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Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
Gli agenti della brigata finanziaria sono entrati in azione ieri mattina per perquisire le abitazioni di Bernard Tapie, celebre imprenditore ex ministro di Mitterrand poi diventato amico di Sarkozy, e di Stéphane Richard, attuale capo del colosso delle telecomunicazioni France Télécom. Un'operazione spettacolare, che tocca anche la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e lo stesso ex presidente Nicolas Sarkozy.
I magistrati indagano per chiarire le circostanze che portarono al maxirisarcimento - 403 milioni di euro - finito nelle tasche di Tapie a conclusione del suo litigio con il Crédit Lyonnais per la cessione di Adidas. A fine 2007 la Lagarde, all'epoca ministro dell'Economia della presidenza Sarkozy, tramite il suo direttore di gabinetto Stéphane Richard decise di dare il via libera a un arbitrato privato per chiudere in fretta il contenzioso tra Tapie e Crédit Lyonnais.
Nel luglio del 2008 il tribunale arbitrale stabilì che il «Consortium de réalisation», ovvero la struttura pubblica incaricata di liquidare il passivo del Crédit Lyonnais (in sostanza lo Stato francese) avrebbe dovuto risarcire Tapie con la cifra record di 403 milioni. L'allora ministra Lagarde, a sorpresa, preferì non fare appello contro la decisione arbitrale.
I tre giudici parigini Serge Tournaire, Guillaume Daïeff e Claire Thépaut, che si occupano di Tapie, indagano sulle ipotesi di abuso d'ufficio, malversazione di fondi pubblici e falso. In quanto ex ministra, la Lagarde è invece posta sotto inchiesta dalla «Corte di giustizia della Repubblica», per complicità in malversazione di fondi pubblici e complicità in falso.
«Gli agenti non hanno trovato niente di interessante e non hanno sequestrato alcun documento», ha detto Tapie, che a dicembre ha comprato dall'editore Hersant la catena di giornali che comprende La Provence, Nice Matin e Corse Matin e che in questi giorni sta trattando l'acquisto di Sud Radio: un ritorno in grande stile agli affari, per l'uomo che dopo una lunga parentesi da attore potrebbe mettere i suoi media al servizio della scalata al municipio di Marsiglia.
Il sospetto dei magistrati è che nel 2007-2008 l'esecutivo francese, ricorrendo all'arbitrato privato e rinunciando a presentare appello, abbia voluto favorire Bernard Tapie, uomo entrato a fare parte dell'entourage di Sarkozy.
L'ex presidente rischia di essere raggiunto dall'inchiesta, perché i giudici che a Bordeaux indagano sull'affare Bettencourt - nel quale Sarkozy figura come «testimone assistito» - hanno trasmesso ai colleghi parigini le agende che documentano numerosi incontri tra Sarkozy e Tapie nel periodo cruciale 2007-2008. Nelle stesse agende personali di Sarkozy, si trova traccia di colloqui tra l'allora presidente della Repubblica e Pierre Mazeaud, uno dei tre arbitri (gli altri sono Pierre Estoup e Jean-Denis Bredin) che sentenziarono a favore di Tapie.
C'è, infine, una lettera anonima, arrivata su carta intestata del ministero dell'Economia al leader centrista François Bayrou, nella quale l'autore misterioso della missiva sostiene che il ricorso all'arbitrato venne imposto alla Lagarde dall'ex avvocato di Tapie e ministro di Sarkozy, Jean-Louis Borloo, e da Sarkozy stesso.
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