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Stefano Lepri per “la Stampa”
Il padre, dirigente di una società armatoriale, gli pagò un costoso liceo privato a Londra e poi lo mandò a Oxford.
Il famoso e potente cugino del nonno, uno dei capi dell’esercito monarchico nella guerra civile del 1946-49, temeva che quel ragazzo ribelle diventasse di sinistra. Lo diventò infatti, e non poco: si iscrisse alla gioventù comunista.
La formazione inglese
Efklìdis (ovvero Euclide) Tsakalòtos, 55 anni, moglie scozzese, parla il greco con un leggero accento inglese e l’inglese con l’accento della buona società britannica. Nelle riunioni Ecofin a Bruxelles si troverà accanto un altro ex allievo della St.Paul’s School, cinquecento anni di storia: l’attuale Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito George Osborne, famiglia nobile e conservatrice.
Le sue principali differenze dal predecessore Yanis Varoufakis sono che sa fare politica e che non ostenta. Porta le giacche di velluto stazzonate e i jeans tipici della sinistra, invece di esibire un suo stile personale. È in Sýriza dalla fondazione, membro del comitato centrale, eletto deputato già nella precedente legislatura. Quanto a idee, vuole restare nell’euro cambiandolo, a differenza dell’ala sinistra del partito non crede in una «via nazionale» fuori.
La visione del Paese
Come economista, è meno fantasioso ed «erratico», più ideologico di Varoufakis; negli studi si è dedicato a una critica serrata dell’economia neoclassica. Sostiene che la Grecia non è affatto eccezionale, diversa dagli altri Paesi europei, è anzi il banco di prova dove si ritrovano sia tutti i mali del neoliberismo sia i limiti delle soluzioni socialdemocratiche e keynesiane.
Il passato della Grecia con le sue discriminazioni anticomuniste, dice, ha contato nelle sue scelte, benché sia nato e abbia studiato fuori; lo ha spinto verso amici maggiori di qualche anno che avevano lottato contro la dittatura dei colonnelli (1967-1974). Non gli bastava che il generale suo parente, Thrasývoulos (Trasibulo) Tsakalotos, nei suoi ultimi anni facesse appello alla riconciliazione, stringesse la mano al rivale Markos Vafiàdis, capo dei guerriglieri comunisti, dichiarasse di votare per il Partito socialista. L’esperienza politica davvero formativa, però, sostiene di averla trovata nei movimenti no-global della fine degli Anni 90.
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