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Cecilia Cirinei per "la Repubblica - Roma"
Un gioco verbale, volutamente ironico e irriverente, sul nesso semantico tra "interiora" e "interiore", si svela nella mostra personale di Giuseppe Gallo "Il quinto quarto", realizzata per i dieci anni della Fondazione Pastificio Cerere, e inaugurata nelle quattro sale della fondazione all'interno dello storico ex pastificio di via degli Ausoni, che festeggia anche i 110 anni dalla costruzione dell'edificio.
La mostra fa parte di un ciclo di sei esposizioni, e rende omaggio ai protagonisti di quel fermento culturale e creativo che dagli anni Settanta anima la vita dell'ex pastificio con i suoi loft suggestivi, gli studi degli artisti, le sue gallerie d'arte e le sue mostre, una fra tutte, la collettiva "Atelier" del 1984, curata dal critico Achille Bonito Oliva. Gli artisti sono Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Marco Tirelli, Piero Pizzi Cannella, noti come "Gruppo di San Lorenzo". Queste sei mostre sono altrettanti viaggi ideali nell'immaginario, nelle fonti di ispirazione e nell'universo di segni di ogni artista, intrecciati ai ricordi e alle testimonianza degli anni vissuti nell'ex pastificio.
giuseppe gallo e francesco de gregori
"Il quinto quarto" è il termine con il quale si indicano le interiora, le frattaglie e quei tagli di carne che non vengono ricavati dai tradizionali quattro quarti dell'animale, e che, ai tempi degli Etruschi, avevano anche un valore religioso, soprattutto nell'arte divinatoria. Il critico Marcello Smarrelli, che cura la mostra, sottolinea che: "La scelta del titolo gioca con l'assonanza tra i termini "interiora" e "interiore", quest'ultimo inteso nel suo senso filosofico di introspezione e analisi della propria identità. Dal nesso semantico fra i due termini, una parte di scarto, sporca, viene contrapposta ad una nobile e preziosa, e si rivela una possibile chiave di lettura dei lavori".
giuseppe gallo e bruno ceccobelli
L'esposizione si apre con una grande scultura, che le dà il titolo, composta da una trama di porzioni di legno intrecciate. L'opera divide lo spazio in due parti: uno nobile, uno contaminato. Si potranno vedere anche due grandi dipinti "Secondo aureo" e Terzo aureo", una serie di sette piccoli quadri intitolato "Dialogo fra due gemelli" e un'altra scultura dal nome "Michelangelo che pensa a Brancusi".
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