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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Maria Teresa Meli per âIl Corriere della Sera'
«I gufi e i conservatori non si illudano, appena si chiuderà la campagna elettorale, riprenderò il cammino delle riforme che non è affatto interrotto. C'è ancora tanto da fare per ammodernare il Paese, cambiare le istituzioni, ridurre gli sprechi e sburocratizzare»: è il solito Matteo Renzi quello che si impegna negli ultimi giorni del suo tour de force prima del voto del 25 maggio. Il Renzi che non ha ancora finito di fare una cosa e già guarda avanti.
Il che, ovviamente, non significa che il presidente del Consiglio non sia più che concentrato in questa battaglia contro Beppe Grillo. Sa che la vittoria dipenderà non solo dalla percentuale che riuscirà a ottenere il Pd ma anche dalla distanza che lo separerà dal Movimento 5 Stelle. Servono almeno cinque punti di distacco per poter dire che quello del Partito democratico versione Matteo Renzi è un successo pieno.
Già , perché anche se, intervistato da Corrado Formigli a Piazza Pulita, l'inquilino di Palazzo Chigi sostiene di non considerare «le europee un voto politico», il suo obiettivo è proprio quello di «rovesciare il risultato delle elezioni politiche dello scorso anno in cui il M5S ha vinto rispetto al Pd».
Per ottenere il risultato prefissato, comunque, Renzi confida agli amici che nello sprint finale «non tirerà fuori un coniglio dal cilindro». Per intendersi, nessuna mossa berlusconiana come quella dell'abolizione dell'Ici. E nemmeno nessun «cedimento alla demagogia alla Grillo». Ciò non significa che non farà niente: «In questi miei giri elettorali - spiega ai fedelissimi - ho visto l'Italia che funziona, ma non ho fatto finta di non vedere quella che invece non funziona, quella che non ce la fa. Ed è per questa parte del Paese che proporrò delle soluzioni concrete».
Di qui l'annuncio che «questa sarà la settimana chiave per la scuola, perché dopo aver sbloccato il Patto di stabilità , venerdì ci saranno le risposte dei sindaci e poi finalmente si partirà con i cantieri». E ancora: verranno sbloccati i fondi per gli ammortizzatori sociali lì dove promesso, come, per esempio, in Calabria. Mentre sempre Renzi fa sapere che in settimana Fincantieri «annuncerà un'importante novità ». Infine non si esclude una nuova «mossa fiscale» e nel frattempo il premier assicura che gli 80 euro varranno «anche per il 2015».
Insomma, gli ultimi giorni di campagna saranno densi di impegni, anche se il presidente del Consiglio continua a dire che non saranno «promesse elettorali alla Berlusconi».In questo suo tour elettorale in cui Grillo resta il bersaglio principale (come Renzi lo è per il comico genovese, del resto), il premier fa mostra di un certo ottimismo: «Stiamo dimostrando di non avere più paura delle piazze, di usarle, non stiamo più facendo l'errore che abbiamo fatto l'anno scorso. E nelle piazze, tra la gente, io vedo che c'è fiducia e speranza in questo governo.
Anzi, devo ammettere che il clima d'attesa che si è creato attorno all'esecutivo mi provoca un po' di inquietudine. I populisti sono tanti, in Italia come in Europa, però non mi fanno paura, sono loro che hanno paura di noi e per questo provocano, ma io credo che la gente capisca che riesce a cambiare chi governa e propone, non chi sa solo urlare e insultare». Come Grillo a cui Renzi ricorda: «I morti di lupara bianca esigono rispetto, credo che dovremmo abituarci a un linguaggio più serio».
E invece a quanto pare, secondo il premier, una parte dell'Italia politica pratica un altro sport: «C'è un lungo elenco di buffoni» dice a Piazza Pulita, non fa i loro nomi, ma aggiunge: «Mi preoccupa come viene vista l'Italia in Europa, perché la credibilità di Fi e M5S non è all'altezza delle aspettative che il nostro Paese suscita». Un avvertimento anche «agli statisti in camicia verde»: «Noi - dice Renzi scandendo bene le parole nel suo comizio serale a Napoli - cambieremo la legge sull'immigrazione».
Con Formigli, invece, il premier non elude le domande sul «caso» suscitato dalle sue polemiche nei confronti dei costi della Rai: «à giusto che anche chi sta lì guardi ai numeri e contribuisca alla ripartenza dell'Italia. Comunque io non ho mai incontrato né il direttore generale né il presidente della Rai e non metterò mai il mio partito nelle condizioni di prendere decisioni sulla Rai». A proposito di tv l'Agcom ha ripreso il Tg3, la 7, Sky Tg24 e Rainews per l'eccessiva presenza di Renzi nelle loro trasmissioni.
E oggi nuova girandola di incontri e performance televisive: inclusa una comparsata in un programma nazional-popolare di Barbara D'Urso. Dopo la visita del 1996 di Massimo D'Alema è la seconda volta che un leader del maggior partito del centrosinistra mette piede nella tana del Biscione, a Cologno Monzese.
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