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QUEL VICOLO CIECO IMBOCCATO DA “GIGGINO” – STOP ALL' IMPEACHMENT, ALLA RABBIA, AI DELIRI DEGLI ULTIMI GIORNI, DI MAIO COSTRETTO AI SALTI MORTALI PER GIUSTIFICARE LA RETROMARCIA – GRILLO CONTRARIO ALLA LINEA DURA ("L'ESTABLISHMENT È RIUSCITO A BLOCCARCI? OK, FA PARTE DEL GIOCO!") E FICO TRADUCE BEPPE IN FATTI CONCRETI: NIENTE MARCIA, SARA’ ALLA SFILATA DEL 2 GIUGNO CON MATTARELLA – L'EX BIBITARO DI POMIGLIANO SEMPRE PIU’ SOLO…

 

Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica

 

matteo salvini luigi di maio contratto

Sembra quasi di vedere la mano di Beppe Grillo sulla spalla di Luigi Di Maio, e sentire la voce del comico, attuale garante del Movimento, dire al capo politico: calma ragazzo, stavolta hai esagerato. L' intervento del fondatore sul Fatto quotidiano, ripreso dal Blog delle stelle, era un chiaro invito a smetterla di gridare al golpe per cominciare a fare politica. « L' establishment è riuscito a bloccarci? Ok, fa parte del gioco! - scrive Grillo - non siamo affetti dalla sindrome dell' adolescente ribelle che spera che alla fine il padre gli dia ragione. Mattarella ha intortato le cose oppure ha fatto lo sgambetto alla democrazia? Lo vedremo ».

 

BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

Stop all' impeachment, alla rabbia, ai deliri degli ultimi giorni ( « Il Quirinale mente! » , aveva sentenziato Di Battista prima di prendere il suo aereo per San Francisco). Il capo politico è costretto a cambiare inquadratura. Cancella gli impegni televisivi. Si chiude a discutere con Salvini. Nel frattempo, la comunicazione cancella le tracce eversive. Scrive post in cui rassicura: il Movimento non è contro i mercati.

 

E cambia il senso della manifestazione prevista per il 2 giugno: « Non è una piazza contro il Quirinale, non è una piazza contro qualcuno, ma a favore del nostro diritto di votare e scegliere. Noi vogliamo che sia una festa per stare insieme pacificamente, una prosecuzione della parata a cui parteciperanno nostri parlamentari e Roberto Fico, presidente della Camera».

 

alessandro di battista sahra e il figlio andrea

Proprio Fico ha avuto un ruolo centrale in tutta la vicenda. È stato lui - che il 2 sarà alla parata con il capo dello Stato, ma non alla manifestazione grillina - a tenere aperto il canale con il Quirinale nelle 48 ore in cui tutto sembrava deragliare. Ha taciuto, non ha detto una parola contro la decisione di Mattarella e ha cercato di riannodare i fili.

 

Che ora, nel giro di poche ore, dovranno tessere Di Maio e Salvini, per la prima volta da quando tutto è cominciato non più in sintonia come prima. « Cuor di leone » , così il leader M5S chiama il segretario leghista nella piazza di Napoli per il mancato appoggio sull' impeachment. Poi rassicura: «Sono un cittadino del sud, non ho dimenticato quello che ha fatto la Lega e non mi sono seduto a quel tavolo a cuore leggero». Fa tutte le capriole possibili, Di Maio. Ammette: «Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo».

 

ROBERTO FICO CON LE MANI IN TASCA DURANTE L INNO

Sostiene che « il problema non è neanche il Quirinale. Sbaglia obiettivo chi lo dice » , 24 ore dopo aver parlato di « atto ignobile del presidente ». Offre la sua collaborazione al capo dello Stato, purché la soluzione sia coerente con quanto fatto: non intende sostenere un governo Cottarelli fino all' autunno, quindi. Vorrebbe invece farne partire uno con la maggioranza che è in Parlamento.

 

Sull' impeachment si è ritrovato tutti contro. Non solo Fico, ma la maggior parte del gruppo parlamentare diceva cose come: non si può fare, non ci sono le giunte, mancano i giudici aggregati, è stata una reazione di pancia, un errore, ne abbiamo già scritto uno contro Napolitano e si è visto com' è andata. La vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni - che sarà sia alla parata che nella contropiazza grillina - ammetteva già prima che fosse ufficiale: « Non so se si farà » .

 

fico e mattarella

Ma non prova imbarazzo nel suo doppio ruolo, di piazza e di palazzo: «Mattarella ha sbagliato, ha fatto una valutazione politica, ha seguito i mercati. Deve spiegarci perché il voto degli italiani non conta, perché chi ha criticato l' euro non può fare il ministro». Erano le 17. Alle 20, la piazza di Napoli cambia tutto. E comincia, di nuovo, un' altra storia.