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Antonio Castro per “Libero quotidiano”
Nonostante il Covid, nonostante la crisi congiunturale generalizzata, nonostante le prestazioni non esaltanti in pista la Ferrari economicamente continua a macinare risultati che sorprendono.
Performance che a cascata si ripercuotono positivamente pure sulle buste paga dei dipendenti della casa di Maranello. Ieri è stato annunciato che i lavoratori del Cavallino rampante riceveranno, per il 2020, un premio di competitività «per un valore base complessivo di 7.500 euro lordi. Tale valore può essere riparametrato in base al numero di assenze, tra le quali non sono conteggiate quelle per il Covid», viene puntualizzato.
Bell' annuncio per i lavoratori ma soprattutto un ottimo segnale per tutta la filiera dell' automotive, che ha sofferto non poco nell' anno più buio che il sistema ricordi.
I bonus in arrivo sono frutto dell' accordo del 2019 sul premio di competitività, che prevedeva incentivi tra i 4.600 euro e i 13mila euro, a seconda dell' indice di performance (Kpi, key performance indicators). Ma non basta.
Se è vero che generalmente il settore automobilistico ha accumulato performance negative, il comparto del lusso ha retto bene, nonostante le problematiche di approvvigionamento della componentistica. Difficoltà che dovrebbero pure far ripensare anche le politiche di esternalizzazione delle produzioni e la delocalizzazione selvaggia di interi settori fondamentali.
occupati in crescita Sta di fatto che quando si investe i risultati sembrano portare un ritorno. Anche occupazionale. Non a caso negli ultimi dodici mesi i dipendenti globali della Ferrari sono aumentati del 6,3%, superando gli oltre 4.500 addetti in tutto il mondo, ovviamente la maggior parte in Italia che gode di una e riconosciuta professionalità nel settore.
Tutto questo proprio nell' anno nero dell' occupazione e dei consumi.
E non basta. Non c' è solo il premio di produzione. La sensibilità di un' azienda, ormai, non è fatta soltanto di bonus economici. Anzi. C' è da considerare tutto un meccanismo di premialità di supporto (borse di studio e corsi di aggiornamento) e di welfare allargato che serve a far sentire i lavoratori parte di un progetto e non solo dipendenti di un' azienda.
«Il riconoscimento del premio», chiariscono dalla casa di Maranello, «si aggiunge alle misure» già attuate. Sono state considerate come giornate lavorative anche le 7 settimane (16 marzo / 4 maggio), pure per i «dipendenti con mansione incompatibile con il lavoro a distanza».
Tutti hanno goduto di una regolare retribuzione senza che l' azienda facesse «ricorso agli ammortizzatori sociali ma con permessi retribuiti a carico dell' azienda». Insomma, mentre alcune aziende hanno approfittato della crisi solo per limare i costi (tagliando i benefit, facendo consumare le ferie o addirittura cancellando i buoni pasto), in Ferrari si è deciso di fare tutto il contrario.
welfare allargato Trovando un punto d' equilibrio tra le necessità dei lavoratori, la tutela della salute e la sostenibilità economica dell' impresa. Non solo ripetuti tamponi per la tranquillità di dipendenti e familiari (25mila test), ma ben 63mila ore di formazione a distanza e per di più non verranno considerate «le assenze causate dalla pandemia».
Magari questa gestione "illuminata" del personale potrà essere presa d' esempio.
Cominciando ad investire sulle risorse umane invece di continuare a potare appena si può. Nei fatti si tratta solo di anticipare uno dei cardine del Next Generation plane.
Vale a dire i famosi 209 miliardi dell' Ue.
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