
DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A…
“Il Mattinale” di Renato Brunetta
E' bello avere alleati in una battagli giusta. Se poi il nuovo sodale è espressione di un potere forte, tanto meglio, c'è il rischio che si vinca.
“Il Corriere della Sera” oggi ha dedicato niente-di-meno-che l'editoriale al processo di Trani, su cui i lettori del “Mattinale” non hanno bisogno di delucidazioni.
Sergio Rizzo scrive una cosa sacrosanta, per cui qui è tre settimane che ci battiamo e sbattiamo.
Il dovere morale del governo di costituirsi parte civile. Non una eventualità, ma un obbligo etico, se un capo del governo concepisce lo Stato e il suo interesse come preminente rispetto ai propri giochi di acquisizione di consenso presso le grandi banche.
Invece Renzi e Padoan hanno scelto altri interessi.
Ecco la citazione tratta da un parere dell'Avvocatura dello Stato: “La costituzione di parte civile risulta opportuna qualora vengano messi in rilievo interessi pubblici, patrimoniali e non patrimoniali, di rilevanza talmente elevata da postulare come necessario l'affiancamento del pubblico ministero nel processo penale”.
Sergio Rizzo arriva all'ovvia conclusione.
Che nel processo di Trani di roba dello Stato patrimoniale e non ce n'è di gigantesca.
Dopo di che sostiene che nessuna parte politica si è occupata della storia e la magistratura grassa e politicamente pesante ha trattato il pm di Trani come un pischello in cerca di notorietà.
Queste cose, gentile Rizzo, le dica a casa sua. Una volta che la dice giusta su un tema di gravità inaudita, e Ferruccio de Bortoli le dà la posizione dominante nel definire la linea del giornale, dovrebbe mettersi in tasca l'arroganza, e aggiungere due cosette:
- “scusateci se noi del Corriere, che abbiamo un parco giornalisti immenso e informazioni di primissima mano, ci siamo accorti solo adesso della questione e non abbiamo fatto pressioni per tempo, cioè prima del 5 marzo, affinchè il governo mandasse gli avvocati dello Stato a Trani;
- bisogna dare atto che sugli organi di informazione, sulle agenzie e alla Camera dei deputati (con un’interpellanza urgente del Presidente Renato Brunetta)Forza Italia ha insistito con vigore per mettere il governo dinanzi alle sue responsabilità. Il capogruppo azzurro ha voluto e curato l'introduzione alla pubblicazione (in un volumetto “Un golpe chiamato rating” uscito con Il Giornale qualche mese fa) della requisitoria del pm Michele Ruggiero di Trani, ed ha inoltre dedicato all’argomento ben due paginate sul Giornale, di cui una ieri molto simile al mio editoriale sul Corsera di oggi”.
L'ha fatto? Figuriamoci. Noi non abbiamo un parere pronto di una qualsiasi avvocatura per dire una cosa banalissima.
Rizzo (& Corriere) non si fa così. E i nomi si fanno. Fuori i nomi, come scandiva Pier Luigi Battista con il suo mantra.
Chi sono i direttori generali e i ministri che hanno usato le porte girevoli per passare dagli interessi dello Stato a quelli delle grandi banche?
Noi i nomi li abbiamo fatti in Parlamento. Segnatamente: Amato, Draghi, Siniscalco, Grilli e Lanzillotta. Ci voleva tanto ad avere il coraggio della sincerità?
Sarai forte a batterti contro la casta dei politici in declino, caro Rizzo, ma non ci farai bere la balla che tu sei casto.
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