
DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI…
Renato Pezzini per "Il Messaggero"
Nelle periferie della Lega Nord il possibile ritorno all'opposizione riaccende entusiasmi che parevano persi. A conferma di quanto sia stata pesante - agli occhi della base - la lunga convivenza forzata con Berlusconi e il Pdl. I vertici del Carroccio, invece, sono più prudenti, Bossi e i suoi colonnelli non danno ancora per scontata la nascita di un esecutivo guidato da Mario Monti, e fanno gli scongiuri: «Se Berlusconi dice no, si va sicuramente al voto» è la ovvia quanto preoccupata analisi della situazione.
Mentre a parole il partito padano strepita per un ritorno repentino alle urne, nei fatti spinge affinché il governo voluto da Napolitano veda la luce. Sentite Umberto Bossi: «Noi restiamo fuori perché da fuori si può controllare meglio». E ancora: «Non vogliamo dare a priori la nostra adesione a un governo in cui non c'è progetto né programma». Due modi per dire ciò che ha in mente: riconquistare consenso stando all'opposizione di un esecutivo che nascerà prendendosi pure il lusso di assecondarlo su alcuni temi. Un appoggio esterno? «Direi di no. Meglio contrattare di volta in volta le cose».
Nascosto nelle parole del capo padano c'è anche un messaggio al Cavaliere che i suoi interpreti decrittano più o meno così: caro Berlusconi, se vuoi dare i tuoi voti a Monti fallo pure, la nostra alleanza non morirà per questo. Parole dette, insomma, per tranquillizzare il premier uscente e spingerlo a sostenere il piano del Capo dello Stato senza temere contraccolpi nei rapporti col Carroccio.
Del resto, se anche Berlusconi dicesse no a Monti si andrebbe al voto in tempi brevi e il piano leghista salterebbe. Nonostante le reiterate dichiarazioni ufficiali, infatti, il Carroccio non vuole le urne. E a Bossi scappa pure di dirlo: «Con chi ci alleeremo alle elezioni? E' presto per saperlo, sono ancora molto lontane». Lapsus freudiano che certifica la distanza siderale fra la linea ufficiale e i suoi inconfessabili desideri.
Il declino del Cavaliere ha avuto l'effetto di ricompattare il movimento nordista dilaniato fino a poco fa da faide interne. Calderoli, Reguzzoni, Bricolo, Rosy Mauro e tutti i difensori a oltranza della fedeltà al governo hanno dovuto prendere atto che quel governo non c'è più. E anche l'alleanza col premier non è più irrinunciabile. Tanto è vero che si è improvvisamente riacceso un feeling con Giulio Tremonti con il quale i rapporti si erano raffreddati proprio a causa dei contrasti con Berlusconi.
Ieri il ministro (uscente) dell'Economia ha avuto un faccia a faccia con Bossi e Calderoli. Insieme hanno ragionato sul nascente governo Monti, insieme sono giunti alla stessa conclusione: per la Lega meglio starne alla larga. Anzi, meglio dare subito l'impressione che il passaggio all'opposizione sia già iniziato, come dimostra l'uscita di Calderoli: «Sta per nascere un governo di impostazione ribaltonistica, combatteremo in ogni modo questa Banda Bassotti».
Qualche maligno sospetta che la fermezza del partito padano potrebbe essere incrinata da una offerta a Maroni di conservare il Ministero degli Interni. Lo stesso Maroni, parlando ieri con i suoi collaboratori, ha però escluso l'eventualità : «Siamo a un passo dall'obiettivo: tornare a fare politica nelle nostre regioni, lontani dal palazzi romani. Se mi proponessero di restare al Viminale direi di no anche se fosse la Lega a chiedermelo».
DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI…
DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN…
FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA…
DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE…
DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU…
DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI…