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Paolo Bracalini per “Il Giornale”
schulz martin official portrait
La severità tedesca non ha solo il volto granitico del ministro Wolfgang Schäuble, il falco raffigurato nei manifesti dell'«Oxi» (No) come un Dracula, ma anche quello più rotondo di Martin Schulz, presidente del Parlamento Ue, socialista, finora una delle (poche) colombe teutoniche nel negoziato con Atene.
Ma alla colomba sono spuntati gli artigli, e ancora ad urne aperte ha iniziato a bombardare pesante: «Se vince il No i greci devono uscire dall'euro. Come faranno a pagare gli stipendi? Come faranno a pagare le pensioni?». Poi, incassato l'esito del referendum, in un videomessaggio ha prefigurato scenari tremendi: «Dovremmo discutere un piano di aiuti umanitari per la Grecia: pensionati, bambini, gente comune».
Pure dalle fila del Partito socialista europeo, che annovera tra i partiti del centrosinistra molti fautori della linea morbida con Tsipras (c'è persino l'europarlamentare Cofferati, filo-Syriza), Schulz si è allineato al sentimento maggioritario nell'opinione pubblica tedesca, dove l'inflessibile Schäuble tocca record di popolarità (l'ultimo sondaggio lo dà al 70%), superiori alla Merkel.
I giornali tedeschi sono molto critici verso Atene («Festeggiano la loro rovina» titola la Bild, «La Grecia rifiuta di modernizzarsi» scrive il Frankfurter Allgemeine Zeitung , «La Grecia sceglie un futuro incerto, la aspettano settimane amare» commenta Der Spiegel ), e anche la vox populi mostra cittadini tedeschi propensi alla severità («Devono crescere e assumersi le proprie responsabilità e non far pagare gli altri al loro posto» è un'opinione riportata come esemplare da Euronews ).
Schulz, autorevole esponente del Spd che governa in una larga coalizione con la Cdu, non si discosta da quel che l'elettorato tedesco vuol sentire, cioè linea dura con Tsipras e compagni. Troppo dura per le più accomodanti orecchie italiane, tanto che per Schulz è immediatamente riaffiorato, nei talk show e sui social network, il marchio di «kapò» che gli aveva affibiato Berlusconi nel 2003.
Berlusconi fu massacrato dalla stampa italiana, i Ds chiesero scuse ufficiali, la sinistra estrema lo definì «ignobile», la stessa che ora si indigna per la sua durezza con la Grecia. Ma se Schulz si scaglia contro un premier di sinistra, la definizione di «kapò» sembra appropriata e per nulla offensiva. Su Twitter è tutto un rivalutare il Cavaliere, mentre l'europarlamentare Barbara Spinelli, eletta sotto le insegne di Tsipras, chiede le dimissioni di Schulz, definendolo «parziale, brutale, ottuso». Insomma un mostro, e pure fesso. Ma questo è un giudizio politico, mica un insulto.
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