DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Da “Corriere.it”
Il pubblico che urla a gran voce «dimissioni» indossando maschere da pagliaccio. E Ignazio Marino che in aula prova a difendersi: «Ho pagato le multe anche se non dovevo, ma sono una vittima di errori di altre persone, chiedo comunque scusa». È cominciata così la resa dei conti in Campidoglio sulla vicenda della Panda rossa. Il sindaco si è difeso a tutto campo: «Non mi dimetto» ha detto durante l’intervento.
Il giallo del permesso
«L’errore da cui nasce tutta questa vicenda è un ritardo nel rinnovo del permesso. Quando il permesso annuale richiesto all’inizio della consiliatura scade, gli uffici competenti non procedono al rinnovo per tempo lasciando così l’auto senza contrassegno valido ma non facendo certo venir meno il diritto a circolare. Gli stessi uffici, una volta riscontrato il ritardo, attivano l’iter per il rinnovo e avvisano l’Agenzia per la mobilità che emette fisicamente i contrassegni.
L’Agenzia, in attesa del rinnovo, produce un’autorizzazione temporanea elettronica, quindi senza contrassegno da esporre, con effetto retroattivo, a valere dalla scadenza del precedente permesso. È dunque chiaro che l’automobile è sempre stata autorizzata a circolare ed è per questo che le famose multe di cui da giorni si parla sono state automaticamente annullate».
«Le mie dimissioni? Ho sorriso»
« Ho sentito e letto ipotesi e parole del tutto ingiustificate, di mie dimissioni e vi dico la verità ho sorriso - ha aggiunto -. Chi parla, pensa o scrive di mie dimissioni davvero non vuole comprendere la dimensione della nostra sfida. Ci sono tanti poteri e tanti interessi che non gradiscono il lavoro che stiamo facendo. Sì, lo confermo e, ancora alla ricostruzione che ho fatto è evidente che siano state commesse delle disattenzioni da parte degli uffici competenti nel seguire correttamente tutta la procedura. Errori che non hanno prodotto danni a nessuno, se non a me stesso».
«Errori di gravità limitata»
«Ritengo siano errori di gravità assai limitata - ha detto ancora il sindaco - errori cui si è rimediato, errori che non giustificano il clamore che si è costruito intorno a questa vicenda. Non ho pagato alla cassa ufficio contravvenzioni perché non poteva ricevere il pagamento, visto che le multe erano annullate ma all’ufficio postale, con semplici bollettini che ho compilato per un totale di 1.021,52 euro, che almeno ritroveremo nelle casse del Comune in vista dell’assestamento di bilancio».
Il sostegno e l’opposizione
E dal vicesindaco Nieri giunge il sostengo: «Caso finito, stop, fine della storia. Adesso lasciateci lavorare, perché Roma ne ha davvero tanto bisogno dopo anni di nulla e di disastri». E appoggia anche il capogruppo della Lista civica, Luca Giansanti: «L’intervento del sindaco Marino è stato di grande nobiltà. Non è frequente assistere in quest’Aula all’ammissione di un errore e di scuse alla città. Un errore ammesso su una dimenticanza di un qualcosa che non era tenuto a fare». Ma dall’opposizione il capogruppo di Ncd, Roberto Cantiani insiste: «Per noi l’esperienza Marino è finita. Mancano poche firme ancora per presentare la mozione di sfiducia, scritta insieme ai grillini e li ringrazio, perché i romani e Roma meritano un’altra gestione».
«Ora concentriamoci sulle cose da fare»
LA PANDA DI MARINO IN DIVIETO DI SOSTA
Marino ha commentato anche il caso Tor Sapienza e l’emergenza periferie, denunciando il tentativo di alcuni «di strumentalizzare i problemi e il disagio» con «cedimenti beceri a sentimenti razzisti», mentre «componenti criminali soffiano sul fuoco del disagio e della paura». Chiuso il capitolo periferie, Marino ha invitato tutti a pensare alle «cose da fare che sono tante». «Concentriamoci sulle regole e sulle ambizioni per cambiare Roma. Io sono pronto. Grazie»: con queste parole il sindaco ha poi terminato l’intervento fra gli applausi della maggioranza, in una sorta di pax ritrovata dopo le tensioni degli ultimi giorni e delle ultime ore, mentre dall’opposizione sono partite bordate di fischi.
Il vertice con Guerini
In mattinata il sindaco aveva avuto un’ora di colloquio riservato, dalle undici a mezzogiorno. Ignazio Marino ha incontrato martedì mattina in Campidoglio il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, sulla crisi della giunta esplosa dopo il caso delle multe alla Panda rossa e alla gestione dell’emergenza Tor Sapienza.
CITTADINI PROTESTANO PER LA PANDA DI MARINO
La richiesta del partito
Al termine non sono stati diffusi comunicati, ma secondo quanto trapelato, il numero due del partito avrebbe sollecitato una svolta nella guida della città. Già lunedì Guerini aveva detto che «non bastano ritocchi» in giunta. Il valzer di deleghe ipotizzato da ambienti vicini a Marino, dunque, non sembra soddisfare le esigenze del partito. Nel primo pomeriggio Poi c’è stato infatti un incontro del sindaco con il gruppo capitolino del Pd: «Non vogliamo il voto anticipato, ma Marino cambi almeno metà della giunta».
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