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Da "il Foglio"
Bruxelles. Alla vigilia dell'ennesimo summit decisivo per la zona euro, con lo spettro del declassamento di Fitch anche per i paesi considerati solidi - secondo l'agenzia di rating anche la Germania ha un "creditwatch" negativo, come Francia, Olanda, Austria, Finlandia e Lussemburgo - Nicolas Sarkozy e Angela Merkel hanno annunciato un ennesimo accordo franco-tedesco per tentare di arginare la crisi (più tedesco che franco, come è ormai consuetudine nell'Europa merkeliana).
Il presidente francese e la cancelliera tedesca domani invieranno al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, una lettera-ultimatum ai partner dell'Unione.
Se i 27 capi di stato e di governo non daranno il loro consenso a una modifica dei trattati, si procederà a 17 con un trattato riservato alla zona euro. Per il Merkozy è prendere o lasciare: al vertice europeo di giovedì e venerdì "vogliamo ottenere un accordo sulla totalità delle proposte che avanziamo", ha detto Sarkozy. Il compromesso dovrà esserci "il più rapidamente possibile, sulla base di questo accordo tra la Germania e la Francia aperto agli altri".
I negoziati sulla riforma dei trattati si concluderanno nel marzo del 2012 e non prevedono il coinvolgimento dell'Europarlamento né la convocazione di una Convenzione. "Dobbiamo andare velocemente", ha spiegato Sarkozy, annunciando che il processo di ratifica del trattato inizierà dopo le elezioni presidenziali e legislative in Francia previste nella prossima primavera.
Francia e Germania chiedono sanzioni automatiche per i paesi che superano il 3 per cento di deficit: soltanto una maggioranza qualificata potrà bocciare le misure punitive proposte dalla Commissione. Alla Corte europea di giustizia dovrebbe essere affidato il potere di condannare i paesi che violano le regole sul debito. Sarkozy e Merkel hanno anche annunciato l'intenzione di anticipare al 2012 l'entrata in funzione del Meccanismo di stabilità permanente, il nuovo fondo salva stati che doveva sostituire il Fondo europeo di stabilità finanziaria soltanto nel 2013.
Nei futuri salvataggi, le decisioni non saranno più prese all'unanimità, ma a maggioranza qualificata dell'85 per cento, per evitare che piccoli paesi come Finlandia o Slovacchia possano far deragliare le decisioni dei grandi. Facendo una concessione, la Germania ha rinunciato a imporre perdite agli investitori privati, come sta accadendo nel caso della Grecia e com'era stato concordato dai due leader nella passeggiata di Deauville dell'ottobre 2010: sugli "haircut" la zona euro si atterrà alla prassi del Fondo monetario internazionale.
In cambio, la Francia ha accettato l'automatismo delle sanzioni e il coinvolgimento della Corte di giustizia. Sarkozy ha anche ottenuto che i capi di stato e di governo si riuniscano "tutti i mesi fino a quando la crisi durerà": è "il governo economico della zona euro", ha spiegato il presidente francese, e dovrà "focalizzarsi sulla crescita". Dietro l'accordo di ieri continuano a nascondersi le divergenze del Merkozy, che ha "dimenticato" i sorrisini ed è tornato a fare distinguo tra Grecia e Italia: "Non sono paragonabili", ha detto Sarkozy.
L'implementazione delle nuove regole "rimane opaca nell'accordo Merkozy", spiega un analista, e il Figaro sottolinea le concessioni di Parigi alla forza tedesca. Quanto agli strumenti immediati per risolvere la crisi, non c'è nulla di nuovo. Sarkozy e Merkel hanno ribadito il "no" agli Eurobond e l'intenzione di non commentare più le azioni della Banca centrale europea. "I mercati hanno scommesso su un risultato positivo" del vertice di giovedì e venerdì, ricorda Nick Kounis di Abn Amro: "C'è il rischio di delusione".
LA VIA DETTATA DALLA BCE
Per ora, più che l'accordo franco-tedesco, è il "grand bargain" proposto da Mario Draghi che continua a entusiasmare i mercati. Le Borse ieri hanno proseguito la loro corsa, mentre gli spread sui Bund tedeschi sono improvvisamente tornati a livelli più sostenibili: 375 per l'Italia e 291 per la Spagna. La scorsa settimana Draghi ha lasciato intendere un intervento più deciso della Bce, se i leader si impegneranno in un nuovo patto fiscale - "fiscal compact" - immediato.
Le manovre annunciate o votate in questi giorni da diversi paesi europei - Portogallo, Italia, Grecia, Irlanda, mentre la Spagna si prepara ad annunciare l'austerità - vanno nella direzione auspicata. Giovedì il Consiglio direttivo della Bce discuterà di un aumento degli acquisti di bond sui mercati secondari e di un taglio dei tassi. Oggi il segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, arriva in Europa e secondo indiscrezioni, la Fed sarebbe pronta ad affiancare la Bce in un maxifinanziamento al Fmi per aiutare l'Eurozona.
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