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1 - CONFESSA LA 21ENNE DEL NEGOZIO ACCANTO. LIGNANO, SI CERCA IL FRATELLO. CONIUGI UCCISI PERCHÃ NON PARLASSERO
A. P. per "Corriere della Sera"
Per la Procura di Udine non ci sono dubbi: sono stati loro, i fratelli cubani Laborde Reiner Rico e Lisandra Aguila Rico, di 24 e 21 anni, incensurati, arrivati in Italia nel 2009. Sarebbero i responsabili del delitto dei coniugi Paolo Burgato e Rosetta Sostero, brutalmente uccisi a Lignano Sabbiadoro lo scorso 19 agosto.
L'avrebbero fatto per denaro, dopo aver saputo che nella villa dei Burgato c'erano delle somme liquide. Ma quella notte, non riuscendo a raggiungere il loro scopo, la situazione sarebbe degenerata. Uno dei due coniugi li avrebbe riconosciuti, nonostante fossero a volto coperto e il riconoscimento sarebbe stato fatale, capace di far scattare la furia omicida e il massacro. Lisandra è stata intercettata in Campania, trasferita a Lignano per un prelievo del Dna e poi sottoposta a fermo, firmato dal pm di Udine Claudia Danelon.
Dopo un interrogatorio di oltre sei ore nel quale ha confessato il delitto, seppure in modo non lineare, la giovane cubana è stata trasferita nel carcere di Trieste in attesa della convalida del gip di Udine. Laborde, che si trova all'estero, probabilmente a Cuba dove è sposato e ha un figlio, è invece inseguito da un mandato di cattura internazionale. Per entrambi l'accusa è di omicidio pluriaggravato e rapina. Una rapina voluta da due giovani stranieri che conoscevano la coppia e le loro abitudini per aver lavorato nella gelateria vicino al loro negozio. Due incensurati, venuti in Italia a raggiungere la loro madre che però risulta estranea al delitto. Al momento nel registro degli indagati non ci sono altri iscritti ma gli inquirenti non escludono sviluppi in questo senso.
Tutto è maturato negli ultimi giorni, dopo che per quasi tre settimane le indagini hanno battuto varie piste, fra cui quella del fallimento della società di costruzioni della famiglia Sostero, di proprietà del fratello di Rosetta, Rino, che aveva fatto infuriare decine di clienti. Il cerchio dei cosiddetti «attenzionati» si era stretto a un centinaio di persone e in particolare a quelle partite da Lignano nei giorni successivi all'omicidio, come il ventiquattrenne Loborde Reiner Rico. Il primo, forte indizio è venuto dalle intercettazioni telefoniche e dall'esame del Dna sui commercianti della zona, fra cui Sandra Emilia Rico, cubana arrivata vent'anni fa e sposata con il titolare del «Re del gelato» di Lignano Sabbiadoro ma soprattutto madre di Laborde.
La svolta, domenica sera: il codice genetico della gelataia è risultato compatibile con quello isolato da un mozzicone di sigaretta rinvenuto nella villetta dell'orrore. «Si tratta di un Dna materno» sostengono gli investigatori. Cioè, a casa Burgato era presente un figlio di Sandra Rico. E Sandra ha due figli: Laborde e Lisandra, presenti a Lignano nel giorno del delitto. Ieri notte il capitano Fabio Pasquariello, che guida il Nucleo investigativo dei carabinieri di Udine con il quale hanno lavorato Ros e Ris, ha deciso di andarla a prendere per eseguire l'esame del Dna. Lei ha accettato, è arrivata a Lignano, le hanno fanno un tampone biologico e tutto è tornato: il codice genetico è esattamente quello del mozzicone. à scattato così il fermo che dovrà essere convalidato entro 48 ore dal gip di Udine.
«Riteniamo di aver fermato gli autori del brutale delitto, dopo un'investigazione molto capillare», ha confermato il procuratore di Udine Antonio Biancardi, mentre il pm Danelon si dice soddisfatto dell'interrogatorio di Lisandra. Con loro e con i carabinieri si è complimentato il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. Parole allarmanti dal presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini: «à indispensabile una schedatura di tutti gli immigrati in modo da garantire la sicurezza per i nostri cittadini che adesso non devono vivere nell'incubo di nuove incursioni criminali».
2 - L'ORSACCHIOTTO E QUELLA VIOLENZA
Paolo Di Stefano per "Corriere della Sera"
Per quali vie una ragazzina come tante, che un giorno si lascia fotografare affettuosamente aggrappata al suo orsacchiotto, possa partecipare, da adulta, al più efferato degli omicidi è un mistero angosciante quanto ovvio. Tutti i criminali, nella loro infanzia, avranno abbracciato il loro peluche, e non è facile (e chissà quanto utile) risalire alle ragioni psichiche o ambientali che stanno all'origine di una tale furia sadica. Del resto, Lisandra Aguila Rico la ritroviamo, anni dopo, mentre regge teneramente in braccio un barboncino bianco sorridendo verso l'obiettivo fotografico. E allora?
Il delitto di Lignano colpisce non solo per l'esito letale (una anziana coppia ammazzata nel garage della propria abitazione, forse in seguito a una rapina fallita), ma per la brutalità messa in atto, «a sangue freddo». Con il romanzo-verità di Truman Capote, che raccontava di un fatto di cronaca avvenuto una notte di novembre del 1959 in un remoto villaggio del Kansas, il delitto di Lignano condivide vari elementi: una villetta, un massacro familiare, la gratuità dell'accanimento. Un furto sfumato, le torture prima dell'esecuzione (là gli spari, qui le pugnalate). Ma ci sono anche alcune differenze. Là la famiglia Clutter al completo, qui i coniugi Rosetta Sostero e Paolo Burgato. E poi, soprattutto, il Friuli ricco di oggi non è il Middle West agricolo degli anni Cinquanta, anche se Lignano come Holcomb è un posto perbene, dove tutti conoscono tutti: il «Re del gelato», la moglie cubana, madre dei due balordi, i due balordi, lei ventunenne, lui ventiquattrenne, due «bravi ragazzi».
Vi ricordate l'incipit di Capote? «Il villaggio di Holcomb si trova sulle alte pianure di grano del Kansas occidentale, una zona desolata che nel resto dello stato viene definita "laggiù"». Lignano Sabbiadoro non è «laggiù»: è una cittadina sul mare, che si trova nel centro dell'Europa. La crudeltà , però, è la stessa. Non dissimile, per altro, da quella di Erba. Tra la strage compiuta da Olindo e Rosa e quella di Lignano ci sono un paio di cose in comune: mentre gli assassini di Holcomb venivano da molto lontano, quelli di Erba facevano parte della comunità , quelli di Lignano pure, e se non sono italiani è come se lo fossero, visto che erano (il passato è d'obbligo) perfettamente integrati a sentire la «gente»: i fratelli del negozio accanto... Già , gli assassini, a Erba come a Lignano, sono legati da stretta familiarità . Là marito e moglie, qui fratello e sorella: come se l'intimità contribuisse a esaltare l'odio. A sangue freddo, partendo da un orsacchiotto. Truman, dove sei?
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