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Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
Due indagini parallele, due posizioni opposte. È il procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano a smentire davanti alla commissione Difesa del Senato, presieduta da Nicola Latorre, le accuse del suo collega di Catania Carmelo Zuccaro. Le sue parole sono chiare: «Non ci risulta, per quanto riguarda asseriti collegamenti obliqui o inquinanti con trafficanti, né per quanto riguarda Ong né parti di Ong. Non abbiamo avuto nessun elemento investigativo, eppure sono centinaia di persone».
UN COORDINAMENTO TRA GLI UFFICI GIUDIZIARI
A questo punto bisognerà capire come mai Zuccaro, se davvero ha informazioni diverse, non abbia deciso di condividerle con gli altri colleghi che indagano sulle stesse vicende, compresi quelli di Trapani. Una verifica che potrebbe essere svolta dal Csm: mercoledì è prevista la discussione sulla vicenda e appare abbastanza probabile che si decida di aprire una pratica proprio per verificare se esista un coordinamento tra gli uffici giudiziari. E cosa ci sia dietro le esternazioni di Zuccaro, visto che lui stesso ha chiarito di non avere prove rispetto ai suoi sospetti di «collusioni tra Ong e trafficanti di uomini che agiscono in Libia».
Un chiarimento che probabilmente lo stesso magistrato sarà chiamato a fornire. Il procuratore, poi incalzato dalle domande della commissione affronta un altro tema e cioè se risulta dalle indagini che le imbarcazioni in uso alle Ong spengano i trasponder di bordo per non essere rintracciati e potersi così muovere in acque libiche senza essere rilevati.
«Dalla nostra esperienza non ci sono evidenze di tali operazioni - e aggiunge - Ci viene riferito un rapporto con le coordinate geografiche specifiche in cui si è verificato l’evento di salvataggio. Poi, le indagini devono essere coerenti rispetto alla fattispecie penale di competenza perché sono una raccolta di prove su un reato. Il reato che noi perseguiamo è il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Si tratta quindi, ha sottolineato, di un «elemento eventualmente al di fuori delle competenze della procura.»
MSF: «È GUARDIA COSTIERA A COORDINARCI»
E arriva anche la presa di posizione di Medici Senza Frontiere: «Sulle Ong c’è stata una campagna strumentale e di manipolazione, siamo indignati - dice il responsabile del programma migrazioni Stefano Argenziano - Non abbiamo nulla da nascondere ma assistiamo al rimbalzo costante di accuse e illazioni non supportate da alcuna prova indiziale».
flash mob di medici senza frontiere
E ancora: «Neghiamo con forza ogni forma di contatto o telefonate con trafficanti in Libia - spiega il responsabile advocacy Msf Marco Bertotto, «Noi, per intervenire, prima di tutto contattiamo le autorita’ italiane, quindi ci coordiniamo con la Guardia costiera italiana che ci indica il porto di approdo».
«Non si fanno giochi politici sulla pelle delle persone, è osceno, disumano» dice il direttore di Amnesty International.
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