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“FEDEZ E’ FUORI FUOCO. INVECE CHE CON HITLER, BASTAVA FAR RIMARE SINNER CON ZIEGLER, OVVERO IL MEDICO AMERICANO CONSIDERATO IL PADRE DEL DOPING SPORTIVO” – “DOMANI” SI LANCIA IN UNA SPERICOLATA DEFINIZIONE DI JANNIK "ULTIMO DEI DEMOCRISTIANI", "ALDO MORO SUL CAMPO DA TENNIS": “DI LUI SI SA TUTTO TRANNE L’ESSENZIALE, ATTENTO COM’È A NON FAR FILTRARE NIENTE CHE NON SIA VOLUTO, PENA L’ESCLUSIONE DI CHIUNQUE INFRANGA LA REGOLA (IL PREPARATORE ATLETICO MARCO PANICHI NE SA QUALCOSA) - DEI DEMOCRISTIANI SINNER INCARNA ANCHE LA CAPACITÀ DI ESSERE SFUGGENTE PUR ESSENDO OVUNQUE, INCHIODATO A TUTTE LE PUBBLICITÀ, DALLA PASTA AI TELEFONI FINO ALLA CREMA SOLARE”
Giulia Merlo per “Domani” - Estratti
“Non esiste cattiva pubblicità”, diceva Andy Wahrol e nessuno lo sa meglio di Fedez, che da consumato agente di sé stesso sa che nulla paga di più che litigare (anche da soli), soprattutto se a farlo è uno bravo come lui. Infatti ha avuto gioco facile nel suonare la campana di Pavlov dell’indignazione collettiva con la sua “barra” che recita: «L’italiano ha un nuovo idolo, si chiama Jannik Sinner, purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler».
Subito ha ottenuto un invito alla Zanzara (ha spiegato di aver fatto «critica» sociale al fanatismo) e subito ha attirato l’attenzione mediatica su di sé e di conseguenza sui suoi concerti in arrivo al forum di Assago, non si capisce ancora se sold out o meno.
L’escamotage è un po’ trito ma sempre efficace, peccato per la sciatteria nell’esecuzione.
(...) A Fedez non va certo criticata la strofa di per sé, quanto il suo essere fuori fuoco. Ben si può pendere di mira Sinner (non è ancora intoccabile riserva della Repubblica, per fortuna) ma, se lo si fa, bisognerebbe almeno inquadrare il bersaglio. Se piace la metafora politica, infatti, basta poco per accorgersi che Sinner non è il primo nazista dal passaporto italiano, ma l’ultimo dei democristiani con accento tedesco.
Il tennista altoatesino, dall’alto dei suoi 24 anni, parla come il più consumato dei democristiani. «Ho vinto e ho comunque imparato qualcosa dai primi due set. Adesso so che devo ancora lavorare», ha detto dopo aver sconfitto Novak Djokovic in Australia nel 2024. «Teniamoci modesti, come discepoli sempre bisognosi d’imparare», diceva il costituente e sacerdote Giuseppe Dossetti nel 1973. Sempre misurato in ogni dichiarazione, Sinner è la personificazione sui campi da tennis di Aldo Moro in spiaggia con giacca e cravatta. Di lui si sa tutto tranne l’essenziale, attento com’è a non far filtrare niente che non sia voluto, pena l’esclusione di chiunque infranga la regola (il procuratore atletico mandato via dopo meno di un anno, Marco Panichi, ne sa qualcosa).
Come la Dc, poi, porta sulle spalle la condanna a dover vincere sempre. Altrimenti dietro a lui sembra che rischi di crollare – come fosse l’ombrello occidentale sull’Italia – l’intero movimento tennistico italiano. Dei democristiani, infine, Sinner incarna anche la capacità di essere sfuggente pur essendo ovunque: loro costretti a palazzo Chigi, lui inchiodato a tutte le pubblicità, dalla pasta ai telefoni fino alla crema solare.
La rima facile Paradossalmente, l’ultima delle cose su cui Fedez avrebbe dovuto focalizzarsi è proprio l’accento tedesco di Sinner: evidente come tutte le cose meno interessanti.
Anche su questo il tennista ha già risposto con la solita flemma, senza alcuna difficoltà nel definirsi italiano e fresco di due storiche coppe Davis con la maglia azzurra: «Noi parliamo il nostro dialetto tedesco, ma anche in Sicilia parlano un dialetto che nelle altre parti d'Italia non capiscono, no?».
Se poi l’intento di Fedez era quello di stigmatizzare la facile idolatria degli italiani per modelli che lui non considera poi così edificanti, la palla sarebbe stata anche più facile da schiacciare: invece che con Hitler, bastava far rimare Sinner con Ziegler, ovvero il medico americano considerato il padre del doping sportivo. Rivangare lo scandalo della positività di Sinner al clostebol, almeno, avrebbe attirato a Fedez le simpatie dei detrattori che il tennis lo seguono sul serio.
Questo è forse l’aspetto peggiore della barra di Fedez: la poca curiosità nel capire un fenomeno per poter costruire una critica salace. Un musicista ha il diritto di essere dissacrante quanto vuole, l’unica cosa davvero inaccettabile è la banalità.
JANNIK SINNER - US OPEN - FOTO LAPRESSE
aldo moro in spiaggia a terracina
jannik sinner
FEDEZ - INTERVISTA A FORBES
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