DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
1 - A CENA CON MERKEL E HOLLANDE PUTIN VEDE L’INTESA SULL’UCRAINA
Marco Zatterin per “la Stampa”
Un piccolo tavolo rotondo in un ampio salone del Cremlino, bianco in un ambiente bianco, col padrone di casa russo Vladimir Putin al centro, la tedesca Angela Merkel alla sua destra, il francese François Hollande a sinistra. Il quarto posto sarebbe spettato a Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina in guerra del cui futuro i tre grandi hanno discusso sino a tardi, ma a Mosca non lo hanno voluto. Così la coppia di casa Ue, reduce da Kiev, ha chiesto il «cessate il fuoco» anche a suo nome.
«Un tentativo disperato di tornare alla Pace», secondo fonti diplomatiche bruxellesi. Per «porre fine al bagno di sangue». Putin ha esaminato la proposta con le abituali smorfie. La sua intenzione è rivisitare l’intesa firmata a Minsk sull’integrità territoriale di Kiev e ridisegnarne la mappa alla luce della situazione sul campo. A quel punto, magari, potrebbe pure decidere di togliere il sostegno ai ribelli e ritirare le sue truppe che, sinora, ha sempre negato di aver schierato. Ma non ha alcuna fretta.
L’«ULTIMO NEGOZIATO»
I tre leader, da soli, parlando in tedesco, hanno cominciato alle sette della sera e finito alle dieci. Poi hanno proseguito a cena. Clima teso comunque. «È l’ultimo negoziato», aveva avvertito la cancelliera, che su questo round si gioca la reputazione di condottiera invincibile.
Dopo tre ore hanno concordato di risentirsi telefonicamente domenica, ha spiegato il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov, aggiungendo che al momento i tecnici stanno cercando di definire un documento congiunto sull’attuazione dell’accordo per la tregua - mai rispettato - nelle regioni orientali ucraine raggiunto il 5 settembre scorso a Minsk e riconfermato, inutilmente, il 9 dicembre scorso. Gli entourage dei tre leader hanno confermato che i colloqui sono stati «costruttivi».
PARTENZA A SORPRESA
Hollande e Merkel hanno deciso di volare da Putin mercoledì, d’impeto. Hanno consultato i vertici europei, il presidente del Consiglio Tusk e l’alto rappresentante Mogherini. Poi sono partiti. Per tre motivi: la disponibilità manifestata da Putin al dialogo; la drammatica situazione nel Sudest ucraino, a Debaltseve; la «pericolosa» possibilità sollevata dagli Usa, e praticata dai lettoni, di fornire armi a Kiev e lanciare una guerra totale.
La missione è sostenuta da Unione e Nato, anche se i britannici lamentano l’iniziativa a due, come gli Stati Uniti, e non si hanno conferme che l’Italia sia stata avvisata. La squadra Ue insegue la pace anche per facilitare l’arrivo dei caschi blu dell’Onu. Mentre Putin avrebbe un’idea precisa: «Estendere i termini di Minsk e stabilire un confine interno all’Ucraina che rifletta la situazione sul terreno», spiega una fonte diplomatica, mentre la Merkel ha ribadito che non vuole entrare in «nessuna disputa territoriale».
«Vorremmo che si facesse un primo passo», si spera al Consiglio Ue. Forse. Anche perché l’unico che potrebbe trarre un vantaggio dal fallimento del confronto è Putin che, denunciando il bluff dell’Ue, potrebbe alimentare l’escalation. L’Europa risponderebbe con altre sanzioni e un summit degli Esteri è già in calendario per lunedì, prima di quello dei leader di giovedì. Preparati ad aumentare la pressione? «Nell’ultima riunione abbiamo lasciato la porta aperta», risponde una fonte diplomatica. È l’unica via, nessuno sa se sia abbastanza. Perché, come ricordava ieri un esperto diplomatico, «noi veniamo da Venere e i russi da Marte».
2 - UCRAINA: OGGI A MONACO MERKEL, LAVROV, BIDEN E POROSHENKO
(ANSA) - Di ritorno dalla missione franco-tedesca a Mosca, è Angela Merkel l'ospite più atteso della seconda giornata di lavori della conferenza internazionale di sicurezza che si è aperta stamani a Monaco di Baviera. Oggi arrivano al forum anche il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov e il presidente ucraino Petro Poroshenko, che terranno anche incontri in diverse formazioni tra loro, a margine. Per l'Italia sono presenti i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti, impegnati in una serie di bilaterali, al convegno che vede partecipare trenta Paesi.
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