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1. SALVINI: TRUMP MI CONOSCE
Annalisa Cuzzocrea per “www.repubblica.it”
Continua a tifare per Donald Trump, Matteo Salvini. Nonostante il tycoon americano - candidato dei conservatori alla Casa Bianca - in un'intervista all'Hollywood Reporter abbia sconfessato i populismi europei e lo stesso incontro con il leader leghista: "Non l'ho mai incontrato".
Una foto prova che vi siete visti, ma Trump sapeva chi era quando è stata scattata?
"Questa cosa mi fa molto ridere. L'intero impianto di quell'intervista ha dell'incredibile. Le dico solo che ci sono almeno una dozzina di e mail di preparazione di quell'incontro".
Niente di improvvisato quindi? Non ha fatto il Forrest Gump?
"No, le assicuro. Non sono saltato su un aereo con cappellino e bandierina".
Quand'è avvenuto l'incontro?
"Non ricordo di preciso, ma era circa un mese fa in Pennsylvania, fuori Philadelphia. C'era la convention repubblicana".
Tutto organizzato quindi, ma allora perché Trump nega?
"Non ne ho idea, mi sembra molto strano".
Continua a tifare per lui?
"Assolutamente sì. Abbiamo moltissimi punti in comune".
SALVINI ALL INCONTRO CON TRUMP
2. “MAI INCONTRATO SALVINI” ORA TRUMP SCONFESSA I POPULISMI EUROPEI
Arturo Zampaglione per “La Repubblica”
Il populismo transatlantico sognato (e sbandierato) da Matteo Salvini annega in una bizzarra sconfessione da parte di Donald Trump. In una intervista condotta da Michael Wolff, il biografo di Rupert Murdoch, che sarà pubblicata oggi su The Hollywood Reporter, il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha preso le distanze dalla nuova destra xenofoba europea e ha persino negato, a dispetto di foto e comunicati, di aver mai visto Salvini.
«Non ho voluto incontrarlo» ha detto Trump a Wolff, che gli chiedeva di possibili convergenze con i leader dei movimenti anti-immigranti in Europa, a cominciare da Marine Le Pen in Francia e Salvini in Italia. Secondo quanto Trump ha detto a Wolff, il tycoon newyorchese, che sostiene di «non avere neppure conosciuto» il leader della Lega, non ritiene che ci sia «un terreno comune da esplorare», né sembra interessato «a stabilire alleanze al di là dell’Atlantico ».
MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN A MILANO
Come si spiegano queste dichiarazioni isolazioniste di Trump, mentre è evidente l’assonanza di posizioni? Come è possibile che smentisca di aver incontrato Salvini, mentre esiste una foto dei due che si stringono la mano, lo scorso 25 aprile, ai margini di una manifestazione elettorale a due ore da Filadelfia? E che dire poi della presunta “benedizione” di Trump rilanciata dal Wall Street Journal («Matteo, ti auguro di diventare presto il nuovo premier italiano»)? O delle dichiarazioni del leader della Lega in una intervista a Repubblica, in cui raccontava «del lavoro di mesi per arrivare a quella stretta di mano».
MARINE LE PEN E MATTEO SALVINI
Non c’è dubbio che il caso Trump-Salvini si inserisca in una strana stagione politica che vede, da un lato una rincorsa italiana al partito dei “trumpisti”, dall’altro una mutazione genetica della destra americana, ormai divisa, incoerente e quasi irriconoscibile. Sull’episodio specifico dell’incontro di Filadelfia, Wolff avanza due ipotesi: la prima è che Trump non si fosse ben reso conto chi stesse incontrando nella “ photo opportunity” di aprile.
Salvini era stato accompagnato da Amato Berardi, imprenditore di origini molisane, dirigente di una organizzazione italo-americana ed ex-parlamentare del Pdl per la circoscrizione dell’America del Nord. I due si erano fatti fotografare in platea: il leader della Lega (in giacca e cravatta, ma con il bottone della camicia slacciato), teneva in mano un cartello con il motto di Trump: “ Make America Great Again”. Il sospetto? Che Salvini si fosse quasi “intrufolato” in quella manifestazione e che Trump lo avesse poi confuso con uno dei tanti ammiratori.
salvini balla con marine le pen
Un’altra ipotesi, forse più credibile, ma non per questo meno sorprendente, è che Trump abbia semplicemente negato l’incontro per motivi di pura convenienza politica. «Non ha alcun vantaggio nel valorizzare i legami con Le Pen o Salvini», spiega Wolff a Repubblica: «La ragione? Anche questi leader europei sono considerati come degli “stranieri” dalla base elettorale di Trump, che rimane xenofoba e non ha alcun interesse nei rapporti internazionali del suo leader».
Non sarebbe certo la prima volta che Trump nega di aver avuto dei rapporti personali scomodi: è già successo, ad esempio, con David Duke, un ex-dirigente del Ku Klux Klan. E, più in generale, tutta la campagna elettorale del candidato repubblicano è costellata da dichiarazioni e promesse incendiarie, poi smentite o ridimensionate, come quella sul divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i musulmani. Trump non ha mai pagato dei prezzi politici per questi bruschi cambiamenti di opinione o per aver negato la realtà. Gli avversari gli hanno dato del bugiardo, i giornalisti hanno ironizzato sulle sue contraddizioni: ma lui non è mai sembrato turbato, né ha chiesto scusa, né ha offerto spiegazioni, né ha cambiato stile.
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