A PYONGYANG NON SERVONO MISSILI: SEUL S’AFFONDA CON GLI HACKER

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Francesco Semprini per "La Stampa"


Un'offensiva simultanea volta a paralizzare obiettivi strategici e dietro la quale sembra esserci la mano degli hacker nordcoreani. E' quanto emerge dalle prime indagini condotte in merito all'attacco informatico che ha colpito due importanti banche e alcune stazioni televisive della Corea del Sud causando un arresto delle transazioni commerciali e creando panico tra i media.

L'operazione è scattata alle 14 ora locale (le 6 del mattino in Italia), quando milioni di schermi si sono spenti a causa dell'oscuramento dei network tv. Lo stesso è accaduto per i terminali bancomat in tutto il Paese. Secondo quanto riferito dall'Agenzia nazionale di sicurezza sudcoreana, sette ore dopo alcuni sistemi informatici erano ancora fuori uso.

Sebbene le autorità di Seul non abbiano potuto immediatamente individuare i responsabili, sembra sempre più certo che si sia trattato di un attacco proveniente dalla Corea del Nord. L'incursione informatica infatti potrebbe rientrare nella strategia di ritorsione voluta da Pyongyang in risposta alle continue esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud, e l'ampliamento delle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu in seguito ai test balistici e nucleari compiuti su ordine del presidente nordcoreano Kim Jong-un.

Inoltre l'attacco arriva a due giorni di distanza dalle accuse mosse da Pyongyang a Seul e Washington mandanti, a suo dire, di un'offensiva informatica che avrebbe causato l'oscuramento di diversi siti Internet nordcoreani.

Ecco allora che la risposta dei pirati sponsorizzati dal regime non si è fatta attendere, e a finire nel mirino sono state Shinhan Bank e Nonghyup, due tra i principali istituti di credito del Paese. I sistemi sono rimasti inagibili alcune ore, e per i clienti è stato impossibile effettuare pagamenti con carte di credito e prelievi bancomat.

Vittime dell'attacco anche Kbs, Mbc e Ytn, tre network tv che hanno sofferto una paralisi dei propri sistemi informatici, alcuni rimasti inagibili sino a 7 ore. Le autorità di Seul spiegano tuttavia che il black-out non ha riguardato agenzie governative, infrastrutture di produzione e distribuzione elettrica, o reti di trasporto. Inoltre non sembra siano stati intaccati i conti correnti degli istituti colpiti.

Tuttavia quanto accaduto ha causato l'interruzione delle attività commerciali in diverse zone. Del resto non sarebbe la prima volta di un'offensiva Internet a matrice nordcoreana. Nel corso di un'indagine il produttore di software McAfee rilevò che Pyongyang o gli hacker prezzolati dal regime erano dietro un attacco che nel 2011 mise in serie difficoltà banche e siti governativi di Seul. E prima, nel 2009, c'era stata un'altra imponente offensiva contro i portali dell'amministrazione Usa.

 

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