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LE RUGHE DELLA MERKEL - DAL DIESELGATE ALLA DEUTSCHE BANK, FINO ALL’ESPLOSIONE NEGLI STABILIMENTI BASF - UN INCIDENTE PRODOTTO DALLA SCARSA MANUTENZIONE DELLE INFRASTRUTTURE, CONSEGUENZA DALLA MANIACALE OSSESSIONE DI SCHAUBLE DI RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO

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Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”

 

INCIDENTE BASF1INCIDENTE BASF1

Una lunga colonna di fumo che si leva nel cielo oltre le ciminiere dell' impianto della Basf, la più importante fabbrica chimici di Germania e d' Europa, forse del mondo. È quella l' immagine che si presentava ieri pomeriggio sulla riva di Ludwigshafen Nord, uno dei tre porti che si affacciano sul Reno, dove ogni giorno attraccano in media sette navi che scaricano nafta ed imbarcano annualmente oltre 2,6 milioni di tonnellate di prodotti chimici (metanolo e gas liquefatto) in uscita dallo stabilimento Basf, uno tre grandi della chimica tedesca, accanto a Bayer e Hoechst.

 

Un destino sofferto, quello di Ludwigshafen, la prima città tedesca bombardata dagli alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Nel 1921, un incendio partito dal magazzino di Oppau devastò la fabbrica provocando la morte di 900 dipendenti. Una tragedia immane, ben diversa dall' incidente di ieri che ha provocato - bilancio provvisorio - un morto, sei dispersi e sei feriti e ha fatto partire le sirene d' allarme in tutta la città.

 

Episodio reso più inquietante da una strana coincidenza: nella prima mattina, in un altro impianto Basf non distante, quello che lavora materie plastiche a Lampertheim, l' esplosione di un filtro che ha causato la ferita di altri quattro dipendenti Basf. La polizia, già dopo le prime indagini, ha escluso la pista del terrorismo mentre, secondo quanto stabilito dalle misurazioni ufficiali, «non sono emerse sostanza nocive nell' aria».

DEUTSCHE BANKDEUTSCHE BANK

 

Ma l' allarme ha comunque coinvolto 21 mila abitanti della cittadina industriale (160 mila abitanti) e di alcuni quartieri della vicina Mannheim (300 mila abitanti), asili e scuole comprese.

 

A far notizia, in questo caso, del resto non è tanto la portata dell' incidente, quanto i timori evocati dall' incubo della nube chimica. Ma anche lo stupore che al centro dei sinistri ci sia uno dei grandi dell' industria tedesca, nientemeno che la Badische Anilin und Soda Fabrik, cioè la Basf (112 mila dipendenti in 376 fabbriche di 170 Paesi, un' offerta di 6 mila prodotti dall' agricoltura alle specialità) colpita nel cuore dello stabilimento chimico simbolo, la fabbrica chimica più importante del mondo.

DIESELGATEDIESELGATE

 

Insomma, la grande ed invincibile macchina economica tedesca mostra altre crepe dopo lo scandalo Volkswagen e, non meno gravi, i danni inferti da Deutsche Bank alla credibilità finanziaria del Paese. Piccole "rughe" a fronte di un successo strepitoso, forse troppo. Non è eccessivo collegare lo stato deficitario delle infrastrutture della grande Germania (compresi i porti di Ludwigshafen) con l' ossessione di Wolfgang Schaeuble di azzerare, unico Paese al mondo, il debito pubblico a tappe forzate, anche a costo di ridurre la manutenzione di strade e porti.

 

schauble MERKELschauble MERKEL

Anche questo c' è dietro i primati industriali conquistati ad ogni costo. E alla leadership delle partite correnti che fanno della Germania il maggior responsabile degli squilibri finanziari globali ; gli Stati Uniti hanno ridotto il disavanzo corrente dal 5 per cento del Pil prima della crisi a meno del 3 per cento nel 2015,la Cina ha diminuito il suo avanzo dal 9,3 per cento nel 2008 al 2,7 per cento nel 2015. La Germania, con un avanzo da 274 miliardi di dollari, di gran lunga superiore a quello di Pechino rappresenta la grande eccezione.