SDERENATA POLVERINI METTE I PIED-À-TERRE A PARIGI - ROTELLI SALVERÀ IL SAN RAFFAELE (NON APPENA SARÀ ARCHIVIATA L’INCHIESTA PER TRUFFA AL SERVIZIO SANITARIO SUI SUOI OSPEDALI) - APPUNTA-MONTI SUL WEB - SGARBO A SGARBI: SCORTA DIMEZZATA - RICCHI PREMI E PAPILLON (DA 900 MILA €) AL SENATO - 300 MILA € BUTTATI: LE AGENDE IN PELLE DEL SENATO STAMPATE CON I MESI SBALLATI - IL MIBAC DI RESCA VENDERÀ MAGLIETTE E PORTACHIAVI PER ARROTONDARE - A QUELLI DI CASAPOUND PIACE IL ‘NERO’ (FIDEL MBANGA BAUNA) - IL GOVERNO SPARA SULLA CROCE ROSSA - TRE DONNE PER IL PIRELLONE DI FORMIGONI…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - POLVERINI CENTO CASE
Non le bastavano le case comprate dallo Ior a prezzo scontatissimo, né i tre box all'Aventino, né gli altri appartamenti comprati e venduti a Roma e vicino Perugia. Renata Polverini, pasionaria del mattone finita nello scandalo dell'alloggio popolare Ater in cui ha vissuto per 15 anni insieme al marito, nel 2009 s'è comprata un'altra abitazione. Stavolta, però, ha optato per un pied-à-terre francese.

Il presidente della Regione Lazio ha dovuto dichiarare la nuova proprietà all'inizio della legislatura, scrivendo di essere titolare di una casa in uno "Stato estero dell'Unione europea". Spulciando la dichiarazione dei redditi si scoprono altri dettagli: l'appartamento è in Francia (pare a Parigi) e che il valore dichiarato dell'immobile è di 221.666 euro tondi tondi. Chissà se si tratta di un appartamentino con angolo cottura o se, anche stavolta, Renata è riuscita a fare il solito affarone. E. Fitt.

2 - ROTELLI SPRINT SUL SAN RAFFAELE
Accelerazione del gruppo Rotelli per l'acquisizione del San Raffaele. Non c'è ancora l'ufficialità, ma il dominus della sanità lombarda vorrebbe chiudere la procedura del concordato in tempi più brevi rispetto al 30 giugno, data fissata dal Tribunale fallimentare di Milano per l'udienza. Una eventualità che porterebbe ad anticipare anche l'assemblea dei creditori, fissata a marzo, che devono dare il loro assenso al piano di salvataggio dell'imprenditore che ha scalzato la cordata Ior-Malacalza offrendo 405 milioni cash.

Soldi che verranno versati per acquisire l'ospedale e l'università e l'accollo di debiti a lungo termine per un totale di circa 320 milioni. Va invece a rilento un'altra vicenda che riguarda Rotelli: pende da oltre un anno la richiesta di archiviazione per una settantina di persone tra vertici amministrativi e medici dei suoi ospedali Galeazzi, Sant'Ambrogio e San Donato per truffa ai danni del servizio sanitario a proposito di rimborsi ottenuti su cartelle cliniche anomale. La Procura ha chiesto l'archiviazione anche dell'imprenditore, indagato come legale rappresentante del gruppo. G. Tr.

3 - L'ESPRESSO SORPASSA PANORAMA
"L'Espresso" mette a segno il sorpasso storico su "Panorama". La notizia è data dall'Audipress, la società che con tre rilevazioni l'anno monitora l'andamento della stampa. Nella terza rilevazione 2011 è "l'Espresso" - per la prima volta dopo molti anni - a balzare in testa: i nostri lettori sono cresciuti raggiungendo quota due milioni e 538 mila (più 3,5 per cento), mentre sono scesi a due milioni e 468 mila quelli di "Panorama" (meno 1,6). In particolare, "l'Espresso" consolida la leadership nel pubblico maschile (un milione e 670 mila), ma anche quello femminile cresce (più 3 per cento). Ottima la performance del sito de "l'Espresso" (una media di due milioni di visitatori unici al mese). "La Repubblica" resta il primo quotidiano d'informazione in Italia con tre milioni 523 mila lettori (più 7,5 per cento).

4 - TUTTO MONTI SUL WEB
Monti rompe un altro tabù: pubblicherà la sua agenda on line. Seguendo l'esempio anglosassone, il premier ha già cominciato a rendere noti alcuni appuntamenti internazionali: quello con il ministro della Repubblica Ceca, Schwarzenberg del 14 febbraio e quello con il presidente tedesco, Christian Wulff del 13. L'agenda per ora è in una pagina interna (www.governo.it) ma in futuro l'intenzione è di pubblicare tutti gli appuntamenti on line, internazionali e non, ad eccezione di quelli politici. V. D.

5 - PARLAMENTO IN CIFRE: 57
sono i politici che, eletti in questa legislatura alla Camera o al Senato, hanno rinunciato alla loro carica. Fra questi, c'è chi non è mai entrato in Parlamento come Formigoni (Pdl), Galan (Pdl) e Lombardo (Mpa) che hanno preferito rimanere alla guida delle loro regioni, Lombardia, Veneto e Sicilia. Altri si sono dimessi per assumere incarichi istituzionali: Vietti (Udc) è andato al Consiglio superiore della magistratura, Vegas (Pdl) alla Consob, Veronesi (Pd) all'Agenzia per il nucleare. Mentre la maggior parte ha optato per Regioni ed enti locali. C'è stato anche chi non è riuscito a lasciare il Parlamento, perché le sue dimissioni sono state respinte dal voto degli altri parlamentari. Sono l'onorevole Renato Cambursano, eletto con l'Idv e ora nel Misto, e il senatore Nicola Rossi, eletto con il Pd e ora nel Misto.

6 - SGARBI MEZZO SCORTATO
Non è decisamente un bel periodo per Vittorio Sgarbi. Pochi giorni prima che gli ispettori del Viminale proponessero lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Salemi da lui amministrato, il critico d'arte ha ricevuto una lettera dalla Prefettura di Trapani. Oggetto della missiva: rimodulazione del servizio di tutela. Finora a "proteggere" Sgarbi c'erano due finanzieri che viaggiavano su un'altra auto.

Adesso, quando sarà in Sicilia, niente più vettura di scorta e un solo agente, che dovrà viaggiare accanto a Sgarbi nella macchina di sua proprietà. Negli spostamenti sul territorio nazionale, al contrario, solo una vigilanza saltuaria. Già lo scorso anno a Sgarbi era stata tolta la scorta (pare dopo un rapporto firmato dagli addetti alla sua tutela) per l'abitudine a salire su vetture diverse da quelle assegnate per ragioni di sicurezza. Dopo le sue proteste, però, la protezione gli era stata nuovamente accordata. P. Fa.

7 - I PAPILLON D'ORO DEL SENATO
A vestirli provvedono i cittadini, dai calzini ai papillon, dai collant alle camicie. Nonostante il personale del Senato abbia stipendi che fanno invidia ai top manager, lo Stato provvede a ogni dettaglio del loro abbigliamento. E per le loro uniformi l'ultimo bando di gara prevedeva di spendere ben 900 mila euro in quattro anni. Ma nessuno si è presentato e adesso Palazzo Madama dovrà rivedere il capitolato. La lista della spesa per il guardaroba è molto dettagliata e, a tratti, sorprendente: 250 uniformi da uomo e 50 da donna; cento abiti di gala da uomo e sei da donna; 1.550 camicie; 550 paia di scarpe di cui 496 maschili e 54 femminili; 2.720 paia di calze e 1.596 collant; 150 cravatte e 200 papillons. T. Mac.

8 - E L'AGENDA ALLUNGA LE FERIE

Mentre gli italiani tirano la cinghia i senatori si concedono il doppio delle ferie. E chi lo dice? L'Agenda del Senato, quella in pelle bordeaux con la "S" stilizzata che gli onorevoli hanno regalato a giornalisti e amici lo scorso Natale. Un prezioso taccuino, gradito omaggio in tempi di austerità. Con una particolarità in più rispetto al calendario degli umani: dal giorno 29 febbraio 2012 salta direttamente al 21 giugno, dall'inverno all'estate. La primavera non esiste.

Vuoi vedere che Monti è arrivato a tagliare perfino la carta? Ancora qualche pagina e si capisce che il risparmio non c'entra nulla, anche se a realizzare l'agenda è stato l'Ufficio dell'economato del Senato. Il 10 di ottobre infatti c'è un altro salto temporale: si torna al 21 giugno e poi ci sono ancora luglio e agosto. Insomma, per le vacanze degli onorevoli un'estate sola non basta più, ne servono almeno due. Scherzi a parte, l'errore è drammatico: Palazzo Madama spende per queste agende oltre 300 mila euro l'anno. T. Mac.

9 - CHE GRIFFE LA CULTURA
Tazze, portachiavi, magliette ma anche oggettistica da regalo come foulard di seta o riproduzioni di qualità. Sono gli articoli di merchandising che il ministero dei Beni culturali sta pensando di mettere in produzione per fare cassa. Attraverso le royalties, cedendo i diritti a società terze, potrebbero entrare infatti nelle esangui casse del dicastero decine di milioni da destinare ai restauri. Un po' come hanno fatto Aeronautica e Marina Militare, i cui stemmi sono diventati una griffe di moda usata per capi d'abbigliamento e accessori. L'idea è ovviamente di Mario Resca, il top manager che cerca di giustificare il suo ruolo di direttore generale dei Beni culturali imposto da Silvio Berlusconi. Per la vendita, il ministero avrebbe a disposizione la sterminata rete di musei statali ma l'obiettivo è trovare spazio in luoghi di grande afflusso come stazioni o aeroporti. I primi contatti con le aziende ci sono già stati e nelle settimane scorse gli uffici hanno avviato uno studio di fattibilità per quantificare la convenienza del progetto. Ancora da decidere, invece, se sia meglio realizzare un logo unico legato ai Beni culturali o griffe ad hoc per i principali "gioielli" come gli Uffizi o Brera. P. Fa.

10 - FARINA IL LONGOBARDO
Non sono tanto il lavoro, il fisco o l'emergenza neve a tormentare il deputato del Pdl Renato Farina. A mandarlo su tutte le furie è la ferale esclusione di Monza dalla lista dei luoghi che l'Unesco intende tutelare nel percorso storico-turistico "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)". Scelta incomprensibile perché "noi siamo longobardi, che è molto di più di una questione di sangue".

Farina, che è di Desio a otto chilometri da Monza, ha interrogato il governo per chiedere come sia possibile che la città sia stata omessa dall'elenco. Non si possono dimenticare la Corona ferrea della regina Teodolinda e la sua celebre basilica, dice. Tocca al sottosegretario per i Beni culturali Roberto Cecchi spiegare che il regolamento dell'Unesco non ammette beni "mobili" come la corona e che il Duomo è del 1300 mentre i longobardi sono del 500. Farina incassa ma non si dà per vinto e chiede all'Unesco di modificare il regolamento: i brianzoli longobardi son testardi. T. Mac.

11 - TG2, GIÙ LE MANI DAL PIATTO
Dopo il sofferto parto del piano editoriale presentato dal direttore del Tg2 Marcello Masi, con due mesi di ritardo sulla data prevista, in redazione lo scontro si è spostato sulle deleghe ai vice direttori: la parte del leone l'hanno fatta Carlo Pilieci con Dossier e Rocco Tolfa con Motori e Costume. La cultura è andata a Ida Colucci, mentre le tecnologie sono finite a Giovanni Alibrandi. Ma il piatto forte non è neanche finito in tavola: la rubrica enogastronomica Eat parade è rimasta nelle mani del direttore che non ha voluto cederla a nessuno. La linea editoriale su prosciutti, vini e formaggi è salva. L.F.

12 - PRIMA SI MANGIA POI SI LEGGE
Leggere è bello, ma intanto mangiamo. Sarà la crisi, ma a Milano, l'altra sera, al festeggiamento voluto dall'editore Carlo Feltrinelli per il decennale della popolare libreria di piazza Piemonte, gli invitati si sono gettati come cavallette sul buffet: che era eccellente. E nient'affatto milanese, ma palermitano. Cibi squisiti della Antica Focacceria San Francesco, l'impresa antimafia della famiglia Conticello di cui il gruppo Feltrinelli, un anno fa, ha acquisito il 49 per cento.

E così, couscous e cannoli spazzolati da testimonial come Vinicio Capossela e Antonio Scurati, Umberto Galimberti e Stefano Boeri, al suono dei Saluti da Saturno. Quanto a Inge Feltrinelli, con gli amici ha scherzato su una celebre frase di Brecht: "Prima viene il mangiare, poi si fa la morale". E già aveva la testa alla prossima occasione gastronomica: la cena di gala al Quirinale in onore del presidente federale tedesco Christian Wulff. E. A.

13 - TOP E FLOP
Marco Damilano


TOP DANIELA SANTANCHÈ
"Chi non cambia idea è un cretino", avvisa. Lei, invece, è intelligentissima, con gli uomini di potere. Con Fini ("Traccia la strada futura") e contro Fini ("Ha le palle di velluto"), contro B. ("Ci vuole in orizzontale") e con B. ("Ha la forza della verità"). Ora corteggia Passera: "Il prossimo premier sarà lui". E l'ex Pdl Giustina Destro la sbugiarda: "Voltasottana".

FLOP MAURIZIO BIANCONI
"I professori del governo ci trattano minus quam merdam", si sfoga in Transatlantico il deputato del Pdl toscano, incarnando il dolore dei peones. Chioma unta, amico di Verdini, due anni fa accusò Napolitano di tradire la Costituzione. Ora che non conta più nulla si inscatola da solo, come in un'opera di Piero Manzoni. E neppure d'artista.

TOP PRIMO GREGANTI
Il compagno G. festeggia il ventennale di Tangentopoli sull'"Unità". Piglio da leader, tutto d'un pezzo. "Sono rimasto a Berlinguer, i grandi principi, i valori vitali". Su Lusi: "Non conosco gente che ha rubato per il partito, ma gente che ha dedicato la vita al partito. Oggi la degenerazione del sistema mette a rischio la democrazia". Su Penati: "La tensione deve restare alta". Sul suo futuro: "Chi è candidato deve essere sopra ogni sospetto, io non lo sono". Peccato.

FLOP ITALO BOCCHINO
"La nostra è la destra moderna, non siamo come quelli del Pdl che guardano solo le donne. Devi andare a trans", invita il collega all'antica di Fli Roberto Menia. Il Terzo polo traballa, a Italo "briglia-corta", come lo chiamava Tatarella, non resta che il terzo sesso.

14 - FUORI I PATRIMONI

Giovedì 9 febbraio i ministri e i sottosegretari hanno ricevuto una lettera di Mario Monti controfirmata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Qualche riga in cui, in nome della trasparenza, il premier, tre mesi dopo il primo annuncio, ha formalizzato la richiesta a ogni ministro e sottosegretario di "rendere pubblica quanto prima la situazione patrimoniale". La pubblicazione dovrà avvenire sui siti Web dei dicasteri e dovrà essere dettagliata: reddito, immobili, barche, automobili e quant'altro. S. An.

15 - CASAPOUND VOTA FIDEL
Potrebbe essere il giornalista di origine congolese Fidel Mbanga Bauna il candidato sindaco di CasaPound per la corsa al Campidoglio del 2013. Fra il volto noto del Tgr Lazio e il movimento di estrema destra, che ha annunciato l'intenzione presentare sue liste, intercorrono da tempo reciproche simpatie e attestati di stima. Dopo gli omicidi di due senegalesi a Firenze, compiuti proprio da un simpatizzante di CasaPound, è arrivata così la decisione di puntare su Mbanga Bauna per le elezioni, anche per replicare alle accuse di razzismo.

Scontate le critiche di parte dei militanti del Nord, più legati al mondo degli skinhead, i frequenti contatti degli ultimi giorni non hanno ancora portato all'assenso definitivo del giornalista. Ma si prepara anche un'altra lista nerissima in competizione: Il Popolo di Roma. A guidarla, Giuliano Castellino: ex fondatore di Base autonoma, ex Forza nuova, Fiamma tricolore, La Destra e soprattutto ex sodale di CasaPound. P. Fa.

16 - IL VIZIETTO DEL MATTONE
Riccardo Conti, senatore del Pdl e mister 18 milioni di euro di plusvalenza, ha sempre avuto fiuto per gli affari. In quello dell'Alfa di Arese, dove si sarebbero dovute costruire auto ecologiche per salvare il posto alle tute blu, ha giocato un ruolo importante. Quello del legale rappresentante della Immobiliare Estate 6 che acquistò, su mandato di una cordata di imprenditori di Brescia, il cosiddetto arrocco Fiat con una superficie di 946.441 metri quadri.

L'acquisto delle aree, come si legge nella richiesta di archiviazione dell'inchiesta dell'epoca, era "avvenuta a prezzi calmierati" perché c'erano stati accordi precisi tra il consorzio per la reindustrializzazione dell'area e la Fiat che prevedeva il reimpiego dei lavoratori. Attraverso una società veicolo Esate 6 e altre società, entrate in campo, gli operai avrebbero dovuto avere un posto.

Così non è stato. Del resto Conti già nel 2001 aveva spiegato che la mission della cordata era la logistica, l'artigiano di pregio e le strutture commerciali. "Il vantaggio economico ottenuto" però non è stato qualificato come reato perché gli aiuti pubblici non sono stati mai utilizzati. I pochi operai reimpiegati sono stati licenziati pochi mesi fa. E sull'area sorgerà anche un centro commerciale. G. Tr.

17 - LO SGAMBETTO UIL
La Uil boccia il bilancio preventivo 2012 dell'Inps. È un "giudizio politico negativo" quello messo agli atti del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Istituto di previdenza da due consiglieri espressione del sindacato guidata da segretario generale Luigi Angeletti. I motivi? Si continua a far gravare sull'ente presieduto da Antonio Mastrapasqua anche l'assistenza, con il risultato di un disavanzo finanziario di competenza negativo per 736 milioni di euro.

Rocco Carannante e Luigi Scardaone hanno poi contestato "l'uso personalistico" dei dati comunicati dal vertice: "L'Inps non è un'azienda privata", si legge nel verbale della riunione del Civ. I consiglieri della Uil hanno anche chiesto di seguire le indicazioni della Corte dei conti per "un parsimonioso e oculato utilizzo del denaro dell'Istituto" nelle "spese della comunicazione". M. Ar.

18 - CHI SPARA SULLA CROCE ROSSA
Niente più emergenze per la Croce rossa italiana. Il governo ha tagliato i trasferimenti all'ente per 16 milioni di euro nel 2012. In pratica il finanziamento restante basta appena a pagare gli stipendi dei dipendenti, lasciando invece a secco i centri di emergenza, i programmi internazionali, le attività per i migranti, la formazione dei volontari fino ai serbatoi delle macchine. Il terremoto dell'Aquila, Haiti e l'emergenza migranti a Lampedusa potrebbero essere le ultime attività della Croce rossa che a questo punto rimarrebbe in vita solo per autoalimentarsi. Ma non è finita qui. Nei prossimi due anni è previsto un ulteriore taglio di 9 milioni di euro alla cifra già risicata. L. B.

19 - MARONI IL CENSORE
È scoppiata nel Carroccio la guerra di Facebook. Da quando Roberto Maroni ha aperto la sua pagina (un successone, per sovrannumero di amici ha dovuto sdoppiarla in Maroni Lega Nord uno e due) il social network pare diventato l'anticamera di quei congressi provinciali, nazionali e federale che l'ex ministro ha strappato a un Bossi riluttante.

"Bella forza", lo attaccano gli avversari interni del Cerchio, "fa passare che la vera Lega è quella di chi scrive sulla sua pagina, ma banna i commenti negativi e cancella l'amicizia a chi lo critica". Se ne lagnano sulla pagina di Marco Desiderati, deputato legato al Cerchio. Che scrive: "Così Fb diventa la riedizione Minculpop. Avere solo gente che dice che sei un Dio può far credere che tutti siano con te".
T. M.

20 - NOMINE AL PIRELLONE SOTTO TUTELA
Sotto il peso delle inchieste Roberto Formigoni ha deciso la scorsa settimana il rimpasto della sua giunta lombarda. E lo ha fatto nel segno delle quote rosa. Così Valentina Aprea è diventata assessore alla Scuola e Cultura e Ombretta Colli ha avuto la delega per Moda e design. Monica Guarischi è invece stata incaricata della Tutela dei consumatori.

Un nome che ha sorpreso. Consulente per la progettazione di edifici, è sorella di Luca Guarischi, ex enfat prodige del Psi, decaduto come consigliere regionale Pdl quando nel 2009 è diventata definitiva la condanna a 5 anni. Insieme al fratello era stata coinvolta nel giro di tangenti sugli appalti contro il dissesto idrogeologico: una brutta storia conclusa per lei nel 2004 con il proscioglimento dalle accuse di corruzione e turbativa d'asta. Non eletta alle ultime regionali, Formigoni le ha inventato un incarico su misura da 150 mila euro all'anno più ufficio e segretaria. Adesso cambia ruolo. M. Sa.

 

 

RENATA POLVERINI GIUSEPPE ROTELLIVITTORIO SGARBI MARIO RESCA RENATO BETULLA FARINA Italo Bocchino CASA POUND RICCARDO CONTIROBERTO MARONI ROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALE daniela santanch