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1- ABORTO, I REPUBBLICANI FANNO SCAPPARE LE DONNE E OBAMA LE CORTEGGIA
Paolo Mastrolilli per "La Stampa"
Il presidente Obama punta sulle donne per garantirsi la rielezione. Gli attacchi dei repubblicani alla sua riforma sanitaria, e in particolare le polemiche delle ultime settimane sui contraccettivi, hanno aperto uno spazio politico che la Casa Bianca vuole occupare in fretta, per costruirsi un vantaggio tra l'elettorato femminile in vista di novembre. Da oggi partirà un'offensiva fatta di lettere personali, iniziative ed eventi, finalizzata a riconquistare e assicurare il consenso delle donne.
Tutto è cominciato all'inizio dell'anno, quando la campagna per le primarie repubblicane è entrata nel vivo. Mitt Romney sperava di giocarla tutta sull'economia, sfruttando il suo curriculum di ex uomo d'affari per sottolineare l'inadeguatezza dei risultati raggiunti da Obama. Una serie di eventi imprevisti, però, ha riportato i temi sociali al centro del dibattito. Ha cominciato la Susan Komen Foundation, quando ha deciso di cancellare i finanziamenti per la cura del cancro offerti alla Planned Parenthood, perché questa organizzazione favorisce gli aborti.
Nel frattempo questa scelta è stata annullata, ma la battaglia politica ormai era partita. In quegli stessi giorni, infatti, l'amministrazione federale stabiliva che tutti i datori di lavoro devono pagare gli anticoncezionali alle loro dipendenti, attraverso le polizze di assicurazione sanitaria. Le chiese sono esentate per ragioni di coscienza, ma tutte le altre istituzioni legate a gruppi religiosi, come scuole e ospedali, devono farlo.
Questa decisione ha scatenato la polemica politica e uno scontro tra Casa Bianca e vescovi cattolici che ha spinto Obama a cercare un compromesso, comunque bocciato dalla Conferenza episcopale. Rick Santorum, che ha fatto dei temi sociali la sua bandiera, ha approfittato della situazione per lanciare contro Obama messaggi molto duri, che hanno costretto anche Romney a spostarsi su posizioni più conservatrici. A quel punto è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Rush Limbaugh, famosissimo commentatore radiofonico vicino ai repubblicani, ha definito «slut», praticamente prostituta, la studentessa della Georgetown University Sandra Fluke che si era battuta per la distribuzione degli anticoncezionali. Ha detto che meritava quell'insulto perché in sostanza voleva essere pagata per fare sesso, e ha chiesto che in cambio i contribuenti potessero vedere online i video delle sue «prestazioni».
Risultato: secondo un sondaggio del New York Times, a gennaio il 48% delle donne disapprovava le politiche di Obama contro il 46%; a febbraio, il 53% lo approvava contro il 38%. Si tratta di una inversione di tendenza potenzialmente decisiva, perché l'elettorato femminile rappresenta il 53% del totale. Nel 2008 il 56% delle donne votò per Obama, ma nel 2010 sono passate in maggioranza con i repubblicani. Recuperarle potrebbe fare la differenza per la rielezione del presidente, che resta comunque in svantaggio tra gli uomini bianchi.
La campagna per la rielezione del capo della Casa Bianca ha deciso di infilarsi subito nello spazio lasciato aperto dai repubblicani, per consolidare il suo consenso nell'elettorato femminile, prima che la crisi economica o altre emergenze tornino a distrarlo. Così oggi un milione di lettere verranno spedite a tre gruppi di donne, madri, giovani e anziane, per ricordare i benefici che hanno tratto dalla riforma sanitaria. Poi scatterà l'iniziativa «Nurses for Obama», in cui gruppi di infermiere difenderanno la riforma, e «Women's Week of Action», una settimana dedicata all'informazione su questo tema.
All'inizio dell'estate la Corte Suprema deciderà la causa presentata da diversi Stati repubblicani sulla incostituzionalità della riforma sanitaria, e la Casa Bianca vuole usare la sentenza a suo vantaggio, qualunque essa sia. Un via libera dei giudici confermerebbe che Obama aveva ragione; una bocciatura diventerebbe una chiamata alle armi per i sostenitori del presidente.
2- A SANTORUM IL KANSAS, A ROMNEY IL WYOMING
Domenico Zappia per "America24"
"Abbiamo scacciato i candidati dal Kansas!", aveva tuonato Rick Santorum ieri in un comizio a Wichita. E infatti oggi l'ex senatore della Pennsylvania si è aggiudicato i caucus repubblicani del Kansas, stato in cui non hanno fatto campagna elettorale i suoi due maggiori rivali. Sia Mitt Romney che Newt Gingrich avevano in larga parte ignorato il Kansas e i suoi 40 delegati in palio, preferendo concentrarsi sull'Alabama e il Mississippi - due stati con più âpeso', le cui primarie (oltre a quelle delle Hawaii) sono questo martedì. Mitt Romney però non è stato a guardare e ha portato a casa il risultato (e almeno sei dei dodici delegati in palio) dei caucus in Wyoming.
Stando all'emittente Nbc, con il 99% dei seggi scrutinati, Santorum ha il 51% dei voti, Romney il 21%, Ginrich il 14% e Paul il 12%. Poiché i 40 delegati verranno suddivisi su base proporzionale, nonostante la schiacciante vittoria Santorum dovrà dividere il bottino con gli avversari. All'ex senatore dovrebbero comunque andare almeno 25 delegati.
Dopo i tre stati conquistati questa settimana durante il Super Tuesday, per Santorum si tratta dell'ottavo successo in queste primarie. Seppure Romney mantiene un convincente vantaggio in termine di delegati conquistati, la vittoria rallenta l'inesorabile marcia di avvicinamento dell'ex governatore del Massachusetts alla nomination repubblicana. E le primarie di martedì nel profondo Sud, potrebbero rafforzare ulteriormente le speranze dei rivali. Romney ha infatti ammesso che nulla è deciso martedì quando voteranno Mississippi, Alabama e Hawaii.
Per il sito RealClearPolitics.com, in Alabama con il 21% delle preferenze l'ex speaker della Camera dei Rappresentanti Newt Gingrich ha un leggero vantaggio su Romney, 20%, e Santorum, 17%. Mentre Romney è il favorito sia in Mississippi che alle Hawaii. Nello stato meridionale l'ex governatore del Massachusetts è in vantaggio con il 35% delle preferenze, Santorum e GIngrich sono appaiati al 27%, chiude Paul con il 6%.
A livello nazionale, Romney, 37,3%, ha un vantaggio rassicurante su Santorum col 27,7%. Gingrich è terzo con il 14,3% delle preferenze, Paul chiude con l'11,3%. In precedenza, Romney aveva vinto i caucus del Guam e delle Isole Marianne Settentrionali. L'ex governatore si è anche aggiuditcato i tre delegati in palio nei caucus delle Isole Vergini americane e, secondo l'emittente Nbc, è ben posizionato per vincere in Wyoming dove l'ex governatore dovrebbe conquistare altri sei delegati. Santorum ne dovvrebbe ricevere tre e Paul uno.
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