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DAGOREPORT
Ieri è stata una giornale campale per la politica politicante. Da un lato, la vittoria di Berlusconi (mancato arresto di Cosentino), dall'altro il successo di Bersani sull'"estremismo" alla Di Pietro (no al referendum sulla legge elettorale). Una stabilità politica ritrovata che dà energia a un parlamento dato per spacciato con l'arrivo dei tecnici - mejo, di politici travestiti da tecnici.
Primo segno e segnale di vita nuova della casta, si chiama Rai - che resta eternamente il mezzo di massa più formidabile per la caccia al consenso in vista di un ritorno alle urne.
E l'annunciata (da Fabio Fazio) rivoluzione di viale Mazzini, Monti dovrà , per ora, riporla nel cassetto.
Ci sarà a febbraio un po' di ammuina mediatica ma, dopo aver cestinato il fatidico tentativo di privatizzazione del carrozzone di Stato, anche la scrittura di nuove regole di nomina del consiglio di amministrazione (tre/quattro membri anziché 9) e soprattutto la nuova figura del direttore generale sul modello dell´amministratore delegato, magari anche un commissariamento che tolga di mezzo la politica catodica, non troverà la via del successo.
Il 4 aprile prossimo, alla scadenza dell'attuale Cda, lo scenario più probabile, disegnato da fonti autorevoli del settimo piano di viale Mazzini, sarà questo. Il consiglio verrà totalmente rinnovato sulla falsariga del manuale Cencelli: tre membri da parte del Pdl, due per il Pd, un leghista, uno per il Terzo Polo e uno scelto dal Tesoro, prima azionista Rai.
Naturalmente, il governo Berlusconi è defunto quindi sarà Monti a fare il nome del consigliere che prenderà il posto dell'attuale tremontiano Angelo Maria Petroni. E se si aggiunge che il nome del presidente Rai arriverà dal duplex Monti-Napolitano - e si fa apertamente il nome del presidente dell'Ansa, ex "Stampa", "Messaggero", "Espresso", il mitologico Giulio Anselmi - la somma fa il totale a favore del centrosinistra: 5 a 4.
Ad aprile, con le nomine, il ribaltone di Mamma Rai vedrà l'arrivo di uomini nuovi nei posti nevralgici, a partire da Mariopio Calabresi che ogni giorno Bella Napoli prova a farlo assumere alla direzione del Tg1 (il mandato di Maccari verrà rinnovato a fine gennaio). Dopodiché, toccherà a Mauro Mazza, Del Noce e compagnia varia.
Come ai vecchi tempi del Corriere, Anselmi vede come rivale per la presidenza di viale Mazzini, Paolino Mieli, che si sta agitando tanto per uscire dalla stanza senza bottoni di Rcs Libri.
Data da tutti per spacciata è Lorenza Lei mentre sale il nome di Claudio Cappon, ex direttore generale della Rai e oggi vicepresidente dell´Uer, l´unione dei broadcasting continentali, da sempre nel cuore di Corradino Passera.
bersani-di pietro
cosentino berlusconi gg
MARIO MONTI E FABIO FAZIO
ANGELO MARIA PETRONI
Giulio Anselmi
GIORGIO NAPOLITANO
PAOLO MIELI
Corrado Passera
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