DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Antonellis per “Dagospia”
In queste ore concitate nessuno, ne tra i dioscuri di governo, ne tra i solerti collaboratori del Premier Conte, ha avuto l'ardire di alzare il telefono e di comporre il magico numero del Colle per sapere quale fosse l'umore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in merito ai recenti fatti di cronaca politica (in attesa di diventare cronaca giudiziaria se la denuncia minacciata da Luigi Di Maio venisse depositata; ma ci sono novanta giorni di tempo, fanno notare alcuni tra i big dei 5Stelle).
Ebbene, ve lo riveliamo noi: l'umore dell'uomo del Colle è nero anzi nerissimo. Dire che è deluso dal comportamento assai poco istituzionale dei due dioscuri di governo è usare un eufemismo. Chi ha avuto modo di parlare in queste ore a quattr'occhi con il Capo dello Stato lo descrive assolutamente sconfortato da quanto sta accadendo: "C'è voluta tanta fatica e tanto senso di responsabilità per riuscire a mettere in piedi questo benedetto governo, con trattative intense e difficili, ed ora vederlo divorato poco a poco da beghe e liti interne non può far certo piacere al Capo dello Stato" racconta chi ha avuto modo di parlarci.
Come spiegano fonti quirinalizie, il Capo dello Stato sta anche tentando come può di dare una mano, di metterci una "buona parola", soprattutto con l'Europa: "Mattarella sta tentando di metterci una pezza ma se i dioscuri di Lega e 5 Stelle non si danno una calmata, se continuano con i loro atteggiamenti macchiettistici ci sarà ben poco da fare.
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
Si rischia di mandare in malora il paese prima ancora che la coalizione di governo. Se invece stessero più attenti alle parole e agli atteggiamenti, se avessero maggior senso istituzionale probabilmente riuscirebbero anche a raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati": questo il Quirinale-pensiero.
Ma al Colle c'è anche molta delusione nei confronti di alcuni personaggi chiave del governo, a cominciare dal Premier Conte per non parlare di Moavero e Tria. Si sperava che con il loro contributo fosse possibile frenare gli ardori giovanili dei due leader gialloverdi ma così non è stato. Ora si spera che i dissidi interni alla maggioranza rientrino al più presto e che "a nessuno venga in mente di aprire una crisi di governo in piena sessione di bilancio. Sarebbe devastante per il Paese, è un lusso che non possiamo permetterci".
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