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“LE RICHIESTE DELL’ITALIA ALL’EUROPA SONO GIUSTE” - LO HA DETTO IL MINISTRO GRECO PER LE MIGRAZIONI IOANNIS MOUZALAS: "LA SOLIDARIETA' EUROPEA E' UN OBBLIGO LEGALE. NON PUO' ESSERE CHE IL SALVATAGGIO SIA INTERNAZIONALE, MA L'ACCOGLIENZA NAZIONALE" - IL PIANO DI MINNITI SULLA LIBIA
1 - MIGRANTI: MOUZALAS(GRECIA),GIUSTE RICHIESTE ITALIA A UE
(ANSAmed) - "Le richieste dell'Italia all'Europa sono giuste: un problema europeo ed internazionale non può avere una soluzione nazionale": lo ha detto all'ANSA il ministro greco per le migrazioni Ioannis Mouzalas, per il quale "la solidarieta' europea non e' una questione sentimentale o etica, e' un obbligo legale. Sono d'accordo con quello che ha detto il ministro Minniti a Tallinn, non puo' essere che il salvataggio sia internazionale, ma l'accoglienza nazionale".
2 - LAVORO PER FRENARE I TRAFFICANTI IL PIANO DI MINNITI PER LA LIBIA
Francesco Grignetti per “la Stampa”
Occhi puntati oggi su Varsavia, alla sede centrale di Frontex, l' agenzia europea delle frontiere, dove si vedono i rappresentanti dei governi che partecipano alla missione Triton, nel Mediterraneo centrale. Riunione chiesta dall' Italia.
Da parte nostra ci sarà il prefetto Giovanni Pinto, direttore centrale della Polizia delle Frontiere, con il mandato di «ridiscutere» un pilastro della missione, ossia lo sbarco in Italia (e non nei porti di Francia, Spagna o Malta) dei migranti che vengono recuperati sulle navi che operano nell' ambito di Triton.
Altra questione, ma intrinsecamente collegata agli sbarchi, sono i salvataggi a cura delle navi umanitarie. È in preparazione un codice di condotta per le Ong a cura dell' Italia, che l' Europa tutta intende fare proprio.
E non sarà uno scherzo farlo digerire alle associazioni. Giusto per capire le posizioni, ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha seccamente detto: «Dico no a un codice ad hoc solo sulle Ong. Non bisogna rendere il loro lavoro più complicato.
Quel codice rispediamolo al mittente. Dopodiché, se una Ong ha rapporti non trasparenti, se dimostrato, ne risponda davanti alla legge». Infine, un invito ai ministri dell' Interno: «Prima di riunirsi nei loro vertici partecipino a un salvataggio: capiranno che vuol dire».
Se a Varsavia si parlerà dell' accoglienza di chi arriva, due giorni dopo a Tripoli sbarca Minniti in persona per discutere con i libici di come non far partire troppi migranti.
Il ministro ha in calendario una riunione con i sindaci delle città meridionali della Libia, in particolare del Fezzan, i quali si preoccupano che sul flusso di migranti sia ormai nata e prosperi un' economia specifica. Se davvero si vuole frenare il flusso di migranti illegali che risale dall' Africa, avevano spiegato i sindaci del Fezzan in una riunione precedente a Roma, occorre che nasca un' altra economia. Di qui di nuovo la richiesta di aiuto all' Italia (che con la Libia ha stipulato a febbraio un accordo bilaterale, poi appoggiato dai Ventotto).
Qualche idea è stata messa a punto. C' è il progetto di arruolare in una nascente Guardia di frontiera un certo numero di miliziani dei clan Tuareg e Tebou (le due principali etnie che si contendono il Fezzan) per utilizzarla a difesa delle frontiere e non il contrario: dopo Tallinn, ora anche i ministri europei dell' Interno appoggiano ufficialmente la nascita in Libia di questa Guardia di frontiera che nel deserto dovrebbe fare lo stesso lavoro della Guardia costiera.
I sindaci del Fezzan chiedono però di passare dalle parole ai fatti anche su altri dossier.
Minniti con Thomas de Maziere Gerard Colomb e Dimitri Avramopoulos
Attendono che si concretizzino gli aiuti promessi per realizzare strade, aeroporti, ospedali e infrastrutture. Spiegava il ministro Minniti nei giorni scorsi: «Il traffico di esseri umani, purtroppo, oggi è uno dei principali canali economici di cui la Libia vive. Nel momento in cui si punta a stroncarlo, è chiaro che bisogna offrire a quelle popolazioni un circuito economico alternativo».
Si pensa anche a gemellaggi tra comuni italiani e libici.
E se poi alla riunione di Tripoli ci saranno altre richieste di parte libica, Minniti, che al momento è l' unico in grado di andare e venire dalla Libia, dove lo considerano un interlocutore affidabile, ha annunciato che è pronto a prendere nota per poi ripartire con il discorso europeo. A Tallinn, infatti, per la prima volta i Ventotto si sono resi conto che è ora di non lesinare più sui finanziamenti alla Libia a meno di non finire sommersi.
Matteo Renzi, intanto, recrimina perché l' hanno messo in croce per una frase. «Dovremmo mettere un tetto massimo oltre il quale l' Italia non può fare di più, ma dentro il quale si facciano politiche di accoglienza vere», ribadisce. «Il piano per l' Africa deve essere collegato al blocco delle partenze. Questo non è razzismo. È un elemento di buon senso».
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