
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
Marco Zatterin per “la Stampa”
È attesa oggi, con un giorno di ritardo, la proposta di Alex Tsipras per disinnescare il rischio bancarotta e svincolarsi da quello che ritiene essere il «giogo dell’austerità europea». Il premier greco pensa a «un’estensione delle linee di credito» negoziate con Ue e Fmi, ma invoca pure l’archiviazione del programma di aiuti e delle condizionalità per risanamento e riforme.
La risposta, della Commissione come della cancelliera Merkel, è che «gli obblighi finanziari vanno rispettati». A ogni effetto pare un «no». Però i negoziati sono in corso, si cerca (e si vuole) una mediazione che, nonostante i toni, si considera non impossibile. A patto di trovare le parole giuste.
La mossa degli Usa
Il pressing è globale. Si sono mossi anche gli americani, interessanti al destino dei soldi prestati dal Fmi di cui sono i primi azionisti, come dalla stabilità generale dei mercati e dei partner europei con cui vogliono continuare a fare buoni affari. Il segretario di stato al Tesoro, Jack Lew, ha telefonato all’omologo Yanis Varoufakis per avvertirlo delle «immediate difficoltà» che la Grecia potrebbe trovarsi ad affrontare qualora «non ci fosse un accordo e non chiedesse la collaborazione di Ue e Fmi». Messaggio chiaro: «E’ il tempo dei fatti, l’incertezza non fa bene all’Europa». Vero, ha twittato il greco: «Un avvertimento a entrambe le parti».
Come ci si arriva? Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha ribadito che non possono esserci prestiti senza il rispetto delle condizioni contenute nel programma di salvataggio, quello che ha fatto complessivamente confluire 240 miliardi nei forzieri di Atene che, sennò, sarebbe fallita. L’Eurogruppo, ha ricordato, «ha comunicato alla Grecia che si deve estendere il programma con le sue condizionalità». Solo dopo, ha precisato, «ci potrà essere la flessibilità per discuterle».
I paletti di Bruxelles
Il primo paletto dell’Europa è dunque che il senso del programma esistente non va tradito. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha lavorato con quello dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, su una soluzione «ponte» sino all’estate, nel rispetto della cornice. In questi mesi si potrebbe negoziare un nuovo patto, il «contratto a lungo termine» auspicato dal ribelle Varoufakis. Servirebbe una chiave semantica che ammorbidisse i proclami di Atene, dove si che «l’attuale programma non può in alcun modo continuare» e domani sono attese misure che rivedono l’impegni presi per avere i soldi del salvataggio.
RENZI REGALA LA CRAVATTA A TSIPRAS
Vallo a dire a Wolfgang Schaeuble, per il quale «non sarà accettata un’estensione senza l’attuazione delle riforme decise». Analogamente, la cancelliera Merkel invita a perseverare sulla strada degli interventi strutturali, perché chi è in difficoltà può contare su una «solidarietà» che «non è una strada a senso unico».
È il senso dell’avvicinamento possibile. «Non badate alle definizioni quanto al loro significato», avverte una fonte Ue. Tsipras non vuole parole come «memorandum» e «programma», tuttavia potrebbe accettare la medesima pietanza in un altro piatto. I tecnici dicono che, senza intesa, Atene dovrà intaccare le riserve già in febbraio in vista delle scadenze sovrane di marzo. Un motivo per andare avanti. Come? Se il testo arriva oggi ed è buono potrebbe esserci un Eurogruppo domani. «Magari in teleconferenza», dice una fonte. Sarebbe un buon segno.
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