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Stefano Scacchi per “la Repubblica”
BERLUSCONI MIHAJLOVIC GALLIANI
È il destino di Mihajlovic non riuscire a vivere pause di campionato tranquille. Il mese scorso, nei dieci giorni dedicati alle Nazionali, il Milan era reduce dal rovinoso tonfo per 0-4 in casa col Napoli. Una fase di notevole fibrillazione con l’allenatore serbo messo in discussione per i risultati deludenti. La ripresa della serie A invece aveva salutato una progressiva risalita delle azioni dell’ex tecnico sampdoriano: pareggio col Torino, vittorie sempre più convincenti con Sassuolo, Chievo e Lazio.
Ma il pareggio con l’Atalanta ha alimentato un nuovo cortocircuito. Così, un mese dopo, Mihajlovic è tornato alla stessa casella: è obbligato a spingere la squadra a una risposta convincente alla prossima pagina del calendario. Con una differenza: il livello di difficoltà è più elevato. Il Milan è atteso ancora da una trasferta a Torino, come a ottobre, ma questa volta con la Juventus. Con un successo i campioni d’Italia potrebbero scavalcare i rossoneri al sesto posto.
A quel punto sarebbe difficile immaginare le conseguenze per la panchina rossonera. Non aiutano le continue sortite di Berlusconi che punzecchia l’allenatore e ormai entra abitualmente negli spogliatoi di San Siro per fare i complimenti agli avversari: prima il Sassuolo, poi l’Atalanta. La società garantisce che Mihajlovic non corre rischi ed è ben saldo alla guida.
Però da qualche giorno circola con insistenza il nome di un possibile sostituto: Francesco Guidolin. Il tecnico veneto non ha mai allenato una grande e ha un identikit da scienziato-artigiano italiano della panchina. Un profilo calcistico che, pur con notevolissimi distinguo a livello di gioco praticato ed esperienze di carriera, può ricordare quello di Sarri. In questo momento l’allenatore del Napoli può essere vissuto come un rimpianto in casa rossonera dove avevano pensato anche a lui per il dopo-Inzaghi.
Il mago toscano dell’Empoli invece è stato scelto da De Laurentiis e adesso sta facendo innamorare il San Paolo. Per zittire queste voci Mihajlovic spera che la ripresa di novembre porti gli stessi risultati di quella di ottobre. E magari pregusta rinforzi dal mercato di riparazione.
Ieri Zamparini ha dettato le sue condizioni per Vazquez: «Il Milan me l’ha chiesto – dice a Radio Due – ma i 25 milioni offerti non bastano. Trenta vanno bene, ma a giugno. Potrei venderlo a gennaio solo se mi offrono 30 milioni più Iva che è al 22%». Al momento rappresenta solo una suggestione un nuovo tentativo per Tevez in rottura col Boca Juniors.
Il problema minore sarebbe liberare spazio per il tesseramento di un extracomunitario: basterebbe vendere Honda ormai ai margini. Il giapponese è l’ultimo calciatore sul quale è calato il bastone di Mihajlovic («Nessuno è indispensabile, non abbiamo né Messi né Maradona») poco prima che Galliani smentisse una richiesta di cessione da parte del numero 10. Era la vigilia dello 0-0 con l’Atalanta che ha rimandato indietro di un mese la rinascita milanista.
MIHAJLOVIC
MIHAJLOVIC GALLIANI
GUIDOLIN
GUIDOLIN BERLUSCONI MIHAJLOVIC
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