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Adalberto Signore per “il Giornale”
Politicamente è probabile cambi poco, perché comunque vada la campagna referendaria di qui al 4 dicembre è altamente difficile che una vittoria del «No» non venga messa in carico a Matteo Renzi, aprendo quindi le porte ad una crisi di governo. Detto questo, i pochi dubbi che potevano esserci si sono andati dissolvendo nelle ultime 48 ore, con il premier che ha dato una decisa accelerazione al battage a favore del «Sì».
È una vera e propria maratona quella del leader del Pd, condotta in prima persona con appuntamenti in giro per l' Italia (sabato scorso Palermo, Trapani, Taormina e Messina, oggi Napoli e Avellino, sabato piazza del Popolo a Roma) e, soprattutto, con una lunga maratona tv. Lunedì scorso alle 20 ospite in studio del Tg5, ieri a Porta a Porta su Rai1, oggi di nuovo su Canale5 a Matrix mentre venerdì sera sarà su La7 per un faccia a faccia con Ciriaco De Mita condotto da Enrico Mentana.
Una full immersion, insomma. Che mette il timbro - se mai ce ne fosse stato bisogno - su quanto il voto del 4 dicembre sia anche necessariamente un voto politico, un modo per premiare o bocciare questi quasi tre anni di governo.
D' altra parte, l'esecutivo guidato da Renzi è nato con l' obiettivo di «fare le riforme» e difficilmente il suo destino potrà essere distinto da quello del referendum. È per questo, forse, che il leader del Pd ha rotto gli indugi e dato il via ad una massiccia campagna elettorale nella quale c'è solo lui contro tutti. Partendo forse un po' in anticipo e rischiando di produrre un «effetto saturazione» sull' elettorato, fa notare qualcuno. Anche se è vero che fra poco la par condicio diventerà molto più stringente di adesso.
Quella di essere in prima linea, invece, è considerata una scelta «obbligata», perché - è la convinzione dei guru della comunicazione di Palazzo Chigi - Renzi è l' unico che davvero funziona in tv. Il premier, dunque, monopolizza e monopolizzerà tutti gli spazi televisivi concessi al fronte del «Sì», a differenza dei sostenitori del «No» costretti a dividersi il tempo.
Inevitabile, insomma, che di qui al 4 dicembre la personalizzazione della partita referendaria cresca ulteriormente. Non è un caso che Renzi sia sulle barricate come se si trattasse di vere e proprie elezioni politiche. Tanto da mettersi a dieta, così da presentarsi agli elettori nella migliore forma possibile. La stessa cosa che faceva Silvio Berlusconi prima di ogni campagna elettorale.
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