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Rita Di Giovacchino per âIl Fatto Quotidiano'
Il procuratore generale di Roma, Luigi Ciampoli, ha avocato a sé parte della nuova inchiesta sul caso Moro. Da sabato è nelle sue mani il fascicolo sulle indagini, svolte dall'ex ispettore della Digos di Torino Enrico Rossi, sulla famosa Honda blu da cui partirono colpi di arma da fuoco per bloccare l'accesso di estranei all'incrocio tra via Fani e via Stresa.
Colpi presumibilmente sparati da due agenti del Sismi presenti sul teatro dell'agguato. Ciampoli aveva già annunciato che intendeva prendere visione degli atti, ma la notizia che intendesse avocare a sé l'inchiesta è giunta ieri a sorpresa a margine di un'audizione davanti al Copasir. Nella tormentata storia processuale della strage di via Fani è la seconda volta che la procura generale interviene per sottrarre gli atti alla procura di Roma.
La prima risale al 1978 quando il procuratore Pascalino intervenne dopo l'emissione di 24 ordini di cattura, spiccati nelle ore successive alla strage a carico di estremisti di sinistra, di cui al momento non era noto il coinvolgimento nella strage. Nessun commento da parte del procuratore Pignatone, che non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, e neppure dell'aggiunto Capaldo, titolare del fascicolo prossimo all'archiviazione, in vacanza da qualche giorno. In attesa di conoscere le motivazioni del dispositivo si può ipotizzare che la procura generale abbia ravvisato una certa inerzia nello svolgimento delle indagini.
La presenza del colonnello Camillo Guglielmi, addestratore nella base Nato di Capo Marrargiu, ovvero la più importante struttura operativa di Gladio, fu in effetti accertata nelle ore successive al sequestro Moro. L'ispettore Rossi, muovendo da una lettera anonima, era giunto alla conclusione che a bordo della Honda ci fossero due agenti agli ordini dello stesso Guglielmi. Poi deluso aveva chiesto il pensionamento anticipato.
Gli atti furono trasferiti da Torino a Roma, per competenza territoriale. Interrogato il primo aprile scorso, dai pm Capaldo e Palamara, l'ex ispettore si era detto convinto della validità della pista indicato dall'anonimo che avrebbe trovato importanti conferme nel corso di una perquisizione in casa di un fotografo, Antonio Fissore, identificato in base alle indicazioni dell'anonimo, e poi i deceduto nel 2012 in Toscana.
L AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROMOROIL PROCURATORE GENERALE DI ROMA LUIGI CIAMPOLI IL PROCURATORE GENERALE DI ROMA LUIGI CIAMPOLI
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