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PATTO DI IN-STABILITA’! 12 PAESI CHIEDONO DI SFORARE IL PATTO DI STABILITÀ E AUMENTARE IL DEBITO PER POTENZIARE LE FORZE ARMATE - LA SORPRESA NON È TANTO LA SCELTA DI POLONIA, FINLANDIA, ESTONIA, LETTONIA E DANIMARCA, CHE SENTONO IL NEMICO RUSSO ALLE PORTE, NÉ L’ANNUNCIATA SVOLTA TEDESCA, QUANTO LA PRESENZA DI PORTOGALLO E GRECIA - QUELLA CHE RISCHIA DI CONFIGURARSI È UNA DIVISIONE DELL’EUROPA SUL TEMA DELLA DIFESA CON UN BLOCCO, GUIDATO DA PARIGI, BERLINO E VARSAVIA IN UN RAPPORTO STRETTO CON LONDRA, DETERMINATO A COSTRUIRE UN’AUTONOMIA STRATEGICA DAGLI USA DI TRUMP. LA CAUTELA DELL’ITALIA FRENATA DALLE DIVISIONI DELLA MAGGIORANZA…
Gianluca Di Feo per repubblica.it - Estratti
ursula von der leyen emmanuel macron vertice europeo sull ucraina foto lapresse
Dodici Paesi dell’Unione hanno chiesto di sforare i parametri del patto di Stabilità e aumentare il debito per potenziare le forze armate, testimoniando quanto sia sentito il problema della sicurezza nel Continente. La sorpresa non è tanto la scelta dei Paesi affacciati sul Baltico, come Polonia, Finlandia, Estonia, Lettonia e Danimarca, che sentono il nemico alle porte, né l’annunciata svolta tedesca, quanto la presenza di Portogallo e Grecia – che ha in corso una drastica riduzione del deficit – che smentisce il disinteresse del Sud alle prospettive geopolitiche determinate dall’invasione dell’Ucraina.
Nella lista ci sono pure Belgio, Slovacchia e Slovenia: nazioni che hanno formalizzato la domanda nei termini inizialmente previsti dalla Commissione, poi derogati anche su domanda italiana.
Quella che rischia di configurarsi è una divisione dell’Europa sul tema della Difesa: sta nascendo un blocco – guidato da Parigi, Berlino e Varsavia in un rapporto stretto anche con Londra – determinato a costruire rapidamente un’autonomia strategica dagli Usa di Donald Trump per giocare da protagonista nei rapporti di forza, a partire dal confronto con la Russia. Il summit tra Macron e Merz e il trattato franco-polacco che verrà firmato la prossima settimana daranno ulteriore spinta al disegno.
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friedrich merz al bundestag foto lapresse
Questo scenario pone l’Italia davanti a una scelta sul futuro. Finora il governo Meloni ha preso tempo. Si tratta di rinvio legato ai dissidi nella maggioranza e all’impopolarità della materia. Per Matteo Salvini parlare di riarmo «è una follia». Sul lato opposto c’è Guido Crosetto: «Non parlo di riarmo, ma di costruzioni di capacità difensive. Nazionali e da fornire alle nostre alleanze. Non mi pare che nessuno si sia mai detto contrario a queste necessità e impegni».
La premier si muove con cautela e valuta di prendere una decisione entro il vertice Nato di giugno. Il dibattito italiano però sembra più focalizzato sulle pretese di Trump, che vuole un incremento notevole degli stanziamenti per la Difesa, e non sulla rivoluzione degli equilibri europei, che rischia invece di condizionare il nostro ruolo nell’Ue.
volodymyr zelensky emmanuel macron keir starmer foto lapresse
EMMANUEL MACRON - keir starmer - DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
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