ALEX SCHWAZER CONDANNATO AL DISPREZZO PUBBLICO PER LA CONDANNA DELL’EX KOSTNER - INSULTATO A BOLZANO ‘’ NON L’HO MESSA NEI GUAI. NEMMENO UN ASSASSINO SI TRATTA COSÌ’’ - CAROLINA: “MI RIALZERO’”

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Emanuela Audisio per La Repubblica

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Altro che Otello. Con linguaggio da faida. Appena passava tra il pubblico. A casa sua, ma anche in casa di lei. Trattato come un traditore, come Giuda, senza più diritto di cittadinanza. Condannato al disprezzo pubblico. Alex Schwazer venerdì sera è andato con degli amici al Palaonda di Bolzano a vedere la partita di hockey su ghiaccio tra i Foxes e Vienna, campionato Ebel. E non è stato trattato bene.

 

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Poche ore prima era uscita la sentenza che condanna Carolina Kostner a un anno e quattro mesi per complicità. E così Bolzano si è vendicata su chi secondo qualcuno ha inguaiato Carolina per salvarsi. Schwazer è di Racines, 72 km da Bolzano, Ortisei, casa di Carolina, ne dista appena 38. Ma il mondo dell’hockey appartiene alla famiglia Kostner, anzi è la tana del lupo, perché tutti in casa lo frequentano.

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ALEX SCHWAZER SPONSOR KINDER FERRERO ALEX SCHWAZER SPONSOR KINDER FERRERO

Erwin, il papà di Carolina, è un ex giocatore, ha partecipato anche ai Giochi di Sarajevo ‘84 e ora è allenatore di hockey, anche il fratello Simon è attaccante del Ritten, serie A, e della nazionale azzurra. Alex non si aspettava un trattamento da nemico. «Mi hanno offeso, non me l’immaginavo. Appena mi facevo largo per passare qualcuno mi sputava un’offesa. Pensano che io abbia messo nei guai Carolina con qualche mia dichiarazione. Non l’ho mai fatto, l’ho sempre tenuta fuori. Non è vero che per salvare me ho condannato lei. Ho sbagliato a doparmi, certo. Lo so: ho pagato, pago, ho chiesto scusa. Ma perché essere così crudeli? Nemmeno un assassino si tratta così». E cosa ha fatto a quel punto? «Non ho più visto la partita. Me ne sono tornato a casa. Affranto, sì».

 

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Più che una ex love story, quella tra Alex e Carolina è un serial sulla vendetta. Prima si spartivano la stessa manager (Giulia Mancini), ora si sono divisi anche su quello. Lei con un nuovo gruppo, lui invece sempre con la stessa agente. La sorpresa amara di Schwazer è dovuta al fatto che mai la città lo aveva dichiarato ospite sgradito. Anzi, quando andava a passeggio per Bolzano in tanti lo salutavano e gli facevano coraggio. Senza entrare nel merito dell’inchiesta e del suo peccato.

 

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Stavolta però sul ghiaccio l’atmosfera era diversa, dichiaratamente ostile. Perché un tribunale sportivo aveva appena dichiarato che quell’angelo biondo che pattinava con eleganza sulle note dell’Ave Maria era piuttosto un diavolo colpevole. Il mondo di Carolina ritiene la sua condanna ingiusta, come averle fratturato l’immagine e la carriera. E ha trovato il colpevole in Schwazer che sì ha rovinato la sua vita, anche se lui ha intenzione di rinascere alle Olimpiadi, ma che ha trascinato con sé in un mortale abbraccio da ex anche la sua fidanzata.

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Scollarsi dalla relazione sentimentale non è servito a niente. Lui giura e spergiura che non ha infangato Carolina, che si è sempre dopato di nascosto, che merita di pagare, ma non di essere trattato come un traditore. Mentre Carolina ha fatto ricorso al Tas, Alex attende la sentenza che deve decidere se abbreviare (per collaborazione) da sei a tre mesi la sua pena aggiuntiva. Se Carolina è stata azzoppata, lui vuole riprendere a marciare in direzione Rio.

 

2. CAROLINA: “MI RIALZERO’”

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«Il dolore è troppo forte. Con il doping non ho nulla a che fare», dice Carolina Kostner. «Non ho parole per descrivere la delusione, l’umiliazione e il dolore che provo come atleta e come persona. Questa volta è veramente dura, ma mi rialzerò come ho fatto in tante altre occasioni».

 

L’atleta ha affidato a un comunicato stampa lo sfogo per la squalifica di sedici mesi inflittale dal Coni per avere coperto il doping dell’ex compagno, Alex Schwazer. «Mi sento ferita. Quello che mi infastidisce maggiormente è che il mio nome possa essere in qualche modo associato al doping, sapendo quanto io sia distante da questa pratica scorretta e sleale».

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Certo, c’è anche il sollievo per avere evitato la condanna più grave, quella per omessa denuncia delle frequentazioni di Schwazer con il medico Michele Ferrari, ma non è sufficiente: «I giudici hanno capito che io con il doping non c’entro niente, ma questo non mi basta», aggiunge Kostner, spiegando di essere pronta a dare battaglia davanti al Tas di Losanna.

 

L’attività dell’atleta potrà riprendere soltanto il 16 maggio 2016, se il ricorso annunciato non dovesse essere accolto. E, considerando le stagioni del pattinaggio, di fatto il rientro potrà avvenire in autunno, alla soglia dei 30 anni.