto ore di interrogatorio, non prive di momenti di tensione, tutte incentrate su appena tre o quattro telefonate. La strategia del procuratore aggiunto Pietro Saviotti, ultimo ad affrontare Tarantini, sembra tesa a far luce soltanto su alcuni passaggi cruciali nei rapporti tra Berlusconi, Lavitola e l'imprenditore pugliese.

Telefonate che risalgono al luglio scorso, quando Gianpi con l'acqua alla gola batteva cassa e l'ex direttore dell'Avanti cercava di evitare che incontrasse il premier per non fargli sapere che aveva già sborsato 500 mila euro. Il pm romano si è mostrato incalzante, quasi meticoloso nel ricostruire il significato di ogni parola e alla fine è esplosa l'ira di Gianpi.

Ma quale amico! "Lavitola l'ho conosciuto per caso di fronte alla scuola delle nostre figlie, è stato lui a dirmi che era amico di Berlusconi e poteva aiutarmi. La verità è che io ho ricevuto non più di 250 mila euro e lui si è preso il resto. Quei soldi erano soltanto un prestito che doveva consentirmi di iniziare un'attività, sono rovinato". A conti fatti Tarantini avrebbe ricevuto da Berlusconi 14 mila euro per dieci mesi e qualche altro regaletto: quei 10 mila e 20 mila euro che Marinella Branbilla consegnava a Chavez, il factotum di Lavitola. Poca cosa rispetto ai 600-700 mila euro che l'ex direttore dell'Avanti avrebbe intascato.

Ma l'interrogatorio è stato secretato e non se ne sa di più. Fatto strano è che a chiederlo sono stati gli avvocati Diddi, Filippelli e Santoro che seguono le vicende processuali di Tarantini a Roma, Napoli e Bari. Una decisione dietro la quale s'intravede una diversa strategia difensiva che punta, ora che i rapporti si sono frantumati, a giocare a carte coperte.

"Tarantini è stato l'unico finora a pagare le conseguenze di questa vicenda. Lavitola è latitante, Berlusconi non è stato neppure interrogato. Non far sapere quale sia la nostra difesa è il minimo che si può fare", dice Diddi. Eppure anche l'altra notte Gianpi ha ribadito la sua "venerazione" nei confronti del premier. Cosa c'è dunque da nascondere visto che l'indagato continua a recitare un film già visto?

Qualcuno avanza un dubbio che circola da tempo: Tarantini potrebbe aver ammesso di aver mentito. Non perché qualcuno lo abbia indotto a farlo, ma per "proteggere" Berlusconi. Un gesto di riconoscenza, ma le sue parole cambierebbero comunque la posizione del premier visto che la domanda più importante che ruota attorno alle escort a Palazzo Grazioli è se Berlusconi fosse o no consapevole che le donne che riceveva erano prostitute. In ogni caso Tarantini ha puntato il dito contro Lavitola , che avrebbe approfittato di lui.

Non solo soldi, il giornalista voleva stabilire con Berlusconi un rapporto "esclusivo". Gianpi era "uno che consumava più di una Ferrari", il premier non poteva più fidarsi di nessuno: "Ce li hai tutti contro. Letta, Bisignani, Tremonti cercano di farti fuori". Anche di Ghedini doveva liberarsi:"Guarda che a Bari il tuo avvocato è nei guai".

L'avvocato Diddi contro Lavitola sta studiando una mossa a sorpresa: chiedere la remissione del procedimento. Una richiesta che porterebbe il processo diritto a Lecce, la stessa procura che indaga sul conflitto tra il procuratore Laudati e il pm Scelsi: "A Bari non esistono condizioni che consentano un sereno svolgimento del processo.

Lo dimostra l'incredibile decisione del pm Drago il quale, senza il sostegno di ulteriori investigazioni, si è opposto alla richiesta del Tribunale del Riesame di Napoli, rifiutando di spiccare un nuovo ordine di cattura contro Lavitola. Una decisione che lascia intravedere un eccesso di protezione verso il premier che tuttora, nonostante la contraria decisione del gip, non è stato iscritto. Non crediamo all'estorsione di Tarantini e neppure alle pressioni di Berlusconi. Ma temiamo che troppi riguardi nei confronti del protagonista più importante finiscano per stritolare quello meno importante".

 

LAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMABERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLATARANTINI A ROMA DOPO LA SCARCERAZIONE MASSIMO SARMI agusta westland il gioiellino di Berlusconi NICLA TARANTINI POZZESSERE PAOLONICLA TARANTINIantonio laudatiGiuseppe Scelsi NICCOLO GHEDINI