IN EXCELSIS LEO - DA “PULCINO” A RE: IN 10 ANNI MESSI HA VINTO TUTTO, TRANNE IL MONDIALE, TRA VOMITO E ACCUSE DI EVASIONE FISCALE - ORA PUNTA AL RECORD DI GOL NELLA LIGA

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Cosimo Cito per “la Repubblica

 

LEO MESSI CON IL SUO QUARTO PALLONE D'OROLEO MESSI CON IL SUO QUARTO PALLONE D'ORO

ALL’ 82’ di una partita di 10 anni fa, Frank Rijkaard, in una delle non numerose intuizioni della sua carriera di allenatore, decide che è il momento e l’ora. Stadio del Montjuic, Espanyol-Barcellona. Fuori Deco, autore dell’unico gol della serata. Dentro il numero 30, «un canterano de 18 años» scrisse il Mundo Deportivo, esagerando di un anno buono. La maglia gli sta enorme, corricchia, dribbla. Un argentino. Dirà 10 anni dopo il portiere dell’Espanyol, Kameni: «Lo vidi, questo ragazzino, piccolo così, 1 e 60 forse, una bravura che non passa inosservata. Dopo capimmo tutti e capimmo tutto: quella sera mi sembrò solo un pulcino che corre dietro a un pallone».

 

Enorme il pallone, piccolissimo lui. Ronaldinho lo cerca, un cross, Kameni lo anticipa. Giù la testa e via verso il centrocampo. Non segnerà. Il 30 gli ballonzola qua e là. La maglia sembra ruvida e spessa come un sacco, però è bella, di quella bellezza che appartiene ai ricordi e a YouTube. Il derby con l’Espanyol e Rijkaard che dice «scaldati», Deco che esce e tramonta, entra Lionel Andres Messi. 10 anni fa esatti, il 16 ottobre 2004.

PERE GUARDIOLA PERE GUARDIOLA

 

Un esordio che verrà festeggiato sabato, quando il Barça proverà a sbranare l’Eibar e lui, la Pulga, tenterà di abbattere il record numero 75 della carriera. Il più importante, forse. Gli serve una tripletta per superare Telmo Zarra, basco che negli anni ‘50 mise a segno 251 reti nella Liga: nessuno ne ha fatti di più.

 

Le figlie di Zarra hanno chiesto rispetto, «nostro padre li ha segnati in meno partite, quindi il record non sarà un record». È vero: 278 per la leggenda dell’Athletic, 284 per Leo le presenze. Rispettosamente, Messi andrà oltre, e che i conti li facciano gli altri. Prima di Messi nessuno era mai andato vicino a battere Zarra. Prima di Messi è ora un modo per segnare un passaggio, uno spazio, e tutto iniziò con quel sorriso di Deco. Un anno, il primo, normale, Leo ha la maglia numero 30 quando segna il suo primo gol, contro l’Albacete, a 17 anni, 10 mesi e 7 giorni.

RijkaardRijkaard

 

Ronaldinho Ronaldinho

Poi la 19, due anni fino all’addio di Ronaldinho e Guardiola che gli mette sulle spalle la 10 e il Barcellona. Gli costruisce attorno il gioco perfetto, il possesso esasperante e le verticalizzazioni rapide, Messi che organizza, scambia e cerca lo spazio, Messi che entra in porta col pallone, Messi che segna tonnellate di gol, anche 50 in una Liga, senza la bellezza, spesso, dell’intuizione pura, ma col senso di un lavoro collettivo fatto bene.

 

Un gol, di testa, al Manchester United, nella finale di Champions 2009, la summa del guardiolismo, palla recuperata, spazio aggredito, un gesto irripetibile ma ovvio, di una bellezza ideale e astrale. Una dozzina di partner d’attacco fagocitati dalla sua luce. Cinque allenatori costretti a scegliere gli altri dieci, tutti con la certezza o quasi di partire dall’1-0, con lui in campo.

 

LUIS ENRIQUELUIS ENRIQUE

Questo è stato, l’uomo che a 27 anni ha vinto tutto e in quantità sterminata, tranne il Mondiale. L’uomo che si è scoperto anche vulnerabile nel tempo di un decennio che gli è appartenuto, quasi Maradona o più di Maradona, avesse vinto la finale del Maracanã: però non l’ha vinta. Messi uomo, coi suoi malanni — quel vomito che ogni tanto torna, sintomo di una rinosinusite cronica — e le accuse di evasione fiscale, e Messi Dio delle piccole cose, imprendibile nella recita all’infinito di un se stesso rimasto inconcepibile per ogni difesa affrontata, dall’Espanyol ai giorni nostri, che hanno avuto la fortuna di incrociare i suoi.