DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
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Metti una tiepida mattina a Roma, due giorni dopo il grande freddo: venti artisti internazionali e italiani che in poco più di due mesi hanno dipinto altrettanti murales sulle pacifiche case popolari di Tormarancia, una oasi dignitosa che è improprio chiamare periferia visto che è a pochi metri dalla Cristoforo Colombo, di fronte al palazzo della Regione Lazio;
gli abitanti del posto, con le signore più anziane affacciate alle finestre dei piani più alti, che hanno trovato modo di spiegare al sindaco e agli uomini della Regione che ci vorrebbe almeno un ascensore poiché ci sono quattro disabili e che avrebbero bisogno di verde, almeno un piccolo parco; il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ultimo ad arrivare ma meno in ritardo del solito; gli artisti, non tutti;
Francesca Mezzano, acclamata ideatrice del progetto; soprattutto, Emanuele Emanuele, dominus della Fondazione Roma e mecenate della performance. E cosi la città eterna ha inaugurato il secondo esperimento di street art dopo quello di San Basilio, anch'esso finanziato dalla Fondazione.
L'intervento artistico ha dato un'anima ad un'enclave prima spalmata di un marrone che più anonimo non si poteva, con 756 litri di vernice e 974 bombolette spray che sono servite a ricoprire 2610 metri quadrati di spazio pubblico con opere di 145 metri quadri l'una. E le vernici sono state studiate per resistere a lungo, tanto da far dire a Marino che Tormarancia e la passeggiata dei Fori Imperiali per lui pari sono.
E sull'abbrivio di abitanti locali che hanno convissuto e dialogato da Natale con gli artisti e che hanno seguito serenamente l'inaugurazione e anche le parole del sindaco (segno che, verde e ascensori per i disabili a parte, non hanno grossi problemi), Marino ha potuto promettere che ora si dedicherà alla manutenzione della città, provando ad eliminare anche le buche grazie ai 300 milioni di euro che pensa di ricavare dalla vendita degli immobili del Comune. Chi vivrà vedrà, stamattina l'aria tiepida e i murales non invogliavano a contestazioni, nemmeno ironiche.
Anche perché Emanuele Emanuele (c'è da dire che come sindaco potrebbe fare molto bene, e non per i finanziamenti che in fatto di aiuti ai meno fortunati e di arte e innovazione culturale inietta in città), faceva da collante tra la street art e i presenti, parlando e dando appuntamento agli abitanti di Tormarancia, annunciando una grande estate romana con artisti internazionali che produrranno le loro opere nei punti più belli di tutta la città e spiegando i murales a Franco Bernabe', uno dei pochi se non l'unico esperto e appassionato d'arte moderna che stamattina era a Tormarancia: "abbiamo fatto un museo a cielo aperto nel quale i graffiti diventano opere d'arte affidate alla custodia orgogliosa dei cittadini, dei 500 residenti del quartiere".
Insomma, tutti contenti, grazie a quella contaminazione, incredibile se non la vedi dal vivo, tra gli antichi della Fondazione Roma (consiglieri vari erano presenti anche stamattina, riconoscibili per l'età e per l'educata consuetudine con Gianni Letta) e il popolo o popolino delle case popolari. E' il miracolo Emanuele, nobile di casato e popolare di sentimento.
jerico2moneylessalberonero italia 1
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