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Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"
L'entourage di Nicolas Sarkozy non fa mistero di chiamarla «la strategia delle cartoline». Ed è facile prevedere che l'album sarà completo nel 2017, quando i francesi torneranno a votare. Prima cartolina: gennaio. L'ex presidente assegna un premio a un compagno di partito, da qualche parte sulla costa atlantica. A un certo punto, guardando il mare, Sarkò si lamenta delle «ferie troppo lunghe». Poi sorride e aggiunge «il mare torna sempre là dov'era». Risate, applausi, foto.
Seconda cartolina: febbraio. Serata elettorale per appoggiare la corsa di Nathalie Kosciusko-Morizet a sindaco di Parigi. A sorpresa arriva l'ex capo dell'Eliseo, partono cori da stadio, «Sarkò Sarkò». Terza cartolina: febbraio. Carla Bruni è partita per la tournée «Little French songs»; il marito è con lei e deve continuamente fermarsi a stringere mani, firmare autografi, farsi fotografare con i fan. Quasi ruba la scena a Carla, che qualche indiscrezione dipinge alquanto irritata.
Quarta e più importante cartolina: ieri. A Berlino si riunisce il duo «Merkozy», come quelle vecchie rock band che non riescono mai a separarsi. E anche se un portavoce della cancelliera ha specificato che Hollande è stato informato della cosa, è difficile pensare che abbia gradito. Perché sulla via della eventuale candidatura alle prossime presidenziali - che Sarkò non ha confermato ieri, ma neanche smentito, parlando dell'annunciato addio come «di qualcosa che avevo valutato, ma ora ho cambiato idea» - non può mancare certo la cartolina da «statista». Ed è quella che ha tentato di regalare ieri ai media, sorridentissimo accanto a un'altrettanto sorridente Merkel.
L'incontro tra i due è avvenuto in mattinata. La cancelliera gli ha dedicato una generosa mezz'ora. Poi l'ex presidente francese ha parlato alla fondazione Adenauer. La crisi dell'euro ha dimostrato che «c'è bisogno di leadership, in Europa». E chi può esercitarla, ça va sans dire, sono Francia e Germania. «Angela e io abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per fare in modo che i nostri Paesi agissero uniti».
Per dimostrare l'affinità con la cancelliera, che aveva anche pubblicamente appoggiato - con scarso successo - la sua ultima campagna elettorale, l'ex capo dell'Eliseo ne ha quasi parafrasato la celebre frase «se fallisce l'euro, fallisce l'Europa». Se «non è sicura», ha sottolineato, «l'Europa scompare, e con essa il modello dell'economia sociale di mercato».
à evidente che Sarkò è già «in tournée». Sta approfittando dell'impopolarità di Hollande, della forza crescente di Marine Le Pen. Ma se in Francia, Paese tradizionalmente scettico nei confronti del vicino di casa, quello di Merkel è l'endorsement della vita o il bacio della morte, non è affatto detto.
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