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Che fare a Roma. Che fare a Milano. Matteo Renzi ha due grossi problemi e non sa come risolverli.
La situazione nella Capitale è sempre più ingarbugliata, vista con gli occhi del segretario del Pd. Innanzitutto, il premier cazzaro non riesce mai a capire che ha nella testa Ignazio Marino. Per lui è davvero un marziano, uno che non sai bene se “ci è o ci fa”, come si dice a Roma, uno che cambia idea in continuazione e che ti scompagina i piani. Se ne va? Resta? Si ricandida? Fa una lista di disturbo? Boh.
In ogni caso Renzi vuole evitare a tutti i costi il voto nella prossima primavera, ma non sa che scusa trovare. Si proverà ad alzare il tono del dramma, a far dire al prefetto Grabrielli cose tipo “E’ il primo giubileo ai tempi dell’Isis”. Sottinteso: per motivi di ordine pubblico mica possiamo aggiungerci una campagna elettorale, per giunta piena di tensioni. Ma potrebbe non bastare, anche in presenza di una stampa compiacente.
E allora a Palazzo Chigi è caccia aperta al cavillo. All’escamatoge giuridico che possa giustificare formalmente un rinvio delle urne a Roma. Città dove, oltre a tutto, Renzi sa benissimo che il suo partito, sotto processo per Mafia capitale, non riuscirebbe a gestire le primarie.
Ma i problemi sono anche a Milano, per il dopo-Pisapia. Matteo Renzi aveva individuato l’uomo giusto in Giuseppe Sala. Ma il commissario dell’Expo è tiepido e teme di farsi male alle primarie (anche se Renzi prova a rassicurarlo dicendogli che gli opporrebbero candidati deboli). In ogni caso, come al solito il ducetto di Rignano sull’Arno si è fatto fare un sondaggio riservato e ha scoperto che l’elettorato di centrosinistra è poco entusiasta all’idea di votare Sala (che per altro viene dal giro della Moratti).
E già che si parla di sindaci, anche sul campo avverso si studiano le mosse per mettere in discussione la prima Era Renziana. Silvio Berlusconi non vuole personaggi di partito, ma gente che viene dalla finanza e dalle imprese. Per Milano vorrebbe convincere Salvini a candidare Airone Passera (non sarà facile, un ex ministro dell’odiato governo Monti…) e per Roma ha in mente Alfio Marchini, che gode di consensi trasversali.
Li vuole mettere alla prova e poi quello che si dimostrerà più abile sarà candidato alle politiche del 2018. Ottimo piano. Ma a patto che anche fra tre anni sia sempre Silvio a dare le carte nel centrodestra.
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