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Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
Una risposta « speculare » : Mosca espellerà tanti diplomatici stranieri quanti i russi cacciati via dai diversi Paesi dell' Unione Europea e dell' Alleanza atlantica nei giorni scorsi. Si inizia con gli Stati Uniti: ai sessanta diplomatici russi allontanati da Washington e alla chiusura del consolato russo di Seattle, segue l' espulsione di altrettanti funzionari americani dalla Federazione e la chiusura del consolato statunitense a San Pietroburgo.
In un secondo momento toccherà agli altri Paesi Ue e Nato, Italia compresa, che hanno allontanato funzionari del personale diplomatico russo in "solidarietà euroatlantica" alla Gran Bretagna che accusa il Cremlino del tentato assassinio con un gas nervino a Salisbury dell'ex spia russa doppiogiochista Serghej Skripal e della figlia Julija.
«Il numero di persone delle rappresentanze diplomatiche che dovrà lasciare la Federazione russa sarà speculare a quello dei russi allontanati dagli altri Paesi» , ha precisato in conferenza stampa il ministro degli Esteri Serghej Lavrov, mentre l'ambasciatore statunitense a Mosca Jon Huntsman veniva convocato dal suo vice Serghej Rjabkov.
In totale erano stati oltre 150 i diplomatici russi allontanati da circa 30 Paesi Ue e Nato, compresi i due espulsi dall' Italia. L' ambasciata italiana a Mosca al momento non ha ricevuto alcuna comunicazione dal ministero degli Esteri russo. Le " personae non gratae" tra il personale diplomatico statunitense sono, nel dettaglio, 58 dipendenti dell' ambasciata americana a Mosca e due del consolato di Ekaterinburg.
Dovranno lasciare il paese entro il 5 aprile. Il consolato di San Pietroburgo, invece, dovrà cessare le proprie attività già entro domani. «Invitiamo le autorità statunitensi che stanno incoraggiando una campagna diffamatoria contro il nostro Paese a tornare in sé e mettere fine alle azioni senza senso che distruggono le relazioni bilaterali» , ha detto Lavrov, sottolineando che le espulsioni seguono la « brutale pressione» esercitata da Stati Uniti e Gran Bretagna per costringere i loro alleati a «seguire una condotta anti-russa».
Mosca, ha aggiunto il ministro, ha «chiesto nuovamente di avere accesso a Julija in quanto cittadina russa in base alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche» e ha convocato per lunedì un incontro del segretariato dell' Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per discutere la faccenda.
Di tutt'altro parere il Dipartimento di Stato americano. Gli Stati Uniti, ha fatto sapere la portavoce Heather Nauert, si riservano il diritto di rispondere all'espulsione dei 60 diplomatici americani che considerano «ingiustificata». Le tensioni tra Stati Uniti e Russia cominciano ad assomigliare a quelle «che abbiamo vissuto durante la Guerra Fredda», ha commentato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, precisando di essere «molto preoccupato» e sottolineando l'importanza di «garantire meccanismi di comunicazione efficace per evitare un' escalation».
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