DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Estratto dell'articolo di Andrea Bulleri per il Messaggero
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«Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo», premette la premier tra le pagine de «La grande tempesta» (il nuovo libro del giornalista Rai in uscita dopodomani per Mondadori). «Anche se aggiunge ho preso in considerazione l'ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili».
Mette in chiaro di non aver avuto alcuna intenzione di utilizzare il «manuale Cencelli» per assegnare gli incarichi, Meloni, «perché i numeri (considerati i rapporti di forza tra FdI, FI e Lega, ndr) avrebbero detto altro». Il criterio non è stato quello, assicura: «A me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo conclude di esserci riuscita».
GLI ALLEATI La premier si sofferma poi sulla collaborazione con gli alleati di governo. «Con Salvini rivela si è stabilito un rapporto nuovo e diverso. Ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni». Non solo: «In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l'ho chiesto a lui», racconta.
«Franchezza reciproca senza polemiche», insomma. Un rapporto, quello con il segretario del Carroccio, consolidato anche nei giorni delle fibrillazioni con Forza Italia sulla composizione della squadra ministeriale: «Il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto».
E con il Cav, invece? «Con lui c'è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone», confida Giorgia. «Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse. Non so quanto sia stato ben consigliato all'inizio sottolinea ma devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia al Senato è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo».
berlusconi meloni salvini alle consultazioni
Infine, un passaggio sul colloquio informale a Roma con Macron all'indomani del giuramento. «Ho contestato l'atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione», racconta Meloni, facendo notare come «ho trovato una perfetta comunità d'intenti nella difesa della sovranità alimentare a cui anche la Francia tiene molto». E poi «abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. La lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti», suggerisce la premier. «L'ho trovato assolutamente d'accordo su questa linea».
giorgia meloni 2 VESPA MELONIsilvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizionemeloni berlusconi salvini al quirinale
silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni al quirinale berlusconi meloni salvini al quirinale
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