MA LO SAPETE CHE SI VOTA PER IL CAMPIDOGLIO? FRECCERO: “I CANDIDATI SEMBRANO ORMAI CONCORRENTI DEL GRANDE FRATELLO”

Alessandro Capponi per "Il Corriere della Sera - Roma"

Campagna elettorale? Poco emozionante, poco efficace, per niente coinvolgente. Dai manifesti ai dibattiti tv, dai loghi usati dai partiti alla comunicazione nel suo complesso: è una sfida, quella che porterà all'elezione del sindaco di Roma, che a detta di alcuni stenta a decollare.

Per fare degli esempi: «Se va bene il prossimo sindaco sarà persona onesta ma non basta - si rammarica il sociologo Domenico De Masi - io dico che questa è la Capitale e meritava un uomo che fosse sintesi di Fellini, Michelangelo e di Papa Giulio II. Ma, evidentemente, i partiti non capiscono cos'è Roma...». I

l direttore di Rai4, Carlo Freccero, commenta le sfuriate tv del sindaco Alemanno: «È l'effetto Grande fratello, come i concorrenti anche i politici sono ventiquattr'ore su ventiquattro esposti ai media, e ormai confondono la sfera privata con quella pubblica, la toilette con la sala da pranzo...».

Ancora: lo scrittore Alessandro Piperno ammette di «sapere a malapena chi è in corsa. I messaggi dei candidati di certo non mi hanno raggiunto...». Certo, vale la pena ricordare che forse, questa non è la campagna elettorale più semplice, nell'ottica dei candidati: il centrosinistra ha fatto primarie una dopo l'altra, Pdl e Pd governano assieme, l'antipolitica vola. Piperno ammette di «non averli praticamente mai sentiti parlare, so che in corsa ci sono Marchini, Marino e Alemanno. Non saprei quale scegliere, non voterò come del resto faccio sempre per il Campidoglio: ho visto Marino in tv una volta, un anno fa, mi sembrava un po' anonimo».

Carlo Freccero, dopo la reazione polemica del sindaco nei confronti di una giornalista del TgR, ieri in un confronto tv - accusata da Alemanno di «condurre in modo squilibrato» - non crede che gli atteggiamenti aggressivi dei politici siano frutto di una strategia: «No, l'unica volontà è quella di rovesciare sui giornalisti l'accusa di appartenere a una casta, di individuare un "nemico"».

Domenico De Masi prima boccia tutti: «Non mi merito dei candidati così». Poi sulla comunicazione salva Alfio Marchini, «il meno peggio». Ma, in sintesi, non l'hanno impressionato favorevolmente, mai: «In questa città ci sono grafici meravigliosi, ma a guardare i manifesti politici non si direbbe. È una campagna mediocre, come estetica e come sostanza».

Pochi gli endorsement: Maurizio Costanzo e Massimo Ranieri per Ignazio Marino, Aldo Biscardi per Gianni Alemanno, Antonello Venditti per Alfio Marchini - ieri a Mario Ajello del Messaggero ha detto «è la persona giusta, contro le vecchie logiche» - e Carlo Verdone, a dicembre, si disse incuriosito da Marchini, di «volerlo studiare». Da Andrea Mondello parole d'elogio per «Marchini, ha dato un segnale di generosità e intelligenza. Come cittadino romano devo essere grato a un imprenditore capace, intelligente, che ha una visione internazionale delle questioni e dei problemi: con umiltà ha studiato i problemi, e fatto una campagna intelligente».

Domani le feste di chiusura, domenica il voto e poi via al ballottaggio: due settimane che potrebbero essere un'occasione. Per i candidati che lo raggiungeranno, e forse anche per la campagna elettorale.

 

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