
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
“LA MATTINA NON MANGIO, SONO A DIETA FERREA” – PARLA ROMELU LUKAKU, TIRATO A LUCIDO DALLA CURA CONTE – “SONO PIÙ MAGRO OGGI CHE ALL’INTER. PESO 99 CHILI, ALL’INTER 101. ODIAVO GIOCARE SPALLE ALLA PORTA, MI HA CAMBIATO CONTE CHE MI DISSE: “SE NON MIGLIORI QUESTO ASPETTO NON PUOI GIOCARE CON ME” – LE POLEMICHE CON MOU A ROMA: “ASSOLUTAMENTE NO, QUALCOSA È ACCADUTO TRA LUI E NON SO CHI E NON VOLEVO METTERMI IN MEZZO” – LAUTARO? NON L’HO PIU’ SENTITO” - E SUI RISULTATI NON ALL’ALTEZZA DEL BELGIO… - L’INTERVISTA AL “CORRIERE DELLO SPORT”
Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport - Estratti
Il punto è la forza. E la capacità di stare e giocare insieme, cadendo e rialzandosi. Romelu Lukaku è più affabile di quanto immaginassi - i compagni lo amano - e mi porta subito dentro il suo mondo.
I difensori deputati alla marcatura a omone lo ricevono fuori dallo spogliatoio del Napoli e dopo averlo accompagnato sul campo si incollano alla sua schiena per tutto il tempo in cui resta in partita. Degli zainetti di 90 chili. «I difensori studiano l’attaccante, ma anche noi studiamo chi ci marca» precisa Big Rom il poliglotta sfoggiando un italiano pressoché perfetto e sorprendentemente ricco. «È un gioco di adattamenti, qui in Italia la preparazione della partita è molto più importante che da altre parti. E questo rende tutto più interessante... Prima di conoscere Conte odiavo farlo».
Odiavi fare cosa?
«Giocare spalle alla porta. Al Chelsea lui fu molto chiaro: “Se non migliori questo aspetto non puoi giocare con me”. Zero alternative. Lo devo ringraziare perché quello che era il mio punto debole si è trasformato in una qualità».
Giocare in quel modo ti toglie tanti gol.
«Non credo, la strada giusta per arrivare in porta si trova sempre. Adesso giochiamo con due punte, ma fino a poco tempo fa ero in mezzo da solo. Io cerco sempre di essere dominante, se sono dominante il gol lo faccio e comunque aiuto i compagni negli inserimenti».
(…) L’estate scorsa sapevo che sarei venuto a Napoli».
Ma la trattativa è stata ugualmente lunga e brodosa.
«Questo è il business. Il club dice non ti voglio più e decide quando e spesso anche dove finirai. Ma se sei tu a volertene andare, e per ragioni serie, non hai la possibilità di farlo. Ti portano all’ultimo, ti sfiniscono. Le società hanno rapporti con la stampa e ci vuole poco per mettere in difficoltà il giocatore, per far passare l’immagine sbagliata. Credimi, ho visto cose che mai avrei pensato di vedere. Un giorno vorrei chiarire tutti questi aspetti ai più giovani, spiegando chi lavora per loro e chi contro».
Quando ho chiesto a Conte che tipo è Lukaku mi ha risposto “tre volte top”. Un altro allenatore non è stato altrettanto entusiasta, immagino che avrai capito di chi si tratta.
«Penso di aver capito».
È successo qualcosa fra te e Mourinho, a Roma?
«Assolutamente no. José... José è un vincente, l’ho avuto due volte, prima a Manchester e poi alla Roma. Qualcosa è accaduto tra lui e non so chi e non volevo mettermi in mezzo. Di José non parlerò mai male, alla Roma non aveva una squadra top, ma è andato fino in fondo. Gli auguro sempre il meglio, anche in Turchia sta facendo cose fantastiche».
Una costante della tua carriera è il tema del peso. Come se tutti si preoccupassero dei chili di Lukaku.
«In Inghilterra avevano una percezione sbagliata. Per loro ero lazy, pigro. E io non ho mai reagito agli attacchi, alle critiche. Parlo pochissimo, lascio fare. Sono uno che fa il suo lavoro e poi va a casa dai figli. In Italia il giudizio si è capovolto di 180 gradi. Io un lavoratore».
Nei giorni scorsi ho rivisto alcune immagini dell’anno dello scudetto interista e devo dire che avevi lo stesso fisico di oggi.
«Ora sono meglio di allora. All’Inter ero centouno chili, qui a Napoli novantanove. Ma il mio peso forma è centodue. Novantanove, e non so perché».
A Napoli non è semplice dimagrire.
«Alla mattina non mangio mai, seguo una dieta ferrea».
(…)
Lautaro l’hai più sentito?
«No».
L’argentino è orgoglioso.
«È un ottimo giocatore e un ottimo ragazzo, merita tutto ciò che di bello gli sta capitando. Ha lavorato tanto per questo. Per il campionato uno come lui è prezioso, più i giocatori sono forti e più è prestigiosa la Serie A».
Lo scudetto te lo giochi proprio con lui.
«E con l’Atalanta e la Juve, che è a meno sei»
Hai deciso di proseguire con la nazionale?
«Con Rudi Garcia ho parlato una sola volta per mezz’ora, mi ha spiegato a grandi linee cosa intende fare. Aspetto di incontrarlo nuovamente. Non ho mai pensato di lasciare la nazionale dove si sta affacciando una generazione nuova».
Avevate una squadra fortissima - tu, De Bruyne, Hazard, Witsel - ma i risultati non sono mai stati all’altezza.
«Anche l’Olanda nel 2010 aveva una grande nazionale eppure non ha vinto. C’erano Van der Vaart, Sneijder, Robben, Van Persie, de Jong. Noi abbiamo perso partite decisive per degli episodi, nel calcio basta un cartellino rosso, un rigore sbagliato...».
Farai l’allenatore, dopo?
«No, ma chiuderò all’Anderlecht, la squadra del cuore, l’ho promesso a mio figlio che gioca lì».
Hai detto che del Napoli ti piace soprattutto il fatto di rappresentare un popolo intero.
«È davvero stimolante, qui a Napoli tutto mi riporta alla squadra, alla passione. Il magazziniere tifa Napoli, il cuoco e gli impiegati anche. L’energia che la gente trasmette è incredibile». Arriva anche spalle alla porta.
lukaku conte
ROMELU LUKAKU
lukaku
TORTA LUKAKU
ROMELU LUKAKU
PASTICCERIA FRESCO FORNO CREA LA TORTA LUKAKU
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA…
DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO…
DAGOREPORT – IL GOVERNO SI INCARTA CON LE NOMINE DELLE PARTECIPATE: LA “PROMOZIONE” DI STRISCIUGLIO…
LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL…
FLASH! – FONTI MILANESI SOSTENGONO CHE L’INCHIESTA SULLA “GINTONERIA” DI DAVIDE LACERENZA, DA CUI È…