“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
1. “USA MIGLIAIA IN PIAZZA DOPO L’UCCISIONE DI UN ALTRO AFROAMERICANO
Da “repubblica.it”
Monta per la seconda sera di seguito la protesta a New York, dove migliaia di persone si stanno riversando in piazza per manifestare contro il razzismo e i metodi violenti della polizia. Per ora la situazione è tranquilla, ma la tensione è altissima.
Un corteo partito da Foley Square, a Dowtown Manhattan, a due passi da City Hall, la sede del sindaco Bill de Blasio, si è diretto verso il Brooklyn Bridge, con la polizia che lo ha chiuso al traffico, permettendo ai manifestanti di marciare su uno dei simboli della città. Presidiati dalle forze dell'ordine tutti gli altri ponti e i tunnel che collegano Manhattan alla terraferma.
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Cortei spontanei si sono formati anche in altri punti della città, da Harlem a Canal Street, a Chinatown, dove centinaia di persone in mezzo alla strada hanno inscenato il cosiddetto "die-in", distesi a terra e fingendosi morti. Si prevede che la gran parte di questi cortei confluisca ancora una volta a Times Square, dove intanto si è già radunata una gran folla.
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Momenti di tensione quando uno dei cortei di manifestanti si è diretto verso il terminal dei traghetti che collegano Manhattan a Staten Island, dove è stato ucciso, soffocato da un agente, l'afroamericano Eric Garner. Qui un cordone di polizia si è schierato per impedire alla folla di imbarcarsi. Sospeso il servizio di traghetti.
Intanto i manifestanti hanno causato la chiusura del ponte di Brooklyn, dell'Holland Tunnel e della West Side Highway di Manhattan, paralizzando gran parte del traffico newyorkese.
Manifestazioni si stanno svolgendo in tantissime altre città degli Stati Uniti: da Orlando in Florida a Baltimora in Maryland; da Oakland in California a Seattle nello Stato di Washington, dove vi sono stati anche degli arresti. A Boston il capo della polizia ha parlato con i manifestanti invitando tutti alla calma. A Chicago manifestanti e forze dell'ordine sono venuti a contatto quando la polizia è intervenuta per sgombrare una delle principali arterie della città. Ma per ora non si registrano particolari incidenti.
Proteste anche nella capitale federale Washington, dove il presidente Barack Obama e la sua famiglia hanno potuto partecipare alla tradizionale cerimonia dell'accensione delle luci dell'albero di Natale della Casa Bianca senza che si siano verificati i disordini temuti. Come accaduto ieri per l'accensione di un altro famoso albero, quello della Rockfeller Plaza di Manhattan. Ma i manifestanti si sono diretti verso Capitol Hill per portare la loro protesta davanti all'edificio del Congresso.
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Le nuove manifestazioni sono dovute anche all'uccisione da parte della polizia a Phoenix, in Arizona, di un altro afroamericano disarmato. Il fatto è accaduto martedì sera, ma è stato rivelato solo ieri. Un poliziotto gli avrebbe sparato due colpi dopo una colluttazione. L'agente lo aveva fermato per sospetto spaccio di droga. Ma Rumain Brisbon, 34 anni, aveva in tasca solo una confezione di pillole.
Anche in questo caso, la polizia locale difende il suo uomo, 7 anni di servizio alle spalle: "Era convinto che Brisban avesse in tasca un'arma", dicono le autorità. "Brisban - questa la versione della polizia di Phoenix - era seduto in una Cadillac davanti a un negozio. Degli agenti erano intervenuti per una indagine su un furto ma due testimoni hanno detto agli agenti che qualcuno nella macchina stava vendendo stupefacenti.
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L'ufficiale ha chiesto all'uomo di alzare le mani ma lui invece le ha mosse in direzione della cintura. L'agente ha estratto l'arma e l'uomo è fuggito verso un appartamento. Ha poi ritenuto che fosse in possesso di un'arma, pur senza mai vederla, e ha sparato due colpi che hanno ucciso Brisbon. L'oggetto che l'agente credeva fosse una pistola era invece una confezione di medicinali".
Dopo quest'ennesimo episodio, a New York e in altre città americane si profila quindi una nuova notte di proteste contro il razzismo. Il clima era già incandescente per il proscioglimento di Darren Wilson, l'agente che a Ferguson sparò e uccise il giovane afroamericano Michael Brown.
intervista a darren wilson di george stephanopolous
E per la decisione del Grand Jury di Staten Island per un altro caso, quello del nero Eric Garner, morto lo scorso luglio a causa della stretta letale praticata al suo collo da un agente bianco. Che, anche questa volta, non affronterà alcun processo. E nelle manifestazioni di protesta avvenute nei giorni scorsi sono già state arrestate ben 83 persone.
darren wilson dopo lo scontro con michael brown
A New York gli arresti sono scattati per i problemi di ordine pubblico legati alla protesta, ha spiegato un portavoce della polizia. Molti manifestanti, ma divisi in piccoli gruppi, si sono dispiegati in diversi punti della Grande Mela e fino alla tarda notte di mercoledì hanno cercato di danneggiare l'illuminazione del grande albero di Natale al Rockefeller Center, mescolandosi ai turisti a Times Square, bloccando la circolazione sulla West Side Highway, al Lincoln Tunnel, sul ponte di Brooklyn. La polizia è intervenuta in modo massiccio per arginare le loro azioni, anche se non sono stati registrati incidenti di particolare gravità.
l'agente daniel pantaleo e la morte di eric garner 5
Eric Garner, padre di sei bambini sospettato di vendita illegale di sigarette, nel luglio scorso fu bloccato e immobilizzato dagli agenti di una pattuglia, dopo aver resistito all'arresto. Per trascinarlo a terra, uno dei poliziotti lo aveva preso per il collo, pratica vietata agli agenti del NYPD. Obeso e sofferente d'asma, Garner da terra aveva lamentato a più riprese le sue difficoltà di respirazione, poi aveva perso conoscenza.
La morte di Garner era sopraggiunta di lì a poco, con l'intera sequenza filmata da un testimone. Il medico legale che a New York ha esaminato il cadavere aveva concluso che si era trattato di omicidio, essendo il decesso di Garner la conseguenza della pressione subita dal suo collo. Ma l'agente, come detto, non ne risponderà.
l'agente daniel pantaleo e la morte di eric garner 3
Diverso sviluppo sta avendo in South Carolina la vicenda dell'uccisione di un altro afroamericano. Richard Combs nel 2011 era capo della polizia di Eutawville, quando in municipio gli si presentò davanti il 54enne Bernard Bailey per contestare la multa ricevuta da sua figlia per la luce rotta degli indicatori di direzione.
Combs e Bailey finirono col mettersi le mani addosso, una breve zuffa conclusa dai due colpi di pistola esplosi dal capo della polizia contro il petto del cittadino afroamericano uccidendolo. Il legale di Combs ha affermato che il suo cliente sparò perché temeva per la propria vita. Il procuratore ha invertito l'ordine dei fattori: fu Bailey a essere aggredito. Posizione condivisa dal Grand Jury. A Eutawville vivono 300 persone.
2. E DE BLASIO AVVERTÌ IL FIGLIO: “STAI ATTENTO ALLA POLIZIA”
Da “la Stampa”
«Chirlane e io abbiamo dovuto parlare per anni con Dante, dei pericoli che poteva trovarsi ad affrontare. Un bravo giovane, rispettoso della legge, che non avrebbe mai pensato di fare nulla di sbagliato. Eppure, per la storia che ancora pende sopra di noi, lo abbiamo dovuto letteralmente addestrare, al pari di quanto molte famiglie hanno fatto per decenni in questa città, su come usare particolare attenzione in qualunque incontro con i poliziotti, che sono qui per proteggerlo. Non posso neanche immaginare cosa significherebbe perderlo».
BILL DE BLASIO CON MOGLIE CHIRLANE E FIGLI DANTE E CHIARA
Sindaco di New York, marito di una donna nera, e padre di due figli mulatti. Nessuno al mondo poteva vivere le proteste scoppiate per il caso di Eric Graner come Bill de Blasio.
Durante la campagna elettorale, Bill aveva puntato sulla carta razziale. Lo aveva fatto mostrando la sua famiglia, e in particolare uno spot televisivo interpretato dal figlio Dante aveva dato la svolta decisiva alla sua corsa.
Ma lo aveva fatto anche promettendo di mettere fine alle discriminazioni contro i neri, soprattutto da parte della polizia, partendo dalla fine dell’odiosa pratica dello «stop-and-frisk», che portava a fermare e perquisire a caso gli afro americani nella strada. Aveva scelto come capo della polizia Bill Bratton, proprio perché gli sembrava la persona giusta per sanare le ferite fra le forze dell’ordine e la comunità nera.
BILL DE BLASIO CON MOGLIE CHIRLANE E FIGLI DANTE E CHIARA
Ora si trova davanti ad una crisi che potrebbe significare insieme il fallimento della sua politica, e dei suoi insegnamenti familiari. Per de Blasio il caso Garner è un fatto personale. Per anni ha insegnato al figlio come comportarsi con i poliziotti, per evitare di essere vittima di abusi, ma adesso è a capo di un’amministrazione che ha commesso abusi.
Da una parte deve tenere insieme la sua famiglia, ricordando che «le vite dei neri contano»; dall’altra deve cambiare le forze dell’ordine senza perderle, perché la lotta alla criminalità è un punto irrinunciabile della sua attività di governo, se non vuole far rimpiangere Giuliani e Bloomberg. Non tocca a lui trovare una soluzione sul piano legale, ma sul piano politico dovrà mantenere la promessa che ha fatto, correndo a Staten Island subito dopo l’annuncio della decisione del Grand Jury: «Ci saranno altri capitoli in questa storia».
una squadra della polizia e le rivolte per il verdetto di ferguson
3. LA RABBIA DI DE BLASIO: MIO FIGLIO è NERO. GLI DICO SEMPRE DI STARE ATTENTO ALLA POLIZIA
Estratto del discorso pronunciato a Staten Island dal sindaco di New York Bill Bill de Blasio pubblicato da “la Repubblica”
PER molti newyorchesi questo è un giorno molto doloroso. Piangiamo, ancora una volta, la perdita di Eric Garner, che era padre, marito, figlio e un brav’uomo. Un uomo che dovrebbe essere qui con noi e non lo è.
Ho trascorso un po’ di tempo con il padre di Eric, Ben Garner, che prova un dolore indicibile. È veramente molto difficile stare accanto a chi soffre, consolare chi sai inconsolabile a causa di ciò che ha vissuto. Posso solo immaginare il suo dolore. Non ho potuto fare a meno di pensare immediatamente a che cosa vorrebbe dire per me perdere mio figlio Dante. La vita, dopo una perdita del genere, non potrebbe più essere la stessa. E sento che non potrebbe più nemmeno essere completa. Niente sarà più completo per il signor Garner.
scontri e proteste a ferguson 2
Pur travolto dal dolore egli ci ha tenuto a dire una cosa chiaro e tondo: la violenza deve finire. Ha detto che Eric non l’avrebbe voluta. Che la violenza non ci porterà da nessuna parte. È stato netto nell’esprimere questo suo desiderio nonostante il dolore. Le sue parole sono nobili, secondo me. Se volete onorare la vita di Eric Garner, protestate, ma pacificamente. Non macchiate il suo nome con episodi di violenza o vandalismo.
Questa vicenda mi colpisce molto da vicino. L’altro giorno ero alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti si è rivolto a me, e mi ha detto che Dante — che aveva conosciuto alcuni mesi fa — gli ha ricordato com’era da adolescente. Poi ha aggiunto: “So che vedi questa crisi da un’ottica molto personale”. E io gli ho risposto che è proprio così perché Chirlane e io abbiamo dovuto parlare a Dante per anni dei pericoli che potrebbe correre.
scontri e proteste a ferguson 1
È un bravo ragazzo, rispettoso della legge e non penserebbe mai di fare del male a qualcuno. Eppure, a causa della storia che tuttora incombe su noi tutti e dei pericoli che potrebbe correre, abbiamo dovuto letteralmente addestrarlo — come le famiglie fanno da decenni in questa città — e insegnargli a reagire con particolare attenzione tutte le volte che dovesse incontrare uno degli agenti di polizia che lavorano per proteggerlo.
piccolo gruppo di persone manifesta a ferguson
Abbiamo dovuto parlargli di quella dolorosa sensazione di contraddizione che i nostri giovani provano d’istinto e spiegargli che gli agenti di polizia lavorano per proteggerci, e noi tutti li rispettiamo per questo, ma che al tempo stesso c’è la storia di cui tener conto a causa della quale molti dei nostri giovani hanno paura. E molte delle nostre famiglie hanno paura.
Per questo mi sono preoccupato più volte nel corso degli anni. Mia moglie Chirlane si è preoccupata. Ci siamo chiesti: “Stasera Dante sarà al sicuro?”. In questa città ci sono moltissime persone che ogni notte si chiedono “Mio figlio sarà al sicuro?”. E non solo al sicuro da dolorose realtà come la criminalità e la violenza di alcuni quartieri, ma al sicuro anche da quelle stesse persone di cui si dovrebbero fidare come figure protettrici.
saccheggi nei negozi di ferguson
Questa è la realtà. E rispecchia qualcosa di più grande di cui avete sentito parlare nelle proteste a Ferguson e nel resto del paese. Lo avete sentito in molti posti. Gente di ogni provenienza ha scandito lo stesso basilare concetto. Ha detto: “Le vite dei neri contano”. E lo ha detto perché era indispensabile dirlo, anche se è una frase che non si dovrebbe mai dire. Dovrebbe essere scontato. Purtroppo, però, la nostra storia ci obbliga a dirlo: le vite dei neri contano.
saccheggi nei negozi di ferguson
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