NUOVO TEATRO BORDON - WILLER SI È DECISO A FARE ‘VERA’ POLITICA E RIAPRE LO STORICO TEATRO QUIRINETTA DI ROMA (CON ELIO GERMANO) ED È BEN CONTENTO DI AVER LASCIATO MONTECITORIO: “NEL 99% DEI CASI, I MIEI EX COLLEGHI SPARIRANNO. SONO INSALVABILI. AVEVA RAGIONE BERLUSCONI. QUESTI NON HANNO MAI LAVORATO IN VITA LORO” - E SE GLI RICORDI LE TELEFONATE E LE RACCOMANDAZIONI PER LA MOGLIE S’INCAZZA DI BRUTTO: “IO, LA CORNETTA, NON L’HO MAI ALZATA IN VITA MIA”. PROPRIO MAI? “UNA SOLA VOLTA. VOLEVO INCONTRARE CARMELO BENE E LO CHIAMAI. ‘MAESTRO, SONO BORDON’” E LUI: “CHI? IL PORTIERE DELL’INTER?”…

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Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"

Sollevato? Ma lei è minimale. Di più. Scriva pure che uscendo dalla politica, Willer Bordon si è fatto un regalo ed è felicissimo. Il vento era diventato cattivo, non mi giustificavo più e ho avuto anche paura". Pausa: "Nel 99 per cento dei casi, i miei ex colleghi spariranno. Sono insalvabili. Aveva ragione Berlusconi. Questi non hanno mai lavorato in vita loro. La situazione è pericolosa. Se domani mattina i militari svuotano la Camera, il popolo applaude. Sa una cosa? Puoi essere anche Gandhi, ma per la gente rimani sempre quello là".

Dove per quello là si intende un vasto spettro di nequizie dalle quali, Willer Bordon detto Tex ("Il nome me lo diede mamma grazie a un romanzetto americano"), che asceta non è mai stato, sentiva di doversi comunque discostare. Il tramonto della funzione politica, del mestiere di deputato e di tutte le Repubbliche con la maglietta nuova e lo spirito in scadenza è in questo ufficio romano dalle poltrone verdi, dove l'ex sindaco del Pci di Muggia che si iscrisse ai radicali e coabitò con Streher, mette a frutto l'esperienza al ministero dell'Ambiente.

Commercia in alghe ed energie alternative e con i soldi guadagnati: "Non sono miliardario, ma incasso molto più di prima. L'indennità di Montecitorio, se paghi i collaboratori correttamente è ridicola" reinveste nella cultura. Produce film, riapre teatri. In un panorama di cinema trasformati in supermarket, Bordon ha navigato contromano. Con un paio di soci ha appena rilevato lo storico Quirinetta riaprendolo ieri con Elio Germano dopo 10 anni di topi e poltrone ingiallite. Bel programma. Azzardo vero.

"Ci costerà quasi 5 milioni di euro e ci siamo indebitati. Una follia. Devono essere i geni del nonno anarchico". Bordon è un moloch di due metri totalmente impermeabile alle critiche. Se gli fai notare che Antonello Caporale ricordò come avesse cambiato sette partiti "senza lasciare traccia" ti dirà che "quel giornalista è un bravissimo ragazzo". Se invece lo provochi, parlando degli antichi compagni di Transatlantico, la lontananza è reale e confina con l'oblio. "Non sono qualunquista, ma oggi farei un'unica legge: tutti coloro che hanno avuto responsabilità politiche, sindacali o confindustriali, si astengano per i prossimi 10 anni dal ricoprirne altre".

Bordon che per la dichiarazione ha un'affezione e per la competizione un debole: "Mai persa un'elezione in vita mia" è rimasto lo stesso che con lo slogan: "Dopo un Papa tedesco, un sindaco asburgico" voleva candidarsi al Campidoglio dopo essersi dimesso da senatore. "Rassegnai il mandato, andai a casa e mi misi in attesa. Mi aspettavo decine di telefonate, ma il telefono tacque. Mi venne un dubbio, accesi il computer e capii. Il giorno stesso avevano arrestato Sandra Mastella. Prodi cadde 8 giorni dopo e il mio gesto, improvvisamente , valse meno di zero. Pensare che mi accreditavano di un fattore C.".

Ai tempi belli, Bordon litigava con D'Alema e Veltroni: "Con Walter abbiamo fatto pace, dice che il Quirinetta gli ricorda il suo cinema Paradiso" e con la stampa impegnata a evidenziare l'amore per la palestra, l'esibizionismo, la vanità e i cuscini ricamati con le iniziali WB. Anni dopo non rinnega, rincara e conserva l'enfasi descrittiva che ne faceva vittima ideale delle interviste carogne: "Curo gli addominali, vado a correre, mi piaccio molto e non mi sento in colpa. L'autostima è la condizione ideale per non vivere infelici. Non mi piacciono i modesti. Sono ipocriti. Sono stato molto volte umile, mai modesto".

Forse per questo quando gli chiedi ragione della partecipazione col nom de plume di Bordoni a Mario, Maria e Mario di Scola, martella la tastiera del Pc: "Quale comparsa? Non mi dica comparsa. Guardi: Willer Bordon, coprotagonista. Al livello di Laura Betti".

Se invece evochi la moglie Rosa Ferraiolo, colta al telefono a parlare di un ruolo nella fiction Incantesimo con l'ex membro dell'Agcom Innocenzi in vista di un ipotetico favore politico a Berlusconi, Tex sguaina la pistola e spara alle ombre rosse: "È l'unica questione che un tantinello, le dico il vero, mi è rimasta addosso. Rosa l'ha pagata cara e io ho dovuto spandere querele con la pala. Non c'era niente di vero. Avevo una casa a Monteporzio Catone, a 300 metri abitavano Guido e Maurizio De Angelis, i produttori. Se li ricorda? Gli ex musicisti dei film di Bud Spencer, gli Oliver Onions".

Sua moglie, Bordon. Non divaghi. "Insomma, diventammo amici. De Angelis mi chiamò ‘Occupati di Incantesimo. È un'industria, a forte rischio chiusura'. Mi rifiutai. Poi mi cercò anche l'ufficio spettacolo della Cgil e allora mi attivai. Ma Rosa non ha mai recitato nella soap e quando le fu proposta la parte, la rifiutò. Solo dopo, le giuro, ho scoperto , che c'erano lavorii di altro tipo intorno a me". Deglutisce, riparte, alza il tono. "L'Espresso mi mise in copertina con un telefono in mano, il Tg1 mi sputtanò. Chiamai urlando: ‘Vi querelo perché mi sono rotto i coglioni. E che cazzo, c'è un limite a tutto'".

Attenuiamo? "Macché. Non solo volgari le parolacce, ma le allusioni. Quando ero nel collegio elettorale di Campino apposi un cartello sulla porta: ‘Willer non raccomanda nessuno'. Quello sono, non scherziamo. Io, la cornetta, non l'ho mai alzata in vita mia". Proprio mai? "Una sola volta. Volevo incontrare Carmelo Bene e lo chiamai. ‘Maestro, sono Bordon'" e lui: "Chi? Il portiere dell'Inter?".

 

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