
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
1. MARINO VA A PARIGI, IL SALVA ROMA PUÃ ASPETTARE
Dario Martini per âIl Tempo'
Slitta il consiglio straordinario comunale sul decreto Salva Roma. La discussione sulla priorità della Capitale è rimandata al 18 marzo. Questo rinvio è dettato dal fatto che il sindaco Marino deve volare a Parigi dove resterà tre giorni. Il primo cittadino, infatti, andrà a portare il suo sostegno alla candidata socialista Anne Hidalgo per le prossime elezioni della capitale francese.
Quando si è appresa la notizia che Marino sarebbe stato affaccendato in altre questioni, l'opposizione è insorta al grido di «irresponsabile». Il Campidoglio, però, fa sapere chi si tratta di un appuntamento istituzionale fissato da tempo: «Dal 12 al 14 febbraio il sindaco Marino sarà Parigi, città gemellata con la Capitale già dal 1953. Gemellaggio rilanciato dal primo cittadino di Parigi il 29 novembre, durante la visita che Delanoe (il sindaco uscente della capitale francese, ndr) ha voluto fare in Campidoglio per rilanciare le relazioni culturali e le collaborazioni tra le due metropoli».
Insomma, per il sindaco Marino non c'è niente di male. Anzi, la nota diffusa dal Campidoglio entra ancora di più nel particolare degli appuntamenti previsti in questa tre giorni all'ombra dell'Arco di Trionfo: «I temi affrontati da Marino e Delanoe a Roma, mobilità e cultura, saranno al centro anche del confronto di Parigi. Nella due giorni, inoltre, il sindaco della Capitale incontrerà il vicepresidente Amf (Anci francese) e parteciperà all'inaugurazione della settimana del cinema straniero, dove verrà proiettato "Una giornata particolare" di Ettore Scola.
A margine degli incontri istituzionali, Marino e Delanoe parteciperanno a un'iniziativa elettorale a sostegno della candidata del Partito Socialista Francese, Anne Hidalgo. Le elezioni saranno il 23 marzo». Lo slittamento del consiglio straordinario però non è un fatto secondario. L'assemblea capitolina avrebbe dovuto discutere del decreto che stanzia 570 milioni per salvare la Capitale in cambio di un piano di risanamento che non sarà affatto indolore.
L'amministrazione comunale, infatti, ha tre mesi di tempo per presentare un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio. Per raggiungere questo obiettivo si dovrà con ogni probabilità passare da una serie di misure quali la liberalizzazione dei servizi pubblici e la riduzione del personale nelle aziende in perdita, sino alla liquidazione delle società considerati inefficienti e inutili. Nel mirino ci sono ovviamente Atac e Ama dove lavorano migliaia di dipendenti.
L'ex sindaco Alemanno ritiene «assurdo e sconvolgente che il sindaco Marino rinvii il Consiglio straordinario sul decreto Salva Roma e sulla situazione finanziaria della città semplicemente per andare a Parigi a trovare il suo collega sindaco Delanoe. Non c'è nessun motivo specifico che giustifichi un tale cambio di programma, perché nella visita parigina risultano solo argomenti ed eventi di routine. Marino dà il messaggio di preferire un viaggio a Parigi invece che affrontare di petto i problemi della città . Un incredibile atto di superficialità ».
Ciò che non va giù all'opposizione è il fatto che si tratti di un impegno non inderogabile. Il capogruppo di FdI, Fabrizio Ghera, la definisce una «scampagnata elettorale» ritenendo «gravissimo che Marino snobbi l'intero Consiglio comunale, per andarsene in trasferta sugli Champs Elysees a sostenere la socialista Anne Hidalgo. Se ne infischia di Roma e umilia ancora una volta i romani dimostrando scarsissimo senso di responsabilità ».
E se Luca Giansanti, capogruppo della lista civica Marino, si dice dispiaciuto per le polemiche dell'opposizione («il sindaco va a rinsaldare e rilanciare, in un nuovo tandem culturale con Delanoe, lo storico gemellaggio tra Roma e Parigi»), c'è Alessandro Onorato della lista Marchini che fa una sintesi impietosa: «prima le elezioni francesi e poi le imprese, le categorie economiche e i cittadini romani: così Marino condanna la città al fallimento».
E c'è chi fa una provocazione: «Oltre che impreparato e presuntuoso, Marino dimostra ancora una volta di essere gravemente irresponsabile - dice Marco Pomarici del Nuovo centrodestra - Dopo aver concordato la data con tutte le parti sociali, il sindaco preferisce partire alla volta di Parigi per sostenere la causa della sinistra francese nelle elezioni amministrative. Gli chiediamo un gesto di dignità . Si dimetta e resti in vacanza a Parigi».
2. CASSIA, UN MESE E MEZZO DOPO LA FRANA à ANCORA LÃ. SPUNTA LA SCRITTA: «MIO NONNO CON LA PALA AVEVA GIà FINITO»
Da âwww.ilmessaggero.it'
à passato più di un mese dal grande nubifragio e la frana è ancora lì, la Cassia è interrotta e il Comune promette di cominciare i lavori a fine marzo. Da quelle parti, siamo a piazza Giuochi Delfici cuore di Vigna Stelluti, ci credono poco e comunque ritengono che si potesse fare prima.
Qualcuno lo ha anche scritto in vernacolo con lo spray sul new jersey che blocca il passaggio: «Mio nonno co' 'na pala aveva già finito». Sfogo ironico e magari con qualche sfondo di verità . In ogni caso il comune spiega: «Per la frana di via Cassia si interverrà entro la fine di marzo e l'intervento durerà due mesi» ha detto l'assessore ai lavori pubblici Paolo Masini.
Da un punto di vista geologico, a dire il vero, il problema è serio e la pala e il nonno non bastano a risolverlo. Le aree franate su via Cassia 240 (Giuochi Delfici) insistono invece su una proprietà privata. «Il progetto prevede - con un intervento da 1,3 milioni di euro e della durata di circa 60 giorni - opere di calcestruzzo armato di contenimento al piede della scarpata e opere di rimodellazione del profilo della scarpata stessa». Nel frattempo proviamo a coinvolgere anche il nonno.
3. MARINO: MI FANNO LA GUERRA PERCHÃ DO FASTIDIO A MOLTI
Aldo Cazzullo per âIl Corriere della Sera'
Non sono avvelenate e neppure cattive, le due torte mandate da ignoti al sindaco più criticato d'Italia e quindi del mondo. à il compleanno di Ignazio Marino (anche se in tutto il giorno risponderà a poche telefonate, quasi tutte della madre novantenne). Alle 8 meno un quarto c'è già la prima riunione - per preparare il viaggio a Parigi - e la prima contestazione da destra: cosa va a fare il sindaco a Parigi?
«Mi pare giusto ricambiare la visita del mio collega Bertrand Delanoë». Guardi che Delanoë scade tra due settimane, il 23 si elegge il suo successore. «Appunto, farò un comizio in piazza a sostegno della candidata di sinistra, Anne Hidalgo. In Campidoglio dopo cinque anni di black-out abbiamo ripreso i contatti con l'estero: Spagna, Paesi Bassi, Corea, Messico, Perù, Croazia, Bulgaria, Estonia...».
Sindaco, Roma è un disastro. Alluvioni, buche, traffico, incidenti mortali, dissesto finanziario. Non a caso va salvata di continuo: ogni governo deve varare un decreto «Salva-Roma». Com'è possibile? «Detesto il nome di quel decreto. Ma ho dovuto alzare il tono per evitare il blocco della capitale. Renzi ha capito, e ha firmato. Non è vero che abbiamo litigato. I giornali inventano. Mi accusano di tutto. Il Tempo è arrivato a pubblicare una mia fotografia travestito da donna nomade: mi rimproverano di aver mandato la polizia, durante l'alluvione, a evacuare i campi rom abusivi alla foce dell'Aniene. Confesso: sono colpevole. Ho mandato la polizia perché non volevo che la piena si portasse via un bambino».
Contro l'alluvione non si poteva fare di più? «Certo: cinquant'anni fa si poteva fare molto di più. Interi quartieri, da Ostia a Primaporta, sono sorti in zone alluvionali. Ci sono condomini con dentro le idrovore che a ogni pioggia pompano via l'acqua. Dicono che sono case condonate; però il fiume quando straripa non guarda i condoni. Ma io ho un piano...».
I collaboratori lo portano via: «Sindaco, è tardi, la aspettano alla Magliana» (quasi tutti gli danno del lei). «Benissimo, prendo la bici». «Guardi che sono venti chilometri». «Non è vero! L'altro giorno dicevate lo stesso di Casalpalocco e ci sono arrivato in un attimo». «Oggi non può, è in ritardo». «Almeno usiamo Car2Go». «Cosa?». «Non sapete? Da oggi si può scaricare sul telefonino un programma che ti fa vedere l'auto in car sharing più vicina. Guardate: ce n'è una a 235 metri, ha il 78% di carburante. Con la stessa carta si può prendere un'auto a Parigi, Berlino, Londra, Denver...».
Alla fine lo convincono a prendere la macchina del Comune, una Punto bianca. «Ci sono troppe auto in centro. Entro la fine di questa consiliatura via dei Fori Imperiali sarà interamente pedonale. Lo sa che le sculture della colonna Traiana si stanno sgretolando?». Quando va in bici, come fanno a scortarla? «Non creda alle leggende. Non esistono poliziotti ciclisti. Io non ho scorta. Ogni tanto viene organizzata una protezione sui luoghi dove devo andare».
Sulle scale del Campidoglio trova Paolo Cirino Pomicino, che però non è qui a dare consigli sul bilancio: «Marino mi deve sposare, sono venuto a vedere la sala». Un passante lo saluta: «A sindaco, te fanno âa guera, eh?». E lui: «à vero, un po' la guerra me la fanno. In un anno abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta, e il proprietario, Cerroni, è finito in galera. Ho appena cambiato i vertici dell'Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Ho disdetto contratti d'affitto assurdi: un garage di Scarpellini, quello degli affitti d'oro alla Camera, ci costava da solo un milione l'anno. Le Assicurazioni di Roma rimborsavano cifre folli, a un tronista che guidava ubriaco hanno dato un milione e 200 mila euro. Ora cambierò i trasporti. Stiamo rivedendo tutti i contratti di servizio al ribasso. Ho toccato parecchi interessi forti. Qualche nemico me lo sono fatto».
Compreso Caltagirone? «Con lui c'è rispetto reciproco. Ci siamo visti due volte. La prima per parlare dell'Acea: voglio diminuire i consiglieri d'amministrazione e i loro stipendi. La seconda per parlare della linea C della metro: voglio completarla, ma con tempi certi. Alla voce "stazione san Giovanni" era scritto: "Data da destinarsi". Ma scherziamo?».
La prima tappa è una scuola della Magliana che prende il nome dal proprio indirizzo, «Via Cutigliano». Ad attenderlo c'è un attore travestito da Geronimo Stilton, che distribuisce libri sui diritti dell'infanzia. Il sindaco si è preparato in macchina e lo saluta come a Topazia: «Stratopico!». I bambini gli danno il cinque come a Renzi, per fortuna la preside non ha preparato canzoncine. I genitori sono meno entusiasti: i bagni sono rimasti rotti per anni, il giardino è pieno di oleandri che fanno venire le allergie. Marino promette che li farà sradicare: «Ma voi in cambio dovete piantare un orto. Con i pomodori, la lattuga, il prezzemolo...».
Si riparte per la stazione Termini. Il sindaco fa rallentare a ogni cassonetto per ispezionarli: «Vede? Sono stati tutti svuotati. A dirigere l'Ama ho chiamato un esperto di rifiuti; prima c'era un esperto di razze equine. Il personale va rimotivato. L'assenteismo è del 18%: ogni giorno mille persone non vanno a lavorare». E l'Atac, il carrozzone dei trasporti? «Alemanno ha assunto duemila persone. Quasi tutti impiegati. Ora li manderò sugli autobus, come controllori: tra il 30 e il 60% dei passeggeri non paga il biglietto. Faremo in modo che tutti entrino dalla porta anteriore». Allora ci vorranno molti, ma molti più autobus... «Sì, e anche più autisti. Quelli di adesso meritano un plauso. Hanno tutti 50 giorni di ferie arretrati». Ci sono più dirigenti all'Atac che alla Nasa. «Li ridurremo. La loro carriera deve essere legata ai risultati. Chi non li porta viene allontanato». Privatizzare? «Non lo escludo. Ma il controllo deve restare pubblico».
A Termini lo aspettano il capo delle Ferrovie Moretti e i clochard del centro di accoglienza Binario 95. Uno di loro sta scrivendo al computer una poesia per il sindaco: «Quanno è l'ora de parlà / batti i pugni e nun ce pensà / poi se davvero ci rispetti/ dà una mano ai senza tetti/ che ce n'hanno de bisogno/ te lo dico e mi vergogno». Si scopre una targa a Modesta Valenti, morta in stazione senza soccorso. Poi si va in tribunale, a firmare il protocollo per la gestione dei beni sequestrati: «Vi ringrazio per aver scoperto che la catena di Pizza Ciro era in mano alle mafie, e per aver consentito a chi ci lavorava di continuare a farlo. L'altra sera ero in un locale sequestrato, Pummarola Drink, al Pantheon, e mi sono trovato molto bene...».
Sulla via del Campidoglio si torna a parlare di bilancio. «Monti ha tolto i 500 milioni che il governo passava a Roma. Alemanno ha fatto il bilancio 2013 come se quei soldi ci fossero. Da qui il disavanzo di 816 milioni». In Italia tutti dicono che il predecessore ha lasciato un buco. «Io però l'ho fatto certificare dalla Guardia di finanza. Ora avremo i fondi europei: 200 o 300 milioni. E il principe-sultano dell'Arabia Saudita, che conosco da quando trapiantai il fegato a sua madre, finanzierà un progetto archeologico».
Arriva una serie di sms: «Sono gli amici americani che si stanno svegliando. A Pittsburgh, a Philadelphia...». Come intende rilanciare l'economia della capitale? «Ho un piano. Manutenzione delle strade e delle scuole. No a nuove costruzioni: riqualificare il costruito, a cominciare dalle caserme. Più turismo religioso. Ne ho parlato con il Santo Padre, lavoreremo insieme. Sa che l'83% degli alberghi è già prenotato per fine aprile, quando Wojtyla sarà fatto santo? E poi il turismo congressuale.
L'Italia è rimasta indietro: la prima al mondo è Vienna, Roma non è neanche nelle prime venti. Termineremo la Nuvola di Fuksas, perché serve una grande struttura. Nel 2016 ci sarà il convegno mondiale dei cardiologi: 15 mila persone che possono spendere anche mille euro al giorno». Suona il telefono: «Mamma anche io ti voglio bene. Sì, passami Helder, così mi fa gli auguri» (Helder è la badante peruviana).
A Primavalle lo aspettano in un'altra scuola elementare. «Non è vero che non conosco Roma. Questa zona ad esempio mi è familiare. Da neolaureato lavoravo al pronto soccorso del Gemelli. Arrivavano poliziotti e terroristi feriti negli scontri a fuoco. Vedevi l'umanità dolente delle periferie». Davanti alla scuola c'è il centro anziani: qualcuno si alza a salutare Marino, altri rimangono seduti a giocare a carte. «Cosa posso fare per voi?». «Siccome lei è anche dottore, io avrei un dolorino allo stomaco...». L'accoglienza non è entusiasta ma neppure polemica. à quasi buio, una bambina romena gli regala un disegno con un sole rosso e la dedica: «Grazie sindaco per avere visto il tramonto con me». Alla fine di una giornata trascorsa a ritmi folli resta soprattutto il respiro di una città immensa, soffocato dalla crisi, dallo smog, dal traffico. «Ha detto traffico? Ma io ho un piano...».
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