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Michela Allegri per "il Messaggero"
A fare paura non sono più solamente i Paesi dell'Est, con il boom di infezioni da Covid nei Balcani: ora anche il resto dell'Europa è alle prese con la quarta ondata della pandemia. I contagi virano verso ovest e la preoccupazione inizia a diffondersi pure in Francia e nella penisola iberica: anche se nei Paesi occidentali l'incidenza è nettamente minore, è già stato registrato un aumento di casi di oltre il 50% rispetto a una settimana fa.
CHIUSURE PARZIALI
Nel giorno in cui la pandemia è nuovamente esplosa in Germania, con 50mila casi in 24 ore, l'Olanda valuta la possibilità di ripristinare il lockdown, anche se parziale. Il Comitato scientifico nazionale, secondo quanto riportato dai media locali, ha raccomandato al governo di introdurre misure di chiusura per due settimane.
Le prescrizioni non riguardano le scuole, ma potrebbero scattare la cancellazione di eventi, la sospensione degli spettacoli nei cinema e nei teatri e la modifica degli orari di apertura di bar e ristoranti. Il passo successivo riguarderebbe ulteriori restrizioni per i non vaccinati, con il divieto di ingresso nei luoghi pubblici.
Nei Paesi Bassi, infatti, c'è stato un boom di contagi: in un solo giorno c'è stato un aumento di 16.364 casi. È un nuovo record: il numero più alto si era registrato nel dicembre 2020, quando l'asticella si era fermata a quota 12.997. Intanto, nei giorni scorsi, è stato reintrodotto l'uso delle mascherine. I contagi sono quasi raddoppiati nell'ultima settimana.
Allarme anche in Belgio e in Lussemburgo: tutta l'area del Benelux si è tinta di rosso scuro - colore che indica le zone di maggiore diffusione del Covid, con più di 500 casi ogni 100mila abitanti - nella mappa del rischio elaborata dall'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
STRETTA SUI NO VAX
Non va meglio in Austria. «È ormai chiaro che l'inverno e Natale non saranno confortevoli per chi non è vaccinato», ha detto il primo ministro Alexander Schallenberg. Il governo sta valutando di introdurre restrizioni per chi ha deciso di non sottoporsi all'immunizzazione. Nel Paese, in sole 24 ore, sono stati registrati 11.975 contagi.
L'incidenza è salita a 751 casi ogni 100mila abitanti, tre volte più della Germania. In Austria si è vaccinato solo il 65% della popolazione. Un tasso «vergognosamente basso», secondo Shallenberg. Da qui l'ipotesi della stretta nei confronti di chi è sprovvisto di Green pass. Il governo federale, le autorità regionali e gli esperti oggi si incontreranno per stabilire le misure.
Il precedente tentativo del ministero della Salute di imporre il lockdown per i non vaccinati, almeno nelle regioni con più contagi dell'Alta Austria e Salisburgo, era stato bloccato a causa delle resistenze locali. Adesso, però, negli ospedali la situazione sta precipitando, da qui la decisione di chiudere in casa, di fatto, i non vaccinati.
LA CAMPAGNA VACCINALE
In Germania il livello di allerta è altissimo. «Anche se tanti cittadini sono vaccinati, la situazione non è buona e dobbiamo continuare a essere attenti - ha detto il socialdemocratico Olaf Scholz, futuro cancelliere tedesco - il Paese deve essere attrezzato e messo al sicuro per l'inverno».
L'attuale ministro delle Finanze ha quindi affermato la necessità di una nuova «grande campagna per le vaccinazioni», per convincere più persone ad immunizzarsi. In Germania, infatti, il tasso di vaccinazione è ancora sotto il 70%: troppo basso.
Ieri, a distanza di 24 ore dal giorno precedente, sono state registrate 50.196 nuove infezioni, con 235 morti, segno della violenza dell'ondata epidemica. I contagi non sono mai stati così alti. A crescere, oltretutto, è anche la pressione sugli ospedali.
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