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    "SONO GAY E EBREO": MILITANTE NEO-NAZISTA FA COMING OUT E LASCIA IL MOVIMENTO: "VIOLENTATO DALLA MIA STESSA GENTE" - KEVIN WILSHAW È STATO PER 40 ANNI L’ANIMA DEI SUPREMATISTI BRITANNICI: "IN QUESTI DECENNI HO VISTO PERSONE ABUSATE, INSULTATE, PRESE A SPUTI NELLE STRADE. MA È SOLO QUANDO QUELLA VIOLENZA SI È RIVOLTATA CONTRO DI ME CHE HO REALIZZATO..." - VIDEO


     
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    Paolo Gallori per repubblica.it

    KEVIN WILSHAW KEVIN WILSHAW

     

     

    Kevin Wilshaw ha dedicato quasi 40 anni al National Front, crescendo da giovane militante neo-nazi a organizzatore e anima della formazione di estrema destra dei suprematisti britannici. Ancora all'inizio del 2017 Kevin faceva registrare i suoi interventi ai raduni. Poi, il ripudio del suo passato in una intervista a Channel Four. Più che un ravvedimento tardivo, quello di Kevin è stato come un liberatorio gettare la maschera. "Sono gay. Per questo sono stato abusato dalla mia stessa gente. E mia madre era ebrea".

     

    Gli abusi sono stati per Kevin l'evento scatenante la presa di coscienza del suo "vivere una bugia". "In un paio di occasioni, di recente, sono stato fatto oggetto di odio proprio da parte della gente a cui ho voluto appartenere. L'essere gay è accettabile nella società, ma non all'interno di questi gruppi. E in quelle due occasioni, quando hanno sospettato che fossi omosessuale, hanno abusato di me".

     

    Kevin Wilshaw ha ammesso la contraddizione: essere un gay di madre ebrea e allo stesso tempo militare e parlare a nome di una formazione neo-nazi per 40 anni. "È terribile ammettere quanto sia stato egoista, ma è la verità. In questi 40 anni ho visto persone abusate, insultate, prese a sputi nelle strade. Ma è solo quando quella violenza è stata rivolta contro di me che ho realizzato quanto quello che avevo fatto fosse sbagliato".

     

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    Kevin è quindi passato a illustrare l'altra contraddizione, il suo rapporto con le origini ebraiche. Partendo dall'odio per 'gli ebrei' di cui scrisse a corredo della domanda di iscrizione al National Front. "Mia madre era in parte ebrea, il suo cognome da ragazza era Benjamin. Quel termine, 'gli ebrei', indica una massa di persone senza volto, non individui che puoi personalizzare. È la generalizzazione che induce a sterminare deliberatamente 6 milioni di individui. Io non avevo molti amici a scuola. Desideravo diventare membro di un gruppo che avesse uno scopo. Così pensai che farmi coinvolgere in quel genere di cose sarebbe stato semplice cameratismo. Anche quando quel gruppo di persone viene tagliato fuori dalla società per la sua visione estrema, continui a sentire quel senso di cameratismo nell'essere membro di un gruppo che viene attaccato da altra gente".

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