FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
1 - SCELSI MARRA SENZA GUARDARE IL CURRICULUM
Edoardo Izzo per “la Stampa”
«Ho scelto Renato Marra dopo aver sentito il parere dell' assessore Meloni». Questa la linea difensiva di Virginia Raggi, nel corso dell' interrogatorio di giovedì scorso. La sindaca ha risposto alle contestazioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall' Olio senza cedimenti, tranne quando i magistrati l' hanno incalzata sulle polizza sottoscritte da Salvatore Romeo di cui è beneficiaria: «Io di questa polizza non so nulla. Avete la mia parola».
La vicenda da approfondire ai fini dell' inchiesta era comunque la nomina di Renato Marra, per la quale la sindaca è indagata per abuso d' ufficio e falso in atto pubblico. E ai pm la Raggi ha spiegato di non aver comparato i curricula dei possibili candidati perché, «la procedura non è comparativa. Non esiste una commissione che deve scegliere tra i curricula. Ho scelto io sentendo il parere degli assessori», ha spiegato citando il comma 2 dell' articolo 38 del Regolamento che regola il concorso interno per i dirigenti di ruolo. Una procedura (non comparativa) che stabilisce che le «direzioni sono conferite e revocate dal sindaco».
Di parere opposto, però, la Procura che contesta un altro comma che recita: «Il provvedimento di conferimento è motivato, sulla base delle risultanze curriculari acquisite dalla struttura preposta alle risorse umane» secondo criteri come le competenze e le attitudini.
Da qui l' accusa di abuso e di falso all' anticorruzione del Comune che potrebbe costare alla Raggi il rinvio a giudizio. È su questo, infatti, cioè proprio sul reato di falso, che si rivolgono le attenzioni maggiori da parte dei pm anche se la sindaca ha sostenuto nell'interrogatorio che le uniche prescrizioni previste dalla legge riguarderebbero il ventaglio delle proposte, che spettano all' assessore alle Politiche delle risorse umane e la consultazione dell'assessore competente per materia.
Assistita dal suo avvocato Alessandro Mancori, la Raggi ha ribadito nell' interrogatorio di aver scelto Marra senior seguendo il consiglio dell' assessore Meloni che, ha spiegato, «non aveva segnalato il migliore, bensì quello più affine alle sue esigenze». E' un duello a colpi di fioretto, insomma, quello con Ielo e Dall' Olio su questo punto: la Raggi ha tentato infatti di ribaltare la tesi di accusa spiegando che non poteva sapere che «Raffaele Marra aveva di fatto raccomandato suo fratello a Meloni per far sì che lo nominasse al dipartimento turismo».
Come è noto agli atti dell' inchiesta c'è la mail inviata dall' assessore Meloni al delegato al Personale, Antonio De Santis e nella quale ringrazia sia a Marra che la Raggi per avergli consigliato Marra. Ma la Raggi ribatte di «aver nominato Renato su suggerimento di Meloni e non del fratello Raffaele».
VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA
Ma al di là della giustizia che andrà avanti martedì con l'interrogatorio di Raffaele Marra che potrebbe inguaiare ulteriormente Raggi, ieri il leader dei Cinquestelle Beppe Grillo è tornato a difendere la sindaca: «Cara Virginia, non deve essere facile ammettere i propri errori come tu hai avuto il coraggio di fare pubblicamente. Anche per questo hai la mia stima», le ha scritto sul suo blog.
2 - "RAFFAELE LO PRESENTÒ ROMEO IN CAMPAGNA ELETTORALE" L' ULTIMA INCONGRUENZA IN TV
Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
Quand'è che Virginia Raggi, se è lecito domandare, ha conosciuto esattamente Raffaele Marra? Durante l' intervista tv a Enrico Mentana, la sindaca ha raccontato che Salvatore Romeo aiutò tantissimo il gruppo consiliare M5S quando erano all' opposizione, e «durante la campagna elettorale Romeo ci ha presentato Marra». La Raggi dice «ci» riferendosi al quartetto di consiglieri municipali M5S (oltre a Raggi, Frongia, De Vito, Stefàno).
Tuttavia lo stesso Marra, in un'occasione attestata, ha raccontato una storia non coincidente. Durante una celebre intervista al Fatto, l'ex vicecapo di gabinetto, oggi arrestato, disse qualcosa che fu riferito da quel giornale un mese e mezzo dopo l'intervista, in un articolo uscito subito dopo l' arresto di Marra.
Il 18 dicembre, il Fatto scrisse la versione di Marra: «Il giorno prima di essere nominato vicecapo di gabinetto mi fu chiesto da Marcello De Vito di fare il presidente di municipio: io avevo un buonissimo rapporto sia con lui che con Raggi, mentre conoscevo meno Frongia e Stefàno. Conoscevo più di tutti De Vito: tutte le cose di cui ora mi chiedono conto, infatti, erano già state oggetto di approfondita indagine da parte sua a quel tempo».
salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco
Nessuno dei citati - a partire da Marra - ha smentito nulla. Insomma, Raggi dice che Marra lo conobbero «durante la campagna elettorale», presentato da Romeo. Marra cita un «buonissimo rapporto» che aveva con Raggi e De Vito. Ma potevano avere un buonissimo rapporto, se erano appena stati presentati (da Romeo) «in campagna elettorale? C' è una terza versione, quella di Daniele Frongia, all' Ansa (venerdì, ore 14,02): «Con Raffaele Marra non c' è stato alcun contatto da novembre 2013 alla primavera 2016». Vuol dire che qualche contatto c' era stato prima di novembre 2013?
Smentendo l' esistenza di un dossier anti-De Vito, Frongia risponde all' Ansa sottolineando che i contatti con Marra furono ripresi dopo la vittoria della Raggi alle comunarie del M5S che la incoronarono candidata sindaco a scapito proprio di De Vito. I contatti furono ripresi; segno che c' erano, e si erano interrotti? L' Ansa su quel «ripresi» ci fa titolo. Nessuna smentita.
Il punto è cruciale, e spinge a chiedersi: quand' è che Raggi e Marra incrociano le loro strade? È solo l' ultima di tante incongruenze che risaltano dopo le parole della sindaca, sul triangolo politico Raggi-Marra-Romeo. Proviamo a ricapitolare le altre (sorvolando sulle omissioni o incongruenze sul caso Muraro).
La prima sospetta bugia è quella per cui è indagata per falso: all' Anticorruzione Raggi scrisse che «il ruolo svolto da Raffaele Marra nella procedura (di nomina del fratello Renato, ndr) è stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali». Ma dalle chat agli atti dell' inchiesta, in due passaggi, emerge un ruolo attivissimo di Marra, ruolo noto alla Raggi (la sindaca gli scrive «questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire»).
Seconda incongruenza. Il 16 dicembre, in conferenza stampa in Campidoglio dopo l' arresto di Marra, senza rispondere a domande, Raggi reclama con piglio: «Marra non è un esponente politico, ma un dirigente.
È solo uno dei 23 mila dipendenti capitolini, il mio braccio destro sono i cittadini romani». La cosa cozza con l' esistenza stessa della chat preferenziale (i «quattro amici al bar»), e il tipo di legame politico che quella chat fa emergere (per fare solo un esempio, la defenestrazione di Carla Raineri è salutata dai quattro con emoticon che vanno dai tricchetracche ai fuochi d' artificio).
Ancora. «La cosa più grave di Marra? Il fatto di non esser stata messa a conoscenza da lui di alcune cose», lamenta Raggi a Mentana. Proprio lei che omise la sua pratica legale da Cesare Previti, il lavoro nello studio Sammarco, o l' aver presieduto per un anno e cinque mesi (2008-2009) una società (Hgr) legata a Gloria Rojo, storica collaboratrice di Alemanno. Alemanno che, a sua volta, ha voluto smentire ogni rapporto con Romeo, dopo che il Corriere aveva scritto che gli incontri dell' ex sindaco con Romeo erano stati più di uno (Romeo invece dice «uno solo» testimoniando nel processo Mafia Capitale).
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