DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Gabriele Romagnoli per “la Repubblica”
È più felice Donnarumma seduto su un tesoretto da 12 milioni di euro, ma anche sulla panchina del Psg, o Buffon al penultimo ingaggio, titolare tra i pali del Parma in serie B? Borja Valero che a 36 anni accetta il tramonto, ma va a produrre gli ultimi raggi in un campetto ai margini con la maglia del Lebowski, oppure il suo coetaneo Llorente, che resta chiuso nell'ascensore in discesa e saluta l'Udinese per tornare in Spagna? Ogni cosa è relativa, anche la felicità.
GIGIO DONNARUMMA IN PANCHINA ALLA PRIMA PARTITA DEL PSG
E tuttavia all'alba dei campionati ci sono scelte così opposte da lasciare perplessi a osservarle. Succede in tutti i campi (è più contento l'inviato di un quotidiano di provincia o l'oscuro redattore di un grande giornale? La rockstar di successo strafatta e confusa o l'uomo che canta sotto la doccia?), ma solo il calcio è stato eletto a furor di popolo come situazione metaforica e quindi lì rovistiamo per trovare condizioni esemplari. Lì cerchiamo la risposta a domande che non l'hanno mai trovata. I soldi danno la felicità?
Davvero il miglior portiere dell'Europeo è soddisfatto guardando giocare (ieri) Keylor Navas e (domani) Maignan al suo posto? Sa che la sua ora verrà, certo, ma l'ora di un professionista appassionato non è: sempre? Aveva bisogno di crescere più che di giocare? E Buffon, con la schiena chinata a disegnare il profilo di un Golgota mentre raccoglie nella rete il pallone del Frosinone, davvero lo preferisce non tanto al divano, quanto alla vita che uno si può reinventare a quarant' anni, con qualche risparmio e tanta salute? Alla fine, si può essere felici in qualunque situazione, se si sa accettarla.
Borja Valero Centro Storico Lebowski
Con i soldi e senza il gioco o viceversa. Certo, esiste il paradosso di Cristiano Ronaldo, che appare insoddisfatto nonostante tutto, ma proprio tutto. E c'è la confessione di Borja Valero che, un po' come Agassi rispetto al tennis, ha raccontato: «Con il pallone ho smesso di divertirmi il giorno in cui ho varcato la soglia del centro di formazione del Real Madrid, a undici anni. Tra quelli che c'erano, nove su dieci non hanno sfondato: hanno sacrificato l'adolescenza per niente».
Così è tutto, se vi pare. Non basta il merito. Spesso occorre quella cosa che chiamiamo fortuna: un incrocio di tempo e spazio. C'è chi gioca gli Europei a 19 anni e chi a quell'età precipita dal carrello di un aereo con cui voleva disperatamente lasciare Kabul. Zaki Anwari era un calciatore nella nazionale sbagliata. Nonostante qualche timida proposta non gli è stato dedicato un minuto di silenzio. Per la sua infelicità nessuno si è inginocchiato.
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